Tutte le emozioni di chi ha permesso al Lugano di vincere la quarta Coppa Svizzera trionfando nella finalissima di Berna 29 anni dopo l’ultima volta
Gioia. Commozione. Orgoglio. Esaltazione. Potremmo stare qui ore e probabilmente non riusciremmo a elencare tutte le emozioni provate da giocatori, staff tecnico, dirigenti e tifosi bianconeri dopo il triplice fischio dell’arbitro Schnyder che ha consegnato al Lugano la quarta Coppa Svizzera della sua storia. Abbiamo provato a farcele raccontare direttamente da loro, cominciando dal grande artefice del successo luganese, l’uomo del popolo diventato il condottiero che ha mantenuto la promessa di riportare il trofeo a Lugano.
«Sono estremamente contento, dopo aver battuto l’Yb non ci siamo mai nascosti, non ho mai rilasciato una dichiarazione senza menzionare che questo era il nostro obiettivo e ora siamo nella storia, dopo 30 anni riportiamo a Lugano un trofeo – spiega con orgoglio Mattia Croci-Torti –. Oggi abbiamo fatto una signora partita giocando alla grande. L’abbiamo preparata bene, da tanto pensavo di giocare così contro il San Gallo ma non l’avevo mai svelato e oggi gli schemi sono stati rispettati tutti. Abbiamo scritto la storia restando sempre sul pezzo dal primo al 93esimo minuto».
Il tecnico momò ha poi elogiato i suoi ragazzi… «Siamo arrivati pronti e carichi per sfidare il San Gallo, ogni giocatore ha dato il massimo e per un allenatore è una sensazione incredibile. La vittoria la dedico a tutti loro, perché hanno creduto in me dal primo giorno. Poi a tutto il popolo ticinese che ha voluto esserci ed è venuto in massa a Berna per sostenerci. Anche il San Gallo aveva la sua incredibile armata di tifosi, ma i nostri sono stati stratosferici. La Coppa la vincono gli uomini veri».
L’altro uomo simbolo di questo Lugano è senza dubbio il suo capitano, Jonathan Sabbatini… «È incredibile, è il trofeo più importante della mia carriera, una sensazione bellissima. Rappresenta un premio per tutto quello che ha fatto la società in questi anni per questa squadra. Senza dimenticare la vecchia guardia che ci ha sempre messo sulla strada giusta. Pensare che questo doveva essere un anno di transizione e invece siamo riusciti a conquistare la Coppa».
Un trofeo che Sabbatini non condivide unicamente con gli habitué di Cornaredo… «Sono contentissimo per il Ticino che si è mosso in massa per sostenerci, vedere tutta questa gente ci ha dato una carica incredibile. Quando siamo arrivati allo stadio è stato sensazionale, tutta la gente era lì per acclamarci. Anche tanti ticinesi che vivono nella Svizzera interna e francese che sono accorsi a Berna. Voglio ringraziarli e approfittarne per dire che noi abbiamo bisogno del sostegno di tutti e in questo senso oggi abbiamo fatto un grande passo avanti, ora speriamo che anche in futuro veniate regolarmente allo stadio: vogliamo continuare a sognare con voi!».
Tra i più emozionati, figlio in braccio, Mattia Bottani, che si è preso la rivincita dopo l’errore dal dischetto del 2016… «È un cerchio che si chiude, aspettavamo questo momento da sei anni e sono felicissimo che oggi siamo riusciti a portare a casa la Coppa. Per me che sono cresciuto a 500 metri dallo stadio è un’emozione indescrivibile, mi sento onorato e questa vittoria è anche un po’ per chi continua a parlare male di me e del Lugano».
Quanto alla partita, per il numero dieci «abbiamo aspettato quando c’era da aspettare e li abbiamo colpiti al momento giusto, perché sapevamo che loro cercano sempre di spingersi in avanti. Sì, siamo stati bravi e siamo una grande squadra».
Costretto a guardarsi la partita dalla tribuna a causa di un infortunio, Mijat Maric in realtà non è rimasto seduto un solo minuto… «Ho bisogno di un massaggio adesso. Mamma mia quante emozioni, uno spettacolo, una giornata perfetta. L’abbiamo vinta con carattere ma anche tanta disciplina, abbiamo sfruttato le occasioni che abbiamo avuto e anche dopo il pareggio siamo rimasti tranquilli e convinti, sapevamo che la partita era nostra, avevamo questa sensazione dal primo secondo».
Una vittoria del genere potrebbe anche essere il modo ideale per il 38enne di chiudere la sua carriera… «Direi di sì, ma per ora ho la testa solo nei festeggiamenti, pensiamo a tornare a Lugano portando la Coppa con noi e a fare festa con i nostri tifosi, poi vedremo».
