I granata (come il Chiasso) presenteranno ricorso per ottenere la licenza per la Challenge in seconda istanza. Gilardi: ‘Problemi formali, li risolveremo’
«I giocatori affronteranno i playoff sul campo, io alla scrivania, ma resto fiducioso su entrambi i fronti».
Non si scompone Gabriele Gilardi dopo il mancato ottenimento in prima istanza della licenza di gioco per la prossima Challenge League da parte dell’Ac Bellinzona. Dopotutto l’avvocato muraltese, nominato lo scorso febbraio amministratore unico dell’Acb 1904 Sa (che gestirà la prima squadra granata in caso di promozione), lo aveva detto che il percorso per ricevere il via libera da Berna sarebbe stato «laborioso», in quanto una prima «per questo corso granata».
«E i problemi infatti stanno tutti lì, a livello di forma e non certo di contenuti – spiega Gilardi –. Dovendo passare dall’Associazione alla Società anonima entrano in gioco diversi aspetti tecnici piuttosto complessi come ad esempio il travaso di dati e il consolidamento di conti, esercizi resi complicati dal fatto che la Sa in pratica non ha mai avuto attività e quindi un istoriato, essendo la prima volta che la squadra arriva a questo punto della stagione a giocarsi davvero la promozione. Ed è proprio in ambito finanziario che ci sono le ultime cose da sistemare, ma non a livello di fondi, quelli ci sono, mancano solo un paio di documenti di revisioni intermedie e via dicendo, necessari appunto per passare dall’entità "vecchia" a quella nuova. Un processo importante visto che riguarda tutti i dipendenti (giocatori e staff in primis) del club e per questo vincolato a tutta una serie di parametri di controllo da parte della lega, che dal canto suo non ha i dati del passato della Sa su cui basarsi, ma solo quelli dell’Associazione (che tra l’altro gestisce anche il settore giovanile, ndr)».
Un processo di certo non facilitato dalla recente partenza dal Comunale di personaggi da sempre legati all’Acb (interni ed esterni al comitato) e che forse anche per questo sta richiedendo più tempo del previsto, ma che secondo l’ex dirigente del Locarno non mette a repentaglio le chance di promozione bellinzonesi… «Nella mia carriera ho visto altre situazioni nelle quali davvero c’erano problematiche importanti, a cominciare dalla mancanza di soldi. Non è questo il caso, così come non è nemmeno un problema di infrastrutture visto che in questo senso la Città ha lavorato alla grande (il Municipio di Bellinzona è pronto a investire su illuminazione, entrata est e postazione per le riprese televisive, interventi ritenuti necessari dalla Sfl, ndr). Come detto è una questione più formale che materiale e questo nonostante sia ormai tutto l’anno che lavoriamo per preparare tutto il necessario. E abbiamo continuato a farlo anche una volta inoltrato l’incarto alla Sfl, perché eravamo consapevoli che potevano mancare dei documenti».
Come l’Acb, anche i suoi avversari nella corsa verso la lega cadetta sono stati per ora "respinti", visto che tra i club impegnati in Promotion League che hanno inoltrato la richiesta per ottenere la licenza III (necessaria appunto per giocare in Challenge), nessuno è stato ritenuto idoneo. Questo vale quindi per l’attuale leader Breitenrain così come appunto per i granata (secondi a 2 lunghezze), il Chiasso (terzo a 10 punti dalla vetta) e lo Stade Nyonnais (quarto a -13). Società che dopo l’ultimo turno della stagione regolare previsto nel weekend, si giocheranno tutto sul campo (assieme alle altre due compagini che finiranno nelle prime sei posizioni) affrontandosi nuovamente per definire la classifica finale. Fuori dal rettangolo verde, le società hanno invece tempo fino a giovedì per completare i rispettivi dossier e inoltrare ricorso per tentare di ottenere la licenza in seconda istanza, il cui esito definitivo verrà comunicato il 20 maggio… «Ce la faremo – conclude Gilardi –. Anche perché poi, una volta ricevuti e analizzati i documenti, la Commissione potrebbe se necessario concedere ancora dei giorni per ottemperare eventuali nuove richieste o recuperare documenti mancanti. In ogni caso ero fiducioso e ottimista prima e lo sono anche adesso».
