Dopo il Tottenham, il Manchester United è alle prese con un focolaio di Covid-19. A rischio la partita contro il Brentford.
Nell’ultima settimana sono stati 42, tra giocatori e membri degli staff tecnici, i positivi al Covid-19 in Premier League, dove domani sera potrebbe essere rinviata un’altra partita, la seconda della stagione: la trasferta di Londra del Manchester United sul campo del Brentford. Dopo il Tottenham anche i Red Devils sono alle prese con un focolaio, che ha portato alla chiusura d’urgenza del centro d’allenamento di Carrington, per consentire la sanificazione degli ambienti al chiuso, e minimizzare il rischio di altri contagi. «Per il momento – fa sapere il club inglese – solo un ‘piccolo numero’ di tesserati è risultato positivo ai test antigenici di routine effettuati ieri, dopo la vittoria di misura nell’ultimo turno di campionato in casa del Norwich. Oggi sono stati condotti nuovi test anti-Covid, questa volta molecolari, per scongiurare il rischio di errori, mentre resta in dubbio l’impegno di domani sera contro il Brentford. Siamo in contatto con la Premier League per valutare la sicurezza della partita, c’è il rischio di ulteriori contagi oltre ai disagi per i giocatori che non si sono potuti preparare adeguatamente».
La settimana scorsa era toccato al Tottenham dover rinviare due partite di fila, quella di Conference League contro il Rennes e quella di campionato a Brighton, a causa di 13 tesserati positivi. Ma i nuovi casi nel campionato inglese – nonostante siano stati rafforzati i controlli e la presenza di un rigido protocollo operativo – hanno subìto un brusco rialzo, in linea d’altronde con quanto sta accadendo sull’isola. L’esito degli oltre 2’200 test condotti negli ultimi sette giorni tra le venti società della Premier ha evidenziato più dei 40 contagi registrati nello stesso lasso di tempo in gennaio. Non solo Tottenham e United, ma diversi altri club, dal Leicester all’Aston Villa fino al Norwich e al Brighton, hanno avuto casi positivi tra i propri tesserati.