Si chiudono con un pesante 0-3 gli Europei della selezione di Lustrinelli. Lusitani fuori categoria e ai quarti assieme alla Croazia
Nulla fare, troppo ampio il divario tecnico tra il Portogallo e la Svizzera, battuta nettamente 3-0 e costretta ad abbandonare la fase intermedia degli Europei con un bilancio negativo di una vittoria (al debutto contro l’Inghilterra) e due sconfitte, quella bruciante, per come era maturata, contro la Croazia, avversario decisamente alla portata, e quella invece chiarissima e anche un po’ mortificante contro i lusitani di Rui Jorge, forte di calciatori di primo livello e di un’intelaiatura tale da farne una delle grandi favorite per il titolo che verrà assegnato nella fase a eliminazione (dai quarti di finale) in maggio.
Rispetto alla partita persa contro la Croazia, Mauro Lustrinelli ha cambiato ben sette degli undici titolari. Nuova, per la terza volta in tre partite, anche la coppia di difensori centrali, formata stavolta da Bamert e van der Werff, nettamente sorpresi - soprattutto il primo, in forza al Sion - in occasione del gol di testa al 3’ del loro omologo Queiros, in indisturbata e felice sortita offensiva. Mal piazzata, la retroguardia rossocrociata, nel momento di riprendere posizione su azione insistita dei lusitani, in costante possesso palla o abili nel recuperarla nelle poche volte in cui l’hanno persa.
Come contro i croati, elvetici colpiti nelle fasi d’avvio e costretti ad affrontare la sfida con un fardello sulle spalle di uno svantaggio che, tra l’altro, ha pure mandato all’aria i piani tattici di una sfida subito incanalata lungo i binari della rincorsa. Il netto divario tecnico e di proprietà di palleggio (completamente a favore del Portogallo) ha prodotto un tempo monocorde, chiaramente dominato dal Portogallo, limitatosi al controllo delle operazioni conservando il pallone e costringendo i ragazzi di Lustrinelli a continue e infruttuose corse e rincorse, per lo più a vuoto. La fredda cronaca ricorda che al tiro la Svizzera è andata due volte senza che abbia diritto di invocare occasioni da rete (Ndoye e Imeri, alle stelle) che non ci sono state. Poco da segnalare, in termini di opportunità, anche sul conto dei lusitano, vicini al raddoppio solo con Tomas (Racioppi ha messo una pezza).
Diverso, l’atteggiamento della Svizzera in avvio di ripresa. Con più determinazione, mettendo più intensità nei duelli diretti, i rossocrociati hanno preso fiducia e guadagnato metri. In assenza del Var, sull’intervento di Dalot in scivolata restano il sospetto di un tocco di mano del milanista e le recriminazioni per un rigore che ci poteva stare e che avrebbe impresso alla partita una sferzata forse decisiva. Interessanti sprazzi rossocrociati, fin lì, mortificati però dall’accelerazione di un Portogallo sornione e cinico, al primo affondo del secondo tempo, valso il 2-0 di Trincao a porta sguarnita, dopo un primo intervento di Racioppi su Tomas. Sotto accusa ancora una volta Bamert, sorpreso alle spalle dall’inserimento della punta dello Sporting Lisbona.
Una mazzata, nel momento in cui l’inerzia di un duello comunque impari, sembrava cambiare, con Lustrinelli pronto a giocarsi le carte Toma e Zeqiri per cercare di rimettere in piedi un risultato poi definitivamente compromesso da una distrazione di van der Werff che ha regalato a Conceicao il 3-0. Un disastro, la coppia di centrali scelta da Lustrinelli, non esattamente azzeccata l’idea di lasciare in panchina Zesiger dell’Yb, certamente tra i migliori nel match di debutto di questi Europei contro l’Inghilterra, l’unico vinto.