L’acconto promesso dalla cordata anglo-scozzese non è ancora arrivato. ‘Ma non ho dubbi che manterranno gli impegni', ha detto il presidente bianconero
I soldi ci sono e stanno per arrivare. Sono in viaggio. È quanto assicura il presidente Angelo Renzetti nell’ambito della trattativa per la cessione del pacchetto azionario a una cordata anglo-scozzese guidata da un imprenditore statunitense residente a Londra. Un ritornello che va avanti da alcuni giorni e che, senza voler in alcun modo gufare, ricorda quello che nella primavera del 2014 risuonava all’ombra dei Castelli, con l’allora presidente granata Gabriele Giulini in perenne attesa degli aiuti provenienti dalla Russia... «Non sono due situazioni paragonabili – afferma Renzetti –. E per un semplice motivo: in questo caso sono stati i miei interlocutori a farsi avanti per l’acquisizione della società, noi non li abbiamo cercati. Nel caso del Bellinzona, invece, era stato l’allora presidente a sollecitare terze persone ad entrare in società».
Il fatto che la prima mossa non l’abbia fatta il club bianconero, insomma, rappresenta una sorta di garanzia in merito alla serietà della cordata: se si è giunti ad un passo dalla firma dell’accordo, significa che l’interesse c’è ed è reale. A questo punto, il passaggio di mano è una questione essenzialmente tecnica... «Sì, ma non solo. I fondi che sto aspettando servono a dimostrare le buone intenzioni dei compratori, ma poi occorrerà firmare i relativi contratti e discutere tutte le piccole formalità di un’operazione del genere».
Angelo Renzetti non ha posto una data limite per la chiusura della trattativa, ma «mi aspetto che la somma pattuita arrivi nel giro di qualche giorno al massimo. Anche perché una volta dimostrata nei fatti l’intenzione di acquisire il pacchetto azionario, occorrerà procedere a formalizzare l’intesa».
Magari già prima di partire alla volta di Kiev... «Questa volta la squadra volerà da sola, io non ci sarò. Si tratterà comunque di una partita difficile. Loro hanno bisogno della vittoria per poter andare avanti in Europa, per cui non saranno di certo accondiscendenti nei nostri confronti. Dal canto nostro, l’intenzione è quella di far assaporare a tutti il profumo dell’Europa. Non dobbiamo infatti dimenticare che domenica a Cornaredo arriverà lo Young Boys e vorremmo chiudere in bellezza».
Sei mesi che, per altro, il presidente guarda con occhio benevolo, nonostante il cambio della guida tecnica e una situazione di classifica forse non consona a quelle che erano le aspettative... «Nonostante le molte assenze dovute ad infortuni, la prima parte di stagione non è stata del tutto negativa. In queste ultime settimane siamo riusciti a inanellare qualche risultato positivo, tra l’altro proprio nel momento in cui ci sono venuti a mancare diversi elementi. Ciò significa che la squadra c’è e che questo è il rendimento consono alle qualità del gruppo. Purtroppo, per svariati motivi, nei primi mesi tutto ciò non si era visto».
Bilancio tutto sommato positivo, dunque, nonostante un retrogusto amaro... «Dispiace, perché alla fine siamo comunque riusciti a stabilire il nostro record di punti per il girone d’andata (20). Risultati alla mano siamo stati una squadra che ha subito poche reti (19, solo Basilea e Servette hanno fatto meglio, ndr). Si vede che le fondamenta di questa squadra sono solide. Per il girone di ritorno sono fiducioso. Per quanto riguarda l’Europa League, il gruppo era molto più equilibrato rispetto a due anni fa. Come in campionato si poteva fare di più, ma non sono mai mancate né la volontà, né le prestazioni».
Maurizio Jacobacci sembra aver cambiato l’inerzia della squadra... «Ne ero convinto. Conosce la Super League, parla italiano, è una persona ambiziosa e aggressiva. Ha qualcosa da trasmettere e il suo messaggio sembra essere passato. Il gioco è a sua immagine e somiglianza, più semplice e aggressivo rispetto a quello di Celestini, più complesso, ma pure più incline a farti pagare ogni errore commesso».