Lasciatosi i mesi più complicati alle spalle, il capitano della Nazionale ha ritrovato stima, fiducia e... campo all'Arsenal. Grazie al mister basco
Per molte settimane sono nate molte speculazioni circa la permanenza all'Arsenal di Granit Xhaka, la cui partenza in gennaio era data per certa, in virtù di un rapporto non esattamente idilliaco con una tifoseria esigente che non gli ha risparmiato critiche per una condotta ritenuta non degna del capitano dei Gunners quale era. Ora però il centrocampista della Nazionale rossocrociata svela apertamente la volontà di proseguire la carriera a Londra.
Lo scorso novembre la posizione di Xhaka, alla quarta stagione con l'Arsenal, si era notevolmente indebolita. Gli venne tolta la fascia di capitano, una decisione che lo indusse ad ammettere che a quelle condizioni, per lui sarebbe stato davvero molto complicato restare, in balìa della corrente fortemente critica e che invece ne continuava a perorare la causa, pur con sempre meno convinzione.
Le difficoltà del rapporto ormai logoro con l'ex tecnico Unai Emery balzarono agli occhi del mondo al momento della famigerata sostituzione contro il Crystal Palace. Alla relazione già di per sé complicata con i tifosi dei Gunners, il tecnico spagnolo diede un'ulteriore spallata con scelte bizzarre. La rottura con uno dei giocatori chiave della squadra divenne inevitabile. Il clamoroso passo falso in casa in Europa League contro l'Eintracht Francoforte (1-2) costò poi il posto a Emery, sollevato dall'incarico l'indomani. Quale conseguenza dell'allontanamento dell'allenatore che lo aveva messo ai margini, Granit fu immediatamente reintegrato in squadra.
Da quei giorni convulsi e densi di dubbi, il vento è girato. Le critiche nei suoi confronti si sono smorzate, la situazione si è normalizzata, le prestazioni dell'elvetico hanno smesso di essere al centro di ogni discussione riguardante l'Arsenal. «Non ho voglia di tornare a parlare dei tre o quattro mesi davvero difficili che vissuto - ha ricordato Xhaka -, non mi piace rivangare il passato, sono piuttosto uno che guarda avanti». Superato anche il contraccolpo della 'degradazione', da capitano a semplice giocatore. «Una pratica ormai archiviata. Cerco di aiutare la squadra con la professionalità il lavoro duro sul campo».
La vera svolta, però, è coincisa con l'insediamento in panchina di Mikel Arteta. L'ex assistente di lunga data di Pep Guardiola ha trovato subito la chiave d'accesso. Stima e empatia che l'ex calciatore spagnolo gli trasmettono fanno al caso del 27enne rossocrociato. «Abbiamo subito avuto una lunga e proficua discussione, nella quale mi ha fatto capire chiaramente quanto conta su di me e quanto sia importante il ruolo che mi affida all'interno dei meccanismo del suo gioco».
Xhaka è stato titolare in nove delle dieci partite affidate alla gestione di Arteta. In tre competizioni diverse ha perso una sola partita. Nemmeno la deludente eliminazione dall'Europa League a opera dell'Olimpiakos non ha scatenato nuovi dibattiti. Da affrontare ci sono i quarti di finale di Fa Cup contro lo Sheffield United, mentre in Premier dopo tre successi filati la corsa a uno dei quattro piazzamenti Champions è ancora aperta. «La curva delle mie prestazioni volge nuovamente al rialzo. Merito di un tecnico che è arrivato con un piano e con idee preciso sul mio utilizzo in campo». Dall'insediamento del nuovo mister, l'elvetico non ha praticamente più commesso alcun errore. «Da lui imparo qualcosa ogni giorno, mi rende un calciatore migliore». Il tecnico basco punta forte su valori cari anche a Xhaka : «Carattere, spirito di squadra e disciplina».
Alla luce della piega presa dagli eventi, ora è difficile ipotizzare l'interruzione di un rapporto di lavoro in scadenza fino al 2023. Il progetto che vedeva Granit Xhaka in procinto di passare all'Hertha Berlino non è più di stretta attualità. La squadra allora ancora diretta da Jürgen Klinsmann presentò un'offerta allettante per l'ingaggio del'elvetico, ma non si giunse a un accordo. Arteta si oppose in maniera veemente alla cessione di un giocatore ritenuto una figura chiave nello scacchiere dei Gunners. Per nessuna ragione voleva privarsi di un giocatore al primo posto per passaggi riusciti, salito a quota 434 partite tra club e Nazionale, la cui media di utilizzo è di 80 minuti a partita, dai primi scampoli di carriera con la maglia del Basilea.
Tra gli addetti ai lavori maggiormente interessati al felice evolversi della situazione c'è Vladimir Petkovic. Nell'anno dedicato agli Europei, il ct rossocrociato ha più che mai bisogno che il suo capitano giochi con regolarità e convinca. La Svizzera non può prescindere dalla condizione ideale di Xhaka. Il quale si rallegra per il recente rinnovo di contratto del selezionatore della Svizzera. «Apprezzo molto il suo lavoro, all'interno dell gruppo dei nazionali è molto apprezzato».