Il ct della Nazionale spiega la convocazione dell’attaccante del Salisburgo: ‘Gli avevo chiesto prestazioni all’altezza, me le ha fornite eccome’
Dopo la Svizzera romanda (fu Losanna a ospitare la “Nati” in occasione delle partite di ottobre contro Irlanda del Nord e Lituania), il Ticino. Più precisamente il Centro nazionale di Tenero, è la sede scelta dallo staff della Nazionale rossocrociata per svelare la lista dei convocati in vista delle due partite decisive per la qualificazione ai Mondiali del 2022, venerdì prossimo a Roma contro l’Italia, poi lunedì 15 a Lucerna contro la Bulgaria. Di fronte a una delegazione di talenti del Team Ticino, curiosi quanto interessati, Murat Yakin ha spiegato cosa sta alla base delle sue scelte – in primis quella di puntare su Noah Okafor, il volto nuovo in casa rossocrociata – e quali sensazioni ha, a due giorni dal terzo raduno di sua competenza, a una settimana dalla supersfida dell’Olimpico.
Dopo l’assenza (per infortunio) nel raduno di ottobre, è tornano a far parte della Nazionale il portiere del Borussia Dortmund Gregor Kobel, come anche Fabian Frei e Andi Zeqiri. Sulla lista dei convocati figurano anche i nomi di Manuel Akanji (Borussia Dortmund), Kevin Mbabu (Wolfsburg) e Denis Zakaria (Borussia Mönchengladbach). Questo terzetto aveva saltato la partita in Lituania a causa di un infortunio, rispettivamente a causa di una squalifica per somma di ammonizioni. Mancheranno contro l’Italia e la Bulgaria gli infortunati Granit Xhaka e Haris Seferovic. Albian Ajeti e Cedric Itten, entrambi presenti nel mese di ottobre, non sono stati convocati.
«Nelle ultime partite – esordisce il ct elvetico – la squadra ha avuto un’evoluzione positiva. Per questi due ultimi incontri, la motivazione la troviamo nel fatto che abbiamo il destino nelle nostre mani: con due vittorie ci qualifichiamo direttamente. Detto questo, però, la partita più importante è sempre la prossima, ragion per la quale tutta la nostra concentrazione va al match di Roma contro gli Azzurri. Solo dopo averli affrontati si apriranno nuovi scenari che sarà poi nostra premura valutare. Abbiamo davanti a noi una bella sfida, siamo pronti ad affrontarla con i giocatori che ho convocato. Mi auguro che tutti si presentino al raduno in ottime condizioni, affinché possano contribuire all’ottenimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati».
Noah Okafor – il cui esordio in rossocrociato risale al 2019 in occasione delle Final Four della Nations League – è il volto nuovo, per l’attacco. «Ho discusso a lungo e in modo costruttivo con il mio assistente Vincent Cavin e con Mauro Lustrinelli (tecnico della U21 della quale l’attaccante del Salisburgo è un punto di forza, ndr). Con Noah mi ero intrattenuto prima dell’ultimo raduno, in ottobre. Gli avevo esposto il modo grazie al quale avrebbe potuto fare il grande salto nella Nazionale maggiore: buone prestazioni sia con il Salisburgo, sia con la Nazionale U21. Ebbene, le ha fornite, su ambo i fronti. Ai miei occhi, la qualità delle prestazioni in campo conta tantissimo, e questo vale per ciascun giocatore in orbita Nazionale. Lui ne ha fornite di eccellenti, con continuità. Ha fatto un’ottima pubblicità a se stesso, ultimamente. Ecco il motivo per il quale ho chiamato lui a scapito di Albian Ajeti e Cédric Itten».
La selezione conta 25 giocatori, due in più del solito. Una misura più che altro precauzionale, come conferma Yakin. Il quale è solito chiamare calciatori che, oltre che a fornire delle prestazioni di rilievo, sappiano distinguersi in quanto trascinatori delle rispettive squadre. «Ci sono quattro giocatori diffidati che occupano ruoli cruciali al centro della difesa e nel cuore del centrocampo. Per la gestione degli allenamenti, un paio di alternative in più in quei settori del campo fanno comodo. Inoltre, Zakaria è leggermente acciaccato e Sow giovedì è stato precauzionalmente sostituito per un piccolo fastidio muscolare. Sono entrambi a disposizione, ma è meglio cautelarsi con un paio di alternative già inserite in organico».
Svizzera-Italia va in scena per la terza volta in quattro mesi. «Della sconfitta di Roma ci ricordiamo – interviene Vincent Cavin – ma nel calcio la partita più importante è sempre la prossima. Conosciamo bene l’Italia, loro del resto conoscono molto bene noi. È importante imparare dalle cose che agli Europei non abbiamo fatto bene per farle meglio tra una settimana. Abbiamo perso la prima, abbiamo pareggiato la seconda. Se crediamo alla legge dei numeri, la terza potrebbe essere la volta buona».
