Inizia domani la campagna elettorale in vista della votazione del 24 gennaio. I nove candidati hanno tutti un'idea precisa sul futuro dell'argentino
Il possibile ritorno di Neymar, la ristrutturazione del Camp Nou, il debito del club... Ma soprattutto il futuro di Lionel Messi, libero nel mese di giugno. Non sono pochi i rompicapi per il nuovo presidente del Barcellona, scelto il 24 gennaio al termine di una campagna elettorale che inizierà domani. Nove candidati si contendono i voti di circa 110.000 soci (sostenitori-azionisti) in età di voto, con l'obiettivo di occupare la poltrona lasciata vacante a fine ottobre da Josep Maria Bartomeu (2014-2020), dopo una lenta discesa all'inferno. Tra i contendenti ci sono l'ex presidente Joan Laporta, che ha ricoperto l'incarico dal 2003 al 2010 ed è stato l'architetto della squadra trionfante di Pep Guardiola (2008-2012), Emili Rousaud e Toni Freixa, ex membri del consiglio di amministrazione del club, Jordi Farré, il promotore della mozione di sfiducia che ha spinto Bartomeu ale dimissioni e Victor Font, che si affianca all'ex playmaker catalano Xavi Hernandez.
Nonostante la campagna elettorale inizi soltanto domani per le elezioni convocate il 24 gennaio, tutti gli attori in campo si sono già espressi su come affronterebbero il nodo-Messi e sui colpi di mercato in vista della prossima stagione.
La Pulce avrebbe voluto lasciare il club lo scorso agosto dopo la storica sconfitta per 8-2 dal Bayern Monaco in Champions League, ma la vecchia dirigenza lo aveva costretto a compiere marcia indietro. Il suo contratto scade il 30 giugno 2021 e le trattative per un prolungamento sembrano per il momento in stallo. Sarà quindi libero di negoziare con altri club a partire dal 1° gennaio 2021 in vista di una possibile partenza in estate.
Colui che secondo la stampa catalana è il grande favorito, Joan Laporta, ha ribadito che «nessuno dubita che Messi ami il Barça» e ha assicurato di desiderare «che il rapporto Messi-Barça continui». Nel complesso, tutti i candidati vogliono che Messi prosegua la sua avventura con i blaugrana, il suo club nel cuore. Tuttavia, alcuni di loro hanno molta paura di una partenza, con il candidato Xavi Vilajoana che dice che «è Messi a dover decidere se vuole continuare a giocare per il miglior club del mondo». Toni Freixa preferisce non parlare del futuro di Messi prima di essere eletto, per non inquinare una campagna già sovraccarica, mentre Agusti Benedito ritiene che sarà «molto complicato» convincere Messi a restare, in quanto la sua decisione sembrava "maturata e ponderata» già la scorsa estate: «Le dichiarazioni di Neymar che dice di voler giocare con lui non mi rendono molto ottimista», ha scritto sul quotidiano La Vanguardia all'inizio di dicembre. Quanto a Emili Rousaud, annovera tra i sostenitori l'ex agente Josep Maria Minguella, l'uomo che ha portato Messi al Barça.
Oltre al fil rouge del caso-Messi, la campagna rischia di essere segnata dall'apertura del mercato invernale (4 gennaio) e dai possibili trasferimenti di grandi star come Neymar e Haaland. Anche la situazione economica del Barça sarà ampiamente discussa: nel 2019, il club catalano ha ottenuto un prestito di 140 milioni di euro su cinque anni da un fondo di investimento americano per aiutarlo a pagare il suo debito. Inoltre, la precedente gestione aveva anche fatto capo a un prestito di 815 milioni in 30 anni da Goldman Sachs per realizzare il progetto di ristrutturazione del Camp Nou. I nove aspiranti presidenti avranno 19 giorni di tempo tra il 23 dicembre e l'11 gennaio per cercare di raccogliere le 2.557 firme di sostegno dei “socios”, necessarie per ufficializzare la loro candidatura. Una volta verificate tutte le firme e annunciate le candidature, la campagna elettorale si articolerà in sette giorni, dal 15 al 22 gennaio, prima della votazione del 24 gennaio, che si terrà per la prima volta in dieci località, per rispettare le norme sanitarie nel bel mezzo della pandemia e per evitare assembramenti. I “socios” potranno votare al Camp Nou, come di consueto, ma anche a Girona, Tarragona, Tortosa e Lleida in Catalogna, Madrid, Valencia, Siviglia, Palma di Maiorca e Andorra.