Marchesano e compagni si sono imposti 2-0 in casa del loro primo inseguitore, il Basilea, conquistando la Super League con quattro turni d’anticipo
Lo Zurigo si è laureato campione svizzero per la 13esima volta della sua storia. Quello che era chiaro ormai da tempo, visto che la formazione di André Breitenreiter ha letteralmente dominato il campionato praticamente dall’inizio alla fine, si è concretizzato con ben quattro turni d’anticipo nella 32esima giornata di Super League, con i tigurini che hanno certificato – ma come detto non ce n’era bisogno – la loro superiorità andando a imporsi 2-0 in casa del loro primo inseguitore, il Basilea, ora staccato di ben 16 punti in classifica (72 contro 56, mentre terzo è lo Young Boys a quota 53).
Miglior attacco (71 gol realizzati) e miglior difesa (38 reti subite) del campionato, al St. Jakob-Park Marchesano e compagni hanno fatto la differenza già nel primo tempo, chiuso avanti in doppio vantaggio grazie alle marcature trovate nel finale di frazione dall’ex Lugano Assan Ceesay (miglior realizzatore della squadra con 19 gol, 3 in meno dell’attuale capocannoniere della lega e dell’Yb Siebatcheu) e da Nikola Boranijasevic. Nella ripresa agli ospiti è bastato controllare un Basilea che non ha trovato le energie, più che altro mentali, per provare a recuperare e tentare di rimandare la festa zurighese, che sarebbe comunque partita anche in caso di pareggio. Ancora meglio e da un certo punto di vista giusto che sia però stato un successo in casa dei grandi rivali renani a regalare loro un titolo che mancava dal 2009, quando la squadra allora allenata da Bernard Challandes aveva preceduto lo Young Boys e lo stesso Basilea.
«Abbiamo compiuto qualcosa di eccezionale, meritando di vincere questo campionato e farlo qui a Basilea è ancora più bello». Non sta più nella pelle Antonio Marchesano, il centrocampista ticinese grande protagonista del titolo dello Zurigo (in questo campionato ha fin qui messo a segno 12 gol e fornito 5 assist) che al termine del match vinto contro i renani si è lasciato andare ai microfoni della Rsi. «Grande merito va al mister, ha fatto un grande lavoro, in particolare a livello di mentalità: quando è arrivato ha detto che avremmo vinto il campionato, nessuno ci credeva, forse nemmeno lui, ma alla fine la mentalità vincente ha fatto la differenza».
Accanto a lui un altro protagonista con legami con il Ticino, l’esterno sinistro ex Lugano Adrian Guerrero, che di assist ne ha già forniti ben nove, oltre ad essere andato in rete in quattro occasioni in questa Super League... «Abbiamo lavorato molto bene, il mister sapeva cosa voleva e noi lo abbiamo seguito tutti, anche chi giocava meno. Io devo dire grazie ad Antonio, quando sono arrivato non parlavo tedesco e lui mi ha aiutato molto».
Per una squadra che esulta ce n’è un’altra che è sempre più vicina al baratro della retrocessione e anche in questo caso è ormai solamente una questione di tempo prima che l’inevitabile per il Losanna si concretizzi. In quella che rappresentava per loro una sorta di ultima spiaggia, i vodesi sono infatti crollati 3-0 nello scontro diretto con il Lucerna, che dal canto suo oltre ad avere portato a dieci i punti di vantaggio (in palio ce ne sono ancora 12) sull’ultimo posto, si sono riavvicinati al Sion (sconfitto dall’Yb e ora a +4) tenendo aperte le speranze di riuscire a evitare lo spareggio promozione/relegazione contro la seconda forza della Challenge League.