«Non ho visto lo 0-3, bensì ho analizzato la partita – interviene con una sfumatura ironica Murat Yakin –. Sin dal primo raduno con la Nazionale ho spiegato ai giocatori quali errori sono stati commessi nelle differenti fasi di gioco, quali mancanze ho notato in fase di prevenzione, a livello difensivo, dove avevo visto una certa mancanza di intensità in determinate situazioni. Nel frattempo abbiamo fatto grandi progressi. Con Mancini l’Italia ha avuto modo di perfezionare il proprio sistema di gioco. Dal canto nostro, in due raduni e quattro partite nelle quali non abbiamo incassato reti ci siamo guadagnati grande rispetto proprio per i passi avanti che si sono notati anche nel secondo confronto ravvicinato, quello di Basilea. Quella partita ha detto che ci possiamo praticamente ritenere allo stesso livello dell’Italia. Ciò che conta è tradurre in campo nella maniera giusta quanto abbiamo imparato a fare nelle ultime uscite. Il risultato conta certo, ma c’è sempre una seconda partita da affrontare, dopo quella di Roma. Considero comunque quella contro gli Azzurri una piccola finale, anche se una seconda possibilità ci viene comunque concessa, dovesse mettersi male. Il risultato di Roma non è un cruccio che ci deve togliere il sonno, anche se vincere resta naturalmente l’opzione più gradita. Del resto sono uno che ama prendere la via diretta, quella più rapida. Non alludo a una scorciatoia, non vorrei essere frainteso». “Se posso già assicurarmi la qualificazione espugnando Roma – chiudiamo noi parafrasando il ct – di certo non mi faccio pregare”. È questo il succo del suo discorso.
Nelle scorse settimane, nei rispettivi club alcuni giocatori si sono distinti, altri meno. «L’ultima volta che ci siamo ritrovati – ricorda il ct – ho accolto ragazzi entusiasti e molto sereni. C’era grande positività. Tutti erano reduci da momenti felici, alcuni addirittura erano stati decisivi, hanno segnato gol. Tutto questo ha avuto ripercussioni favorevoli sull’esito delle partite che abbiamo disputato, sul modo offensivo di interpretarle e sulle reti che abbiamo realizzato. Non sempre accade, questo. Lunedì li ritrovo tutti con piacere. Embolo al momento palesa una condizione eccezionale Shaqiri a Lione ha finalmente giocato nella posizione a lui più congeniale. Due esempi di nazionali al massimo della forma, spero sia lo stesso per tutti gli altri».
In assenza di un leader quale è capitan Xhaka (infortunato), pur con Shaqiri tornato su ottimi livelli, è forse Breel Embolo il giocatore del quale, al momento, la Nazionale non può fare a meno? «Ogni grande squadra dispone di un attaccante di classe mondiale. Breel l’ho visto giocare per la prima volta proprio qui a Tenero, otto anni fa, sul sintetico del Centro sportivo, contro il Team Ticino. Aveva 15 anni e ricopriva un ruolo diverso da quello attuale, più orientato sulla fascia. Nulla lasciava presagire che si potesse affermare come un vero e proprio attaccante. Anche a Basilea ha fatto più che altro l’esterno, o la mezzala. I suoi progressi come punta sono incredibili. Oggi in veste di attaccante la Svizzera dispone di un 23enne forte fisicamente, sicuro di sé, rapido e forte di testa. Un giocatore completo. Se insiste con questa progressione può davvero diventare un elemento imprescindibile».
Zakaria è un altro dei giocatori chiave. Il suo percorso è stato un po’ tortuoso, ma da qualche tempo sembra essere in rampa di lancio. «È stato a lungo infortunato e in discussione con alcuni dei club più importanti, anche perché il suo contratto è in scadenza. Ha vissuto mesi convulsi e difficili. Contro la Grecia (1° settembre, vittoria 2-1, ndr) l’ho schierato, anche se non era del tutto ristabilito. È incredibile quello che è riuscito a restituirmi, in termini di prestazione, nonostante non fosse al meglio. Ha dinamismo, velocità, sul piano atletico è incontenibile, ha energia da vendere. Con Xhaka e con Freuler si completa bene. Remo si attiene a compiti strategici e tattici, Denis spazia molto lungo il centrocampo. Difende molto bene, ma grazie al suo dinamismo sa rendersi pericoloso anche dalle parti del portiere avversario e sa segnare. Ha un futuro molto interessante davanti, a patto che continuino a dargli fiducia e lui riesca a giocare con continuità. La sua attitudine molto positiva, il sorriso che sfoggia continuamente, sono di aiuto. Gli si legge la gioia negli occhi, quando gioca. È esuberante, rapido, sveglio. Ha corsa, fisicità. Ha tutto quello che serve per strappare un contratto in una grande squadra».
Le sessioni d’allenamento a Cornaredo di lunedì (alle 17) e martedì (11.30) saranno aperte al pubblico. I tifosi con un’età superiore ai 16 anni dovranno mostrare il certificato Covid e la carta d’identità all’ingresso dello stadio (tribuna Monte Brè).