Per Amir Saipi alla gioia si mischia anche un grande sollievo, lui che ha rischiato di non poterla giocare questa finale… «Non è stato facile per me gestire la settimana, dopo il cartellino rosso mentalmente ero molto provato, non sapevo se avrei potuto giocare e il timore di perdere una partita così importante per una stupidata era forte. Alla fine però ho potuto giocare, sono riuscito a essere forte nella testa e tutta la squadra (così come la società) mi ha sostenuto, sono davvero contento di averla aiutata a vincere il trofeo. È fantastico, dopo il loro pareggio siamo rimasti tranquilli e alla fine direi che siamo stati la squadra migliore in campo. Ora festeggiamo».
Fatica a trovare le parole Carlo ‘Cao’ Ortelli, ex giocatore bianconero ora assistente allenatore… «Quello che sento è un’emozione talmente forte che faccio fatica a spiegarla. È la realizzazione di un sogno, per me che nel ’68 avevo assistito alla famosa finale vittoriosa (la prima delle quattro, ndr) e che da piccolo sognavo di arrivare anche io un giorno a quel livello lì. Ed è successo, in modo anche inaspettato e sorprendente, è successo. Oggi non abbiamo davvero sbagliato niente ed è il coronamento di una stagione oserei dire esemplare sotto tutti i punti di vista».
Merito anche di chi la partita l’ha preparata… «È vero, è stata preparata molto bene dallo staff e dal mister, che è fortissimo».
Emozionato anche un solitamente impassibile Martin Blaser, Ceo bianconero… «Lo ribadirò sempre, chi mi conosce sa quanto io sia legato alla Coppa e anche in futuro questo trofeo rimarrà una priorità per la nostra società. Pure vincere il campionato, ma la Coppa da vincere resta la cosa più bella. Come dimostra anche il nostro percorso di quest’anno, con tante emozioni e partite difficili, già a Neuchâtel (0-1 al secondo turno, ndr), poi con l’Yb (2-1 negli ottavi), a Thun (3-4 nei quarti) e in semifinale con il Lucerna (6-5 dopo i rigori). Ma è la Coppa. Ora è nostra e lo rimarrà per sempre».
Grazie anche al gran lavoro di Mattia Croci-Torti, sul quale la società ha deciso un po’ a sorpresa di puntare… «Ho sottolineato più volte come abbiamo svolto colloqui con parecchi candidati, valutando non solo i metodi di allenamento ma molto di più, valutando i candidati nel loro insieme, guardandoli negli occhi e alla fine la scelta è ricaduta su Mattia. E lui ha dimostrato di meritare la nostra fiducia».
Ringraziamenti anche per il nuovo patron bianconero… «Dobbiamo ringraziare Joe Mansueto, l’uomo che ha deciso di investire nel Lugano e senza il quale forse non saremmo qui adesso. Con lui anche Georg Heitz e tutta la squadra di Chicago, che stamattina alle 7 americane si sono ritrovati a guardare la partita in diretta. Adesso tocca a noi andare avanti partendo da questa giornata storica, dalla quale riceviamo una bella spinta».
Una spinta che dovrà venir sfruttata anche per ben figurare sul palcoscenico europeo… «È vero e se guardiamo al Lucerna quest’anno, è stato eliminato dalla Conference League dal Feyenoord, che adesso è in finale. Per cui da una parte potrebbe essere difficile giocare le qualificazioni contro una squadra forte, però d’altro canto avrebbe il suo fascino (e a differenza dei gironi, nelle qualificazioni il Lugano potrà giocare a Cornaredo, ndr)».
Il direttore sportivo dell’Fcl Carlos Da Silva ha unicamente parole di elogio, per i suoi giocatori e non solo… «Grandi ragazzi, grande prestazione, grande Lugano con i suoi tifosi, sono stati tutti fantastici. È un premio bellissimo per questo gruppo fantastico, ma anche per tutti i nostri tifosi e per la città».
Un gruppo che ha dimostrato di meritare la fiducia del club… «Ma certo, quella c’è sempre stata. Ricordo che a dicembre la gente e i giornalisti si aspettavano grandi trasferimenti, ma noi sapevamo cosa potevano darci questi ragazzi e cosa avevamo bisogno. Ci siamo rinforzati nel modo giusto, ad esempio con Selassie che oggi ha fatto bene, o ancora con Amoura. Ma già a dicembre abbiamo dimostrato fiducia in questo gruppo e direi che abbiamo fatto bene».
Tra i grandi trascinatori Olivier Custodio, che da parte sua ha fatto capire di aver lasciato una porta aperta su un eventuale prolungamento del contratto… «Devo fargli davvero tanti, tanti complimenti, è una grande persona e un gran giocatore. Ora però non è il momento di parlare di contratti, merita di festeggiare come tutti gli altri e poi vedremo».