Si chiude con un pareggio l'amichevole del Comunale tra i granata di Jemmi e l'11 di Jacobacci. 'M'aspettavo di più ma non voglio polemizzare'
Finisce con un pareggio l'amichevole tra Bellinzona e Lugano, che si sono affrontati nel tardo pomeriggio al Comunale. Dopo la goleada di Sementina si pensava di rivedere un Lugano pimpante, ma per i bianconeri invece solo la prima mezz'ora è stata confortante. Anche se ad andare in gol per primo è stato l'Acb, con Magnetti che ha sfruttato un indecisione della difesa bianconera al 28'. Il pareggio, poco dopo (al 36') è invece arrivato con una bella azione rifinita da Lavancy.
Un tantino deluso dalla prestazione della propria squadra il Mister bianconero, Maurizio Jacobacci: «Mi aspettavo qualcosina in più, soprattutto nella ripresa. Ma non voglio polemizzare: tutti hanno potuto giocare 45 minuti e anche qualche giovane è sceso in campo. Peccato, perché abbiamo iniziato molto bene la partita, e il Bellinzona non ha toccato quasi palla. Poi, però, ci siamo trovati sotto di una rete: troppe palle sprecate, soprattutto con i molti cross sotto misura, poca presenza e qualità. Diverse cose da mettere a posto. Intanto però sono soddisfatto che nessuno si sia fatto male».
Altra storia, invece, in casa granata. Al termine di un test davvero importante, anche perché per ben due volte gli impegni di campionato della squadra di Jemmi hanno dovuto essere rinviati a causa Covid, un avversario in più da sconfiggere in questo inizio stagione travagliato per l'Acb. «È difficilissimo riuscire ad adattarsi a questa situazione - dice il tecnico bellinzonese - Domenica dovevamo giocare con il Sion e soltanto sabato abbiamo saputo del rinvio: tutta una settimana con la partita in testa e poi arriva la notizia negativa. Ma sapevamo che poteva andare a finire così, dovremo abituarci». In attesa di capire se la squadra granata potrà dare fastidio alle grandi del proprio girone di Promotion League. «Il nostro obiettivo è essere sempre, lì a ridosso delle prime, cercando di morder loro le caviglie - conclude Jemmi -. Siamo in fiducia, e sappiamo che anche noi potremo dire la nostra».