Calcio

Svizzera, l’eccezione è meno lontana ma prevale ancora la regola

La sconfitta di Wembley con l’Inghilterra ha confermato che contro le grandi la selezione elvetica si comporta spesso bene ma fatica ancora a vincere

Ci è andata vicina la Svizzera, forse l’avrebbe pure meritata, ma alla fine la vittoria non è arrivata. Sì, l’amichevole di Wembley che ha visto l’Inghilterra imporsi 2-1 in rimonta e infliggere a Murat Yakin il suo primo ko (all’ottava partita) sulla panchina rossocrociata, ha una volta ancora ribadito che anche se l’era delle continue e sistematiche sconfitte onorevoli contro le grandi del calcio mondiale è solo un ricordo e la Nati ha ormai lo status e le qualità per davvero tenere testa e persino mettere in difficoltà qualsiasi avversario, le manca ancora qualcosa per battere con regolarità le migliori compagini al mondo. In sostanza la splendida vittoria con la Francia negli ottavi di finale degli ultimi Europei rappresenta ancora l’eccezione a una regola tornata dolorosamente a confermarsi già nel seguente quarto di finale perso ai rigori con la Spagna.

E di nuovo sabato sera a Londra, dove come detto Xhaka (tornato a dirigere, seppur in maniera decisamente approssimativa, il centrocampo e ripresosi la fascia di capitano) e compagni non hanno per nulla sfigurato. Anzi per almeno tutto il primo tempo si sono decisamente fatti preferire agli avversari (dopo l’1-0 trovato al 25’ di testa da Embolo su assist al bacio di Shaqiri, solo un miracolo di Pickford che ha deviato sulla traversa la conclusione di Fabian Frei ha evitato ai suoi di ritrovarsi sotto 2-0), rimessi però in partita da una leggerezza dello stesso giocatore del Basilea (schierato al centro della difesa viste le assenze dell’infortunato Schär e di Elvedi, positivo al Covid) che ha favorito il pareggio di Shaw poco prima della pausa. E infine portati alla vittoria, in una ripresa in cui a differenza della Svizzera gli uomini di Southgate sono cresciuti, da Harry Kane, che 78’ ha trasformato con sicurezza un rigore concesso dal Var per un fallo di mano di Zuber raggiungendo Bobby Charlton a quota 49 gol con la nazionale dei Tre Leoni, dietro solo a Wayne Rooney (53).

Murat Yakin: ‘Due regali sui gol, resta però un test positivo’

«Sui due gol inglesi abbiamo offerto loro due regali – ha ammesso a fine match "Muri", che avrebbe potuto diventare il primo allenatore a guidare la nazionale rossocrociata alla vittoria nel mitico stadio londinese e più in generale su suolo inglese –. L’undici di partenza era quello buono, così come il sistema e la strategia di gioco. Purtroppo attorno all’ora di gioco siamo calati e in generale nella ripresa abbiamo commesso troppi errori, mentre loro hanno potuto contare sulla spinta dei giocatori entrati dalla panchina. Peccato, ma non dobbiamo dimenticare che giocavamo a Wembley e di fronte avevamo l’Inghilterra, per cui tutto sommato è stato un test positivo».

Quanto alla prestazione di uno Xherdan Shaqiri ancora una volta schierato sull’asse centrale alle spalle di Embolo e autore di una buona prova condita dall’illuminante assist per la rete dell’attaccante del Gladbach, Yakin sottolinea come «si vede che ha ritrovato il ritmo partita e la gioia di giocare (il numero 23 è reduce da quattro partite giocate per intero con la sua nuova squadra, i Chicago Fire, ndr), quel ruolo gli si addice a meraviglia, come magnifico è stato l’assit per l’1-0».

Sul decisamente meno convincente Xhaka, che martedì contro il Kosovo a Zurigo dovrebbe festeggiare la sua 100esima presenza con la maglia rossocrociata, il tecnico di origine turca si è limitato a osservare che «si è preso qualche rischio di troppo».

Pier Tami: ‘Giusto porsi degli obiettivi alti ma per raggiungerli bisognerà superare i nostri limiti’

Non nasconde un pizzico di delusione il direttore delle squadre nazionali elvetiche, Pier Tami, che guarda però soprattutto avanti... «Perdere fa sempre male e quando fai una buona partita come la nostra, in particolare il primo tempo, vuoi anche il risultato. Il fatto che non sia arrivato significa che dobbiamo ancora lavorare – ha dichiarato il giorno seguente alla sconfitta con l’Inghilterra il ticinese, per il quale porre il traguardo minimo dei quarti di finale al Mondiale che si disputerà il prossimo inverno in Qatar non è una mossa azzardata –. È giusto porre degli obiettivi alti, sapendo che per raggiungerli occorre andare oltre certi nostri limiti attuali e pure oltre le forze degli avversari che ci stanno davanti nel ranking Fifa e che sono più sperimentati e attrezzati di noi. Ci siamo e ci stiamo avvicinando, ma una partita come quella di ieri ci insegna che prima dei nostri due errori c’era la possibilità di andare sul 2-0 e non l’abbiamo sfruttata».

Martedì l’amichevole di Zurigo con il Kosovo – che si disputerà in uno stadio Letzigrund esaurito e che per l’occasione ospiterà 20’800 spettatori – offrirà stimoli diversi rispetto a quella di Wembley, ma non meno importanti visti i giocatori di origine kosovara che vestono la maglia rossocrociata (attualmente Xhaka, Shaqiri e Zeqiri)... «Volevamo incontrare per la prima volta il Kosovo in un contesto e in un momento ideali e sono contento che potremo giocare questa partita a Zurigo in uno stadio pieno. Susciterà sicuramente emozioni particolari a qualche nostro giocatore».