Il prof. Zangrillo, del San Raffaele di Milano, smentisce la news della morte del procuratore: ‘è gravissimo’. Il sarcasmo dello stesso Raiola su Twitter
Mino Raiola sta combattendo per la vita al San Raffaele. È ricoverato "in gravissime condizioni" all’ospedale di Milano dove già nel gennaio scorso si era sottoposto ad intervento chirurgico per problemi polmonari. È un momento difficile e delicato quello che sta attraversando Raiola.
La situazione sulle condizioni di salute del noto procuratore richiede prudenza ma in tarda mattinata si diffonde la notizia della sua presunta morte. Le principali testate italiane rilanciano l’annuncio nelle pagine online. Ci pensa quindi Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele a far chiarezza dicendosi "indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo". Poco dopo è Raiola stesso, o comunque il suo staff, a fermare le voci incontrollate con un post su Twitter: "Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato. Per la seconda volta in quattro mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di risuscitarmi".
Parole dirette e mai banali, come quello che si è ormai abituati ad indentificare come lo "stile Raiola", uno dei più importanti procuratori del calcio al mondo. Un atteggiamento sincero, senza mai nascondersi, libero da convenzioni, come quando si siede al tavolo per trattare la sua percentuale nelle trattative. Gestisce alcuni dei migliori calciatori al mondo, campioni e personalità di spicco come Pogba, Haaland, Donnarumma, de Ligt e Zlatan Ibrahimovic con cui ha costruito anche un rapporto d’amicizia. Lo svedese gli è andato a far visita nel pomeriggio al San Raffaele. Un gesto d’affetto per chi lo sempre seguito, permettendogli di scrivere pagine importanti di sport.
Arguto, intelligente e competente, Raiola è una spina nel fianco per molti dirigenti ed è stato spesso identificato come il "male" del calcio moderno. Ma alcuni protagonisti del sistema stesso, che si sono ritrovati a trattare e lottare a suon di milioni, con un sorriso, ammettono stima e apprezzamenti.
"Spero possa stare bene - l’auspicio dell’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta. A lui mi lega un rapporto di amicizia basato anche su diversi scontri avuti. Lo conosco da quarant’anni. È un agente preparato, scaltro e furbo. Dice in faccia quello che pensa. È stato un pioniere. Ho gestito con lui operazioni, come ad esempio quella di Pogba, una trattativa importante sia nel portarlo alla Juve a parametro zero che nel venderlo a 110 milioni. È il suo e il mio fiore all’occhiello".
Fatti, operazioni, trasferimenti che hanno cambiato gli equilibri del calcio. Raiola ne è stato sempre uno dei principali artefici, ultimo - forse - l’approdo di Haaland al City, ennesimo capolavoro in dirittura d’arrivo.