Se Renzetti è indeciso, il ‘dg’ bianconero è convinto che sia ‘l’unica via per il calcio svizzero’. Tra i favorevoli anche il presidente dell'Acb Paolo Righetti
La proposta della Swiss Football League di rivoluzionare il calcio d’élite rossocrociato e in particolare la Super League (vedi correlato sotto) «potrebbe essere l’unica ancora di salvezza per il calcio svizzero». Ad affermarlo con decisione è il direttore generale dell’Fc Lugano, Michele Campana. «Da manager sportivo, penso che il campionato svizzero deve capire cosa e dove vuole essere tra 5-10 anni, perché secondo me è finita un’era – spiega il dirigente della società ticinese più toccata dalla questione, visto che sta disputando la sua quinta stagione consecutiva nella massima serie elvetica –. Ormai è chiaro che l’Uefa lascerà sempre più solo le briciole ai campionati medio piccoli, con competizioni a due velocità, tanto che la Superlega europea in realtà l’hanno già creata, solo che si chiama ancora Champions League. Di conseguenza a livello svizzero bisogna reagire e la prima constatazione è che un campionato a dieci squadre non ha più nessun senso, perché come visto l’anno scorso a maggio rischi di avere ancora otto squadre a rischio retrocessione e quindi impossibilitate a pianificare la stagione successiva con il giusto anticipo. Con dodici squadre e la seconda parte di stagione divisa in due gironi questo problema verrebbe attenuato e oltretutto, molto probabilmente, ogni regione della Svizzera sarebbe sempre rappresentata. Questa rivoluzione bisogna però per forza metterla in atto prima della rinegoziazione dei diritti televisivi, perché dopo non si può più cambiare ma soprattutto per dargli maggiore valore. E visto che questo valore come detto non sarà più dato dalle competizioni europee, le cui fasi a gironi diventeranno quasi un tabù per le squadre svizzere, bisogna cercarlo all’interno, ossia nella competizione nazionale, un po’ come nel caso dell’hockey. E la formula presentata dalla Sfl, con qualcosa in ballo dalla prima all’ultima partita, secondo me è la migliore, anzi l’unica possibile. E la sensazione è che a novembre verrà approvata».
Meno convinto per ora appare il presidente bianconero Angelo Renzetti... «Ma ammetto che personalmente non ho ancora svolto un’analisi approfondita della proposta – mette subito in chiaro il patron bianconero –. Così, di primo acchito, sono un po’ combattuto –. Da una parte l’impressione è che qualcosa andava cambiato per ridare slancio al campionato e questa proposta potrebbe rivelarsi una buona soluzione, dall’altra però mi chiedo se non sia un’arma a doppio taglio. La prima parte di campionato sarebbe sicuramente molto interessante, ma la seconda rischierebbe di esserlo molto meno, in particolare per la parte bassa della classifica. E in questo senso non sono certo che a tenere alto l’interesse basterebbe lo spareggio per l’Europa, che oltretutto non trovo molto corretto, in quanto una squadra che avrebbe disputato un campionato di vertice rischierebbe di giocarsi tutto in due partite contro una formazione che probabilmente non l’avrebbe meritato. In generale un campionato a 12 squadre per noi potrebbe essere più tranquillo, d’altro canto rischia di diventare meno stimolante. Bisogna trovare un equilibrio, ma non è facile». Su un punto però Renzetti non ha dubbi... «Se la riforma dovesse passare l’unica cosa certa per me sarebbe la speranza di non retrocedere quest’anno, anche perché la prossima stagione potrebbe magari essere un po’ più tranquilla vista l’unica possibile retrocessione che ci sarebbe, oltretutto attraverso lo spareggio».
Tra i favorevoli al progetto presentato dalla Sfl anche il presidente dell’Acb Paolo Righetti, che ci svela come anche se sul piano formale la riforma dovrà venir accettata pure dalle altre sezioni dell’Associazione svizzera di calcio, ossia la Prima Lega e la Lega amatori, in realtà «la proposta era partita proprio dalla Prima Lega e di conseguenza noi l’abbiamo già votata, forse servirà solo una ratifica – spiega il numero uno del club di Promotion League –. In ogni caso sono molto contento che si sia arrivati a questo scenario, perché la trovo un’idea magnifica, che andrà sicuramente a creare molto più interesse e campionati aperti su più fronti fino alla fine». E, aspetto che tocca ancora più da vicino il club granata che già quest’anno insegue la promozione in Challenge League, nella prossima stagione le promozioni dalla terza alla seconda categoria del calcio elvetico sarebbero non una come quest’anno, bensì potenzialmente tre (le prime due in classifica salirebbero direttamente e la terza avrebbe la possibilità di farlo attraverso uno spareggio con la decima e ultima classificata della lega cadetta)... «Effettivamente sarebbe un’opportunità molto ghiotta, ma ciò non toglie che noi ci proveremo già quest’anno». Anche perché in caso di ascesa in questa stagione, la stessa ghiotta occasione sarebbe a quel punto per passare dalla Challenge alla Super League.
Una Super League a 12 squadre e in due fasi, una prima di qualificazione e una seconda con i punti dimezzati e le compagini divise in due gruppi a giocarsi da una parte il titolo (le migliori 6 dopo le prime 22 partite) e dall’altra la salvezza (sempre una retrocessione diretta e una attraverso lo spareggio con la 2ª di Challenge League, che rimarrebbe a 10 squadre) in dieci match, con tanto di possibilità della 7ª classificata di “rubare” il posto in Europa (attraverso una doppia sfida) all’ultima qualificata per le competizioni continentali. È la proposta che la Swiss Football League vorrebbe far approvare ai club nel corso dell’assemblea generale del 22 novembre, così da introdurre le novità dalla stagione 2021/22 (ma in realtà avrebbe un influsso già sulla prossima stagione, con in particolare due promozioni dirette dