Calcio

Adrián, il nuovo Guerrero della fascia sinistra bianconera

Il 22enne terzino spagnolo arrivato in agosto dal Valencia è uno dei principali artefici dell'ottimo inizio di campionato del Lugano secondo in classifica

28 novembre 2020
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Mercoledi mattina ore 12, Stadio Cornaredo, campo B. L'Fc Lugano termina il suo allenamento e dopo due ore di intenso lavoro, l’allenatore Maurizio Jacobacci manda i suoi giocatori a fare la doccia. Ma non tutti. Un gruppetto comprendente Guidotti, Ardaiz, Gerndt e soprattutto Adrián Guerrero, nonché alcuni giocatori della U21 che si allenano con la prima squadra, si ferma sul campo e per altri 45 minuti si cimenta in vari esercizi, con lo specifico intento di far crossare il pallone al 22enne terzino spagnolo per gli attaccanti, pronti in area di rigore a finalizzare questi centri. Saranno stati circa un centinaio, i lanci effettuati dal terzino luganese, moltissimi finiti sulla testa o sui piedi di chi poi indirizzava il pallone con precisione verso la porta difesa dal giovane portiere Alessandro Pietrogiovanna. Da qui si capisce subito di che pasta è fatto il difensore mancino, approdato in agosto a Lugano in prestito sino a fine stagione dal Valencia (con cui nella scorsa stagione ha collezionato due presenze nella Liga) e divenuto subito il vero padrone della fascia sinistra della formazione ticinese, tanto da venir schierato titolare in tutte le partite fin qui disputate dai bianconeri, ossia sette di Super League e una di Coppa Svizzera.

«Sono molto contento di essere arrivato a Lugano e di come è iniziata la stagione – ci spiega Guerrero subito dopo aver terminato i suoi 165 minuti di allenamento, stanco ma con il sorriso sulle labbra –. Qui mi trovo molto bene, sono stato accolto ottimamente da tutti i nuovi compagni. In squadra ho poi due giocatori, Ardaiz e Sabbatini, che parlano la mia stessa lingua e questo ha facilitato il mio inserimento, anche se devo dire che dopo due settimane mi facevo già capire da tutti. In fondo, l’italiano, parlando lo spagnolo non è poi così difficile da imparare». E difatti l'intervista l'abbiamo svolta in italiano.

Cresciuto nelle giovanili del Barcellona, poi approdato al Valencia, dove ha giocato prevalentemente nella seconda squadra, in bianconero ha accumulato già 744 minuti di gioco dei 750 possibili, dietro solo ai 748 di Lavanchy e i 750 di Daprelà. Un ampio minutaggio fatto di tanta corsa, una difesa attenta e ficcanti inserimenti, condito anche da un assist per il pareggio in extremis trovato da Oss a Vaduz. Insomma, Guerrero è uno dei principali artefici dell'ottimo inizio di campionato dei ticinesi, secondi in classifica a due punti dalla vetta e imbattuti ormai da 15 partite (16 contando anche la Coppa)... «Siamo un bel gruppo, stiamo giocando bene ed è importante proseguire su questa strada. Personalmente sto lavorando bene, questo mi permette di essere sempre pronto ad aiutare la squadra. Lavoro intensamente tutta la settimana, con l’obiettivo di essere poi in campo quando si fa sul serio. Alla fine è il mister che decide chi va in campo, l'importante è farsi trovare pronti. Sono venuto in Svizzera per fare una nuova esperienza e per giocare il più possibile e non nascondo che all’inizio ho fatto fatica. Qui si gioca un calcio diverso rispetto a quello spagnolo, più fisico, fatto di meno passaggi. Ho però studiato molto il calcio svizzero e mi sono adattato piuttosto velocemente, anche se nulla è regalato, ci vuole molto lavoro, tanta voglia e anche pazienza».

Dove può arrivare questo Lugano? «Dobbiamo concentrarci a prendere partita per partita, non pensare troppo a dove si potrà arrivare. Sappiamo tutti che i tifosi anche se non possono venire allo stadio ci seguono e noi vogliamo vincere anche per loro».

La 'piccola' Lugano e la famiglia lontana

Dopo aver abitato in due importanti e grandi città spagnole come Barcellona e Valencia, sei arrivato nella piccola Lugano. Come ti sei ambientato? «Molto bene. È una città bella e soprattutto tranquilla. Per uno sportivo l’ambiente ideale. Chiaramente mi manca la mia famiglia che abita in Spagna, all’inizio non è stato facile, ma poi sono riuscito ad ambientarmi e adesso tutto funziona molto bene».

Una lontananza dai famigliari resa ancora più complicata dalla pendemia di coronavirus, ma quale «La situazione in Spagna è simile a quella in Svizzera. Si è sempre un po' preoccupati, spero tanto nelle vacanze natalizie di poter tornare in Patria, ma bisogna attendere quali saranno le disposizioni svizzere e spagnole. Speriamo che la situazione migliori, ci conto moltissimo di poter riabbracciare nuovamente i miei cari».