Calcio

L'ira della FIFA sulla Super Lega: ‘Pagherete le conseguenze’

Al congresso UEFA Gianni Infantino avvisa i dodici club dissidenti: o state dentro, o state fuori. Critiche anche dal presidente del Comitato Olimpico.

Gianni Infantino, presidente FIFA
(Keystone)
20 aprile 2021
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La FIFA “disapprova formalmente” il progetto di Super Lega. I dodici club europei dissidenti “dovranno subire le conseguenze” della loro rottura, ha affermato il presidente della Federazione Gianni Infantino. 

Il progetto che soppianta di fatto la Champions League è un “club chiuso, dissidente dalle istituzioni esistenti”, ha affermato a Montreaux il patron della FIFA, in apertura dell'annuale congresso dell'UEFA, l'istanza europea del calcio.

“O state dentro, o state fuori. Non potete essere dentro a metà e fuori per l'altra metà”, ha aggiunto; brandendo di nuovo la minaccia di esclusione dei club dissidenti e dei loro giocatori da tutte le competizioni nazionali e internazionali, senza però citare delle misure concrete.

“Le promozioni e le relegazioni sono un modello che è stato coronato da successo – ha proseguito Infantino, dicendosi contrario al sistema di una lega praticamente chiusa, nella quale i club fondatori avrebbero il loro posto garantito ogni stagione, invece di doversi qualificare attraverso i rispettivi campionati nazionali.

Il discorso di Infantino al congresso dell'UEFA era particolarmente atteso dal mondo europeo del calcio, che avrà bisogno della FIFA per mettere in atto le rappresaglie che intende infliggere ai club ribelli. Tra esse, da discutere dal punto di vista giuridico, c'è quella di bandire i giocatori di queste squadre dalle competizioni internazionali con le loro selezioni. 

Qualche minuto prima, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach aveva a sua volta criticato il progetto di Super League alla cui origine ci sono sei club inglesi, tre spagnoli e tre italiani. “Il modello sportivo europeo è un approccio unico (...), fondato sull'apertura di una competizione equa, che dà la priorità al merito sportivo. Questo modello oggi è minacciato (...), sfidato da un approccio mosso unicamente dal profitto”.