Dopo 16 mesi di assenza per infortunio, il ginevrino torna in una Nazionale all'esordio nelle qualificazioni mondiali contro la Bulgaria
Denis Zakaria è tornato Nazionale dopo un’assenza di 16 mesi. Ma a seguito di un brutto infortunio al ginocchio, il 24enne non ricoprirà ancora un ruolo da protagonista nell’esordio delle qualificazioni della Coppa del mondo in Bulgaria. «Non sono ancora al 100%», afferma.
Il suo ritorno, però, è passato quasi inosservato, una settimana fa, al momento di comunicare le scelte di Vladimir Petkovic: "Torna per la prima volta dal novembre 2019 il centrocampista Denis Zakaria", recitava una frase del terzo paragrafo del comunicato dell'Asf. Appena un accenno per il calciatore svizzero con il più alto valore di mercato.
A dare maggior peso al rientro del centrocampista ci ha poi pensato lo stesso Petkovic… «Ci è mancato molto l'anno scorso. Abbiamo continuato a sperare di poterlo recuperare anche gli impegno autunnali. Ora finalmente lo abbiamo di nuovo a disposizione». Per Petkovic, Zakaria è un giocatore chiave. Il ginevrino aveva compiuto la transizione all'interno della Nazionale svizzera da giocatore di rincalzo a top performer prima che il danno alla cartilagine del ginocchio, subito a marzo 2020 lo costringesse a sottoporsi a un intervento chirurgico nel corso dei mesi primaverili.
Denis Zakaria è stato uno dei maggiori beneficiari della “rivoluzione” seguita alla Coppa del mondo 2018. Ha subito preso il posto di Valon Behrami, sia in campo, sia spalla del capitano e stratega Granit Xhaka. Nelle qualificazioni agli Europei, Zakaria ha giocato tutte le otto partite. È rimasto in campo 690 minuti su 720. Solo il portiere Yann Sommer e Xhaka hanno avuto più tempo di gioco. Ai Mondiali in Russia, Xhaka aveva descritto il suo compagno di squadra come “l'uomo del futuro”; poche settimane dopo, Zakaria era diventato “l'uomo del presente”.
Ma poi è arrivata la partita di Bundesliga del 7 marzo 2020 tra Borussia Mönchengladbach e Borussia Dortmund, con la fatidica collisione con il compagno di squadra Sommer. Oggi, Zakaria parla del «peggior momento della mia vita». Inizialmente, si pensava che l’assenza si sarebbe limitata a qualche giorno. un periodo che si è invece dilatato in settimane e mesi, fino al ritorno dello scorso novembre. Anche quattro mesi e 24 partite dopo il comeback, Zakaria dice che «non sono ancora al 100%. In particolare, dal profilo mentale la lunga assenza ha avuto un effetto collaterale. È come un trauma nella mia testa».
In questo momento, Zakaria non è l’uomo del presente, è nuovamente diventato quello del futuro. Deve tornare a lottare per il posto fisso in Nazionale. A Sofia, difficilmente giocherà dall'inizio, perché anche nella selezione rossocrociata si applica a Zakaria ciò che il suo allenatore Marco Rose ha detto a Mönchengladbach già nel tardo autunno: «Dobbiamo andare cauti con il suo reinserimento».
Un infortunio non arriva mai al momento giusto. Ma per Zakaria, è certamente successo in un momento estremamente poco propizio. I migliori club d'Europa gli stavano dando la caccia. Si parlava di Bayern Monaco, Liverpool o Manchester City, di 40, 50 milioni di euro di trasferimento. Si dice che anche il Barcellona fosse interessato. Quei club (e probabilmente alcuni altri) lo sono ancora adesso, ma naturalmente negli ultimi mesi l’urgenza è un po’ scemata. Poiché il contratto di Zakaria a Mönchengladbach scade nell'estate del 2022, un trasferimento rimane possibile al termine dell’attuale stagione. Il Borussia non ha «alcun interesse a lasciar scadere i contratti», come ha detto recentemente il direttore sportivo Max Eberl.
Se il club vuole vendere Zakaria e trarre un cospicuo profitto, dovrà completare l'affare la prossima estate, oppure trovare un accordo per il rinnovo dell’intesa. Ma a differenza di Nico Elvedi, che pochi giorni fa ha prolungato il suo contratto a Mönchengladbach (pure in scadenza nel 2022), Zakaria non sembra disposto a farlo. «A un certo punto voglio fare il passo successivo, questo è chiaro». Un passo che sembrerebbe indirizzarlo verso la Premier League. In Nazionale, però, il primo obiettivo sarà rappresentato dalla riconquista della titolarità, in modo che “l’uomo del futuro” torni a essere “l’uomo del presente”.
«Quest'anno ci divertiremo», ha affermato Vladimir Petkovic. E la Nazionale dovrà farlo sin dalla sua prima uscita, contro una Bulgaria al 68º posto della classifica FIFA che non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile per una Nazionale ritenuta una possibile avversaria dell'Italia nella lotta per la conquista della qualificazione diretta. «Lo scorso anno abbiamo mostrato buone cose, anche se i risultati non sono stati sempre conseguenti. Quest'anno dovremo però mettere in campo maggiore realismo sotto porta e ai ragazzi chiedo di cercare subito la rete del vantaggio, in modo da liberare l'aspetto mentale dell'esordio».
Per Petkovic quella che inizia a Sofia è la quarta campagna di qualificazione. Le prime tre si sono concluse con successo, alla luce della capacità della squadra di vincere le partite che andavano assolutamente vinte. Non a caso, la Svizzera ha perso una sola sfida con un avversario sulla carta più debole (1-0 a Maribor contro la Slovenia nell'ottobre 2014)...
Contro la Bulgaria, la Svizzera disputerà la prima di 17 partite previste in questo ricco 2021... «Diciassette senza contare gli eventuali impegni nella fase a eliminazione diretta dell'Euro. Un calendario così fitto dà ragione all'approccio che abbiamo sempre avuto, vale a dire l'idea di prendere partita dopo partita. Iniziamo a vincere in Bulgaria e domenica a San Gallo contro la Lituania, dopodiché avremo a disposizione due mesi di tempo per pensare alla fase finale dell'Europeo».
Segnato da derive razziste, dalla corruzione e dal disinteresse del pubblico, il calcio bulgaro attraversa da anni una crisi terribile. Il ricordo della semifinale a Usa 94 di una squadra guidata da Hristo Stoichkov, Emil Kostadinov e Krassimir Balakov sembra ben più lontana dei 27 anni trascorsi. Contro la Svizzera, la Bulgaria inizia il cammino verso Qatar 2022 con l'intento quasi utopico di raggiungere la fase finale di un grande torneo per la prima volta da Euro 2004. Ma si può davvero fare affidamento su una squadra che ha vinto soltanto due (1-0 alla Cechia e 3-0 a Gibilterra) delle ultime 23 partite disputate? Per affrontare i rossocrociati, il selezionatore Yasen Petrov ha chiamato dieci neofiti. Nella lista si trova un solo giocatore militante in uno dei cinque campionati più importanti, nella fattispecie l'attaccante dello Spezia, Andrei Galabinov. Il 32.enne, però, dopo un inizio di stagione con tre reti nelle prime due partite, ha perso il posto da titolare...