Calcio

Le scuse di Renzetti: 'Sono rimasto esterrefatto'

A Cornaredo il presidente lascia aperte tutte le opzioni dopo lo shock di Coppa. 'Non mi sarei mai aspettato una tale situazione. E l'Europa alle porte...'

16 settembre 2019
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«Mi scuso dal profondo del cuore con tutti i tifosi, perché il messaggio che abbiamo lanciato a Losanna non è quello che mi sarei aspettato». Angelo Renzetti, come sua abitudine, pensa quel che dice e dice quel che pensa. E di cose da dire, dopo la bruttissima sconfitta subita dal suo Lugano a Losanna, ne ha parecchie... «Lo dico sinceramente, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi in questa situazione. E il bubbone è scoppiato nel momento più delicato della stagione, con alle porte l’Europa League e all’orizzonte sfide importantissime per il campionato. In queste settimane abbiamo sempre voluto vedere il bicchiere mezzo pieno, ma dopo la disfatta della Pontaise ci accorgiamo che il bicchiere è mezzo vuoto. Il momento è delicato, il più delicato nei miei nove anni di presidenza».

Capire cosa stia succedendo non è facile nemmeno per il vertice della società... «Tanti sintomi alla fine hanno scatenato la malattia. L’aspetto fondamentale, però, ritengo sia quel pizzico di umiltà venuto meno in tutti. È sentimento comune che la nostra sia un’ottima rosa, ma se i risultati sono questi è palese che ci sia un peccato di umiltà. E spesso nel calcio è proprio l’umiltà a farti compiere miracoli. Fino a ieri, nonostante le sconfitte, era nelle corde di tutti affermare che ci saremmo cavati d’impiccio. Dopo una prestazione come quella della Pontaise rimango esterrefatto. In una partita di Coppa, un minimo di agonismo me lo sarei aspettato».

A questo punto è lecito chiedersi quale sia la posizione di Fabio Celestini... «Deve assumersi pure lui le sue responsabilità. Non posso andare avanti ad avere una squadra nella quale sono state immesse risorse come non avevo mai immesso, con aspettative che non abbiamo mai avuto, con costi che non abbiamo mai sostenuto, ma che si ritrova nel punto più basso da quando sono presidente. Ci sono responsabilità da parte di tutti: mie, dei giocatori e anche del tecnico. Alla fine, nel calcio è il campo a giudicare il lavoro svolto. Possiamo aggrapparci a tutto, alla fortuna e alla sfortuna, ai momenti sì e ai momenti no, ma al tirar delle somme, fin qui abbiamo vinto una sola partita».

E quindi? «E quindi voglio riflettere tra oggi (domenica, ndr) e domani, fare tutte le valutazioni del caso, parlare con tutti i componenti e farmi un’idea ben precisa: poi deciderò se andare avanti, concedere altre chance, oppure se e quando cambiare rotta».
Vuol dire che Celestini potrebbe non guidare la squadra giovedì nell’esordio in Europa League a Copenaghen? «Difficile che accada, perché comunque i tempi sono ristretti. Non voglio mettere in allarme nessuno, ma ribadisco di essere rimasto sconcertato dalla prova di Losanna. Occorre assolutamente intervenire, bisogna solo capire quando e con quali modalità».

C’è da chiedersi se l’allenatore abbia ancora in mano lo spogliatoio... «La squadra la vivo abbastanza da vicino e non ho mai avuto segnali di ammutinamenti. Il percorso portato avanti lo scorso anno, partendo dai bassifondi della classifica fino ad arrivare in Europa League, aveva creato empatie, fiducia nel compagno a fianco e nel gruppo. Sono forze importanti che, forse, abbiamo un po’ snobbato in questo inizio di stagione. Avremmo, ad esempio, dovuto inserire i nuovi arrivati con maggiore cautela e in questo senso il 4-0 di Zurigo ci ha tratti in inganno, inducendo l’allenatore a schierre la stessa formazione anche nelle due partite successive. Peccato, perché in poche settimane abbiamo polverizzato quanto era stato costruito la passata stagione».
Da 1 a 10 qual è il grado di preoccupazione? «Non parlerei di preoccupazione, perché rimango convinto della bontà di questo gruppo. Provo però un profondo dispiacere: in una stagione nella quale ci saremmo potuti togliere tante soddisfazioni, abbiamo volatilizzato quasi tutto in così poco tempo: fuori dalla Coppa, ultimi in campionato e a pochi giorni dall’Europa League e da un tour-de-force che impedisce di prendere decisioni ponderate. Dall’idillio siamo passati all’incubo e mi dispiace tanto per i tifosi. Speriamo di riprenderci per il rotto della cuffia, che le tre sberle di Losanna rappresentino per tutti un elettroshock».