Dopo la brutta sconfitta con il San Gallo, il Lugano ospita il Servette: Croci-Torti: ‘La mia prima settimana alla McSorley’
Quattro partite di Super League e tre sconfitte. Il 2022 dell’Fc Lugano non è iniziato sotto la più brillante delle stelle, al di là dell’accesso alle semifinali di Coppa Svizzera. Soprattutto la sfida di sabato scorso contro il San Gallo ha destato qualche perplessità. Tanto da ipotizzare che in casa bianconera la settimana non sia stata delle più tranquille… «Tante volte mi sono sentito dire che sono un po’ un allenatore come Luca Cereda, che cerca sempre di mettere l’accento sull’identità, perché secondo me questo spogliatoio ha un’identità forte – afferma Mattia Croci-Torti –. Ma forse questa è stata la mia prima settimana alla McSorley: c’era pressione, la sconfitta è stata vista come un fallimento, quindi per il sottoscritto sono stati sette giorni diversi, che mi hanno però dato una marea di energie che spero di aver trasmesso ai ragazzi in maniera equilibrata. Domani dobbiamo disputare una partita con grande intelligenza: loro sono una squadra diversa dal San Gallo e con qualità offensive superiori a molte altre compagini. Sarà un match pieno di trappole».
Nonostante tutto, sono stati giorni proficui dal punto di vista del lavoro svolto… «Abbiamo svolto esercizi tendenti a integrare i nuovi arrivati, con i quali finora non c’era stato il tempo di lavorare in modo approfondito. Penso in particolare a Kevin Rüegg e a Milton Valenzuela che sono giunti a fine mercato e lo stesso vale per Belhadj, reduce da infortunio. Abbiamo posto l’accento sul piano difensivo, ma non solo. Non ho dovuto urlare né gridare, non fa parte delle mie corde e del mio modo di essere, come sapete sono una persona molto equilibrata e cerco sempre di trovare una giusta misura. So che in questo 2022 non siamo partiti bene a Berna contro l’Yb, ma tutti avete visto che la squadra nonostante fosse in difficoltà non ha mollato. In seguito avevamo due partite decisive in campionato contro il Lucerna e a Thun in Coppa e i ragazzi hanno mostrato il loro carattere. Siamo arrivati a Zurigo un po’ spenti, anche se fino al rigore sbagliato eravamo in partita. La verità è che l’unica sfida nella quale non abbiamo giocato come avrei voluto è stata quella di sabato scorso contro il San Gallo. Poi riguardando a mente fredda le immagini della partita, mi sono accorto che loro hanno fatto un solo tiro in porta, che noi abbiamo vinto più duelli. Ma alla fine conta il risultato e da questo punto di vista non è stata una buona partita, è giusto sottolinearlo».
Resta il fatto che questo è forse il primo momento davvero difficile della gestione del tecnico ticinese. Una sconfitta contro il Servette potrebbe, per molti, aprire ufficialmente la crisi… «Ho lucidità a sufficienza per guardare la classifica e accorgermi che siamo quarti e in semifinale di Coppa. Stiamo andando oltre le aspettative e le richieste della società, per cui potrei vivere il presente senza patemi d’animo. Ma rimane, da parte mia come dei ragazzi, la difficoltà di accettare le sconfitte, per cui quando i risultati non sono quelli che ti aspetti la pressione fa capolino. Fa parte di questo mestiere ed è quella che garantisce la carica per allenare al meglio la squadra».
Due partite, zero reti all’attivo… «Contro il San Gallo ho provato a dare un’impronta più offensiva, con Rüegg e Lavanchy sulla fascia per dare maggiore spinta. Mi dà fastidio lasciare Celar solo là davanti, per cui ho cercato delle chiavi e delle dinamiche diverse. Alla fine il giochetto non ci è riuscito, anche perché nell’ultima mezz’ora loro si sono chiusi in difesa e abbiamo fatto fatica a trovare lo spiraglio giusto. In settimana abbiamo continuato a cercare soluzioni per aiutare le punte. Per essere maggiormente pericolosi dobbiamo cercare di portare più gente in zona gol. Dobbiamo ritrovare la gioia di andare alla conclusione e di crossare con maggiore frequenza rispetto alle ultime settimane».
Per provare a dare una svolta alla fase offensiva, si potrebbero affiancare a Celar altri giocatori… «Le difficoltà incontrate con il San Gallo dimostrano che non si tratta soltanto di una mera equazione numerica. A volte per essere più pericolosi davanti devi avere il controllo del centrocampo. In settimana i miei pensieri si sono concentrati sulla maniera di arrivare in zona gol il più velocemente possibile. Da questo punto di vista, l’assenza nelle ultime partite di Mijat Maric si è rivelata importante, perché lui è un leader nella costruzione del gioco da dietro. Sono molto contento di quanto hanno fatto Ziegler e Daprelà, ma Maric possiede caratteristiche diverse e molto importanti. Settimana scorsa Mijat si è allenato due volte e in questa tutti i giorni, per cui è pronto al rientro».
I giorni precedenti alla partita con il San Gallo sono stati caratterizzati dalle notizie di mercato, in particolare dall’annuncio della partenza di Lavanchy e Custodio… «Sono situazioni con le quali occorre convivere. Se qualcuno ha seguito Napoli-Barcellona, si sarà accorto dei fischi che hanno accompagnato l’uscita dal campo di Insigne. E sono situazioni che si potrebbero ripetere anche qui. L’unica cosa che posso fare è dare completa fiducia a questi ragazzi, a patto che continuino a comportarsi come stanno facendo in questi giorni. Evidentemente, settimana scorsa la loro mente non era del tutto libera, ma bisogna metterlo in preventivo. Se ho deciso di schierarli è perché sapevo che avrebbero potuto dare il massimo. Alla lista ora abbiamo aggiunto anche Lovric, per cui dovremo essere bravi – io in primis – a dare motivazioni giuste: perché nessuno ha voglia di ripetere la prestazione offerta contro il San Gallo. I tifosi ci tengono e noi dobbiamo onorare la maglia fino all’ultima partita, anche perché davanti abbiamo ancora obiettivi importanti».