Gol a freddo di Schmied, replica bianconera con Gerndt di testa. Nella ripresa succede poco, anche se Abubakar recrimina per un clamoroso palo
Tutto nei primi 23 minuti, in un Lugano-Vaduz chiuso con un salomonico pareggio che fa la gioia dell'undici del Principato, non della squadra di Jacobacci che ambiva alla posta piena ma che, va detto, ha fatto troppo poco per meritarla. Al vantaggio a freddo di Schmied nella fasi introduttive ha risposto un bel colpo di testa di Gerndt su invito di Lungoyi. Poi poco o niente, sul fronte offensivo, su ambo gli schieramenti. Anche se Abubakar può recriminare per un clamoroso palo nella ripresa, in quella che resta però l'unica fiammata bianconera oltre al citato gol della punta svedese.
Pronti-via e il Vaduz passa grazie a un tocco beffardo del difensore Schmied, più lesto di Daprelà ad avventarsi su un pallone sporcato dal collega di reparto Schmid. Un’azione nata da un fallo laterale di Lüchinger che lo stesso centrocampista ha rimesso in mezzo di testa dopo la respinta di una difesa che nell’occasione si è fatta nettamente sorprendere, il citato Daprelà su tutti.
Non che il canovaccio della partita sia cambiato granché, perché l’iniziativa sarebbe comunque rimasta nelle mani dei padroni di casa, schierati da Jacobacci con una sorta di 4-2-3-1 che ha visto Sabbatini agire a ridosso del terzetto d’attacco formato da Lungoyi a destra, Gerndt molto defilato a sinistra e Abubakar nel ruolo di centravanti con lo scopo di difendere e smistare palla. Sotto gli impulsi di Lovric e Covilo, più che dello stesso Sabbatini, il Lugano ha assunto il controllo delle operazioni senza però apparire dominante, opposto a un Vaduz rintanatosi a protezione dell’insperato vantaggio e pronto a ripartire, seppur senza grande convinzione. Tutto sommato estemporaneo, e non frutto di chissà quale furia offensiva, il pareggio di Gerndt, terminale di una delle poche belle combinazioni. Merito, l’unico nei primi 45’, di Lungoyi, fuggito via alla marcatura colpevolmente larga degli uomini che ne avrebbero dovuto contenere la spinta e preciso nel trovare la capocciata letale di Gerndt, anche lui praticamente al primo squillo di un primo tempo nel quale è rimasto a lungo estraneo alla manovra, eccessivamente defilato sulla corsia mancina.
Equo, il pareggio all’intervallo, anche se è sul conto del Vaduz (deviazione mancata di Sutter) l’occasione che avrebbe potuto spezzare l'equilibrio e restituire il vantaggio all’undici di Frick.
Nella ripresa Jacobacci ha subito inserito Bottani al posto di Lungoyi, per poi togliere anche Gerndt che ha fatto spazio ad Ardaiz, nuovo terminale offensivo. Ridisegnato, quindi, il fronte d’attacco, con lo spostamento ai lati di Abubakar. Chiaro l’intento del mister, dinamitare la fase offensiva di una squadra che nella prima parte di gara aveva davvero combinato poco.
I buoni propositi sono stati disattesi dalla realtà di un secondo tempo senza grandi sussulti, fatta eccezione per il clamoroso palo pieno colto da Abubakar, su iniziativa personale, e per l'espulsione per doppio ammonimento di Lovric che ha tolto al Lugano un uomo nel momento di operare l'accelerazione decisiva. Pago del pareggio, il Vaduz si è limitato a fare scorrere i minuti restanti.
Lugano - Vaduz (1-1) 1-1
Reti: 2’ Schmied 0-1. 23’ Gerndt 1-1
Lugano: Baumann; Lavanchy, Kecskes, Daprelà, Facchinetti; Covilo, Lovric; Sabbatini (84' Custodio); Lungoyi (46’ Bottani), Abubakar, Gerndt (61’ Ardaiz)
Vaduz: Büchel; Schmied, Schmid, Simani; Gasser; Gajic; Dorn, Lüchinger (57’ Prokopic), Obexer; Di Giusto (57’ Cicek), Sutter (68’ Coulibaly)
Arbitro: Cibelli
Note: partita a porte chiuse. Lugano senza Maric e Osigwe (infortunati). Vaduz senza Wieser (squalificato), Rahimi (infortunato). Ammoniti: 34’ Lovric (poi espulso all'80'). 35’ Simani. 45’ Sabbatini