La Svizzera non va in gol su azione da 512’ e l’unica rete nelle ultime 5 sfide è giunta su rigore inventato. Ma a Ginevra gli elvetici non possono sbagliare
Se nel calcio ai dati statistici si potesse attribuire una qualsivoglia capacità di preveggenza, la Nazionale svizzera dovrebbe preoccuparsi – e parecchio – a poche ore dalla sfida di Ginevra con l’Irlanda del Nord, crocevia fondamentale per le speranze elvetiche di raggiungere i Mondiali 2022 in Qatar senza dover passare dalle forche caudine dello spareggio. Dovrebbe preoccuparsi, perché i numeri non confermano quella che, ranking Fifa alla mano, sembrerebbe essere una chiara supremazia, certificata dalle 32 posizioni che separano le due squadre (15esimi gli elvetici, 47esimi i nordirlandesi). Per il momento, le due Nazionali si sono affrontate sette volte, con tre pareggi (tutti 0-0) e due successi per parte. E in 7 partite, la Svizzera è riuscita ad andare in gol la miseria di 3 volte. A dire il vero, è da ben 512’ che la porta nordirlandese rimane inviolata, per lo meno su azione, visto che il 9 novembre 2017, nell’andata dello spareggio per i Mondiali in Russia, Ricardo Rodriguez era andato in gol su rigore, per altro inventato di sana pianta dall’arbitro romeno Hategan.
Alla luce dei precedenti, il fatto che la Svizzera non possa contare sul suo centravanti di riferimento (l’infortunato Haris Seferovic), per altro poco in palla (eufemismo) sia contro l’Italia, sia nella sfida di Belfast (sbagliò pure un rigore), qualche apprensione la può destare. Murat Yakin è ancora alla ricerca del primo gol “ufficiale” della sua gestione dopo il doppio 0-0 di settembre. Un gol che sabato dovrà arrivare, in un modo o nell’altro. Perché lasciare Ginevra senza i tre punti in saccoccia potrebbe voler dire cedere all’Italia senza combattere la qualificazione diretta e giocarsi tutto nei 180’ di spareggio contro un avversario che, alla luce delle attuali classifiche di gruppo, potrebbe chiamarsi Serbia, Russia, Norvegia o, tanto per cambiare, Svezia. Avversari invero non impossibili, ma che, per un motivo o per un altro, sarebbe meglio evitare. Per riuscirci, però, la Svizzera dovrà vincere le prossime quattro partite: Irlanda del Nord, Lituania, Italia a Roma e Bulgaria a Lucerna. Il pareggio del mese scorso a Belfast ha complicato, e di brutto, le cose.
Le assenze di Seferovic e Xhaka costringeranno Yakin a inventarsi qualche soluzione alternativa. Davanti, il coach basilese dovrebbe affidarsi a due suoi conterranei nel tentativo di scardinare una difesa che ritroverà Jonny Evans, suo leader naturale e assente per infortunio a Belfast. Breel Embolo e Xherdan Shaqiri, entrambi assenti in settembre, dovrebbero occupare i due posti d’attacco in un classico 4-4-2. Embolo è reduce da una splendida prestazione contro il Wolfsburg, con una rete e un assist, grazie alla quale è finito nell’undici ideale del settimanale Kicker. Shaqiri, dal canto suo, dopo il passaggio dal Liverpool al Lione è in ripresa, sia fisica, sia mentale. Non ha ancora ritrovato il suo abituale standard di rendimento, ma arriva da sette titolarizzazioni consecutive e “Muri” dovrebbe garantirgli maggiore libertà d’azione rispetto a quanta ne ha ricevuta in queste settimane in Francia, dove è stato spesso costretto a stazionare sul fianco destro dell’attacco. Yakin potrà comunque contare pure sul rientro di Mario Gavranovic, elemento in grado di garantire un apporto di spessore, come ha saputo dimostrare durante Euro 2020.
La Svizzera fatica ad andare in rete, non soltanto su azione, ma pure dagli undici metri, tanto da aver fallito gli ultimi quattro tentativi all’interno di tempi regolamentari e supplementari, tre volte con Rodriguez (Eire, Stati Uniti e Francia) e una con Seferovic (a Belfast). Murat Yakin ha deciso che, nel caso in cui la Svizzera dovesse avere a disposizione una nuova opportunità, a incaricarsi della battuta sarà Xherdan Shaqiri. Scelta quanto meno insolita, visto che nelle 96 apparizioni in rossocrociato, XS è andato sul dischetto una sola volta, nella serie di rigori degli ottavi di finale di Euro 2016 contro la Polonia (per altro con successo). In carriera il basilese ha calciato sei volte dal dischetto con un solo errore ed è di fatto colui che può vantare la migliore media tra i 23 convocati, eccezion fatta per Rodriguez (22 segnati e 6 sbagliati). Il nuovo coach rossocrociato vuole evidentemente che sia proprio il più estroso dei giocatori svizzeri – per altro gratificato con la fascia di capitano in essenza di Xhaka – a caricarsi sulle spalle le sorti della Nazionale. Una vittoria servirà pure a scacciare sul nascere le possibili polemiche per la mancata convocazione di Michael Frey, in questo inizio di stagione autore di 12 reti nel campionato belga con la maglia dell’Anversa. Bottino ben diverso rispetto a quelli di Cedric Itten (un gol con il Greuther Fürth, al quale è stato ceduto in prestito dai Glasgow Rangers) e Albian Ajeti (tre reti tra campionato ed Europa League con i Celtic Glasgow).