Staccato di otto lunghezze dal Bellinzona, anche il Chiasso intende tenere aperta la possibilità di effettuare il salto di categoria inoltrando ricorso, anche se nel caso del club momò a mancare (per ora) non sono solo documenti… «Ci sono alcuni parametri finanziari, di cui evidentemente eravamo a conoscenza, che non ci hanno per ora permesso di ottenere la licenza – spiega il direttore generale rossoblù Nicola Bignotti –. Sicuramente inoltreremo ricorso, poi cercheremo di capire con i nostri azionisti se, come auspichiamo, sarà possibile intervenire per sistemare tali parametri nei termini richiesti dalla Swiss Football League. Se non avessimo voluto almeno provare a tornare in Challenge League, non avremmo inoltrato la richiesta per la licenza, ma dalla volontà a effettivamente riuscire a ottemperare alle richieste della lega ne passa. È un discorso come detto che richiederebbe determinati sforzi da parte degli azionisti, vedremo se saranno disposti a farli».
Quel che è certo è che sul campo il Chiasso vuole ancora dire la sua in questo finale di stagione… «Innanzitutto dobbiamo pensare alla partita di sabato (sul campo del Bavois, ndr) e ad assicurarci il terzo posto in classifica, che ci permetterebbe di giocare tre delle cinque partite del girone promozione in casa. E visto il girone di ritorno che abbiamo disputato (i momò sono ancora imbattuti in un 2022 che li ha visti ottenere 7 vittorie e 4 pareggi, ndr) ce lo meritiamo. Non era scontato essere dove siamo con un gruppo così giovane, ma i giocatori più esperti si sono dimostrati persone di spessore che si sono fatti carico di essere un punto di riferimento per gli altri, che a loro volta hanno dimostrato di poter stare in questa categoria e perché no ambire anche a qualcosa in più. E nei playoff ci giocheremo tutte le nostre carte».
Chi invece può dormire sonni tranquilli è l’Fc Lugano, che ha ottenuto al primo colpo (per il settimo anno consecutivo) il via libera per la stagione 2022/2023, come d’altronde tutte le altre 19 società attualmente impegnate nelle due principali categorie del calcio rossocrociato. Fondamentale per i bianconeri il sì al Polo sportivo e al nuovo stadio votato lo scorso 28 novembre dalla popolazione luganese, che ha permesso al club ora in mano al miliardario statunitense Joe Mansueto di ottenere la licenza I. Un passo quest’ultimo anche per l’Europa, con i bianconeri che potrebbero accedere ai preliminari di Conference League attraverso il campionato (il terzo posto occupato dallo Young Boys è distante 4 punti) o la vittoria in Coppa Svizzera (la finale con il San Gallo è in programma il 15 maggio). Va da sé che fino al completamento del nuovo impianto, i bianconeri dovranno disputare le eventuali partite casalinghe dei gironi delle competizioni Uefa in "esilio", come capitato per l’Europa League 2017/2018 (a Lucerna) e 2019/2020 (a San Gallo). E proprio la Swissporarena e il Kybunpark sono i due stadi indicati, in maniera non vincolante, dall’Fcl quale sua possibile "casa" europea. Diverso il discorso per i turni preliminari (playoff compresi), che grazie a un’autorizzazione eccezionale richiesta dal club bianconero all’Uefa (e concessa negli ultimi due anni) dovrebbero poter venir disputati a Cornaredo.
Nella sua comunicazione la Sfl ha sottolineato come dopo due stagioni caratterizzate dalla pandemia e per le quali ai club erano stati richiesti dossier "alleggeriti" e con parametri meno stringenti (in particolare a livello finanziario), per l’annata 2022/2023 la Commissione è tornata a esaminare gli incarti quasi nella loro totalità. Unica eccezione, in considerazione delle limitate possibilità di investimento delle società e delle autorità comunali, il settore delle infrastrutture, valutato ancora con paletti un po’ più larghi rispetto al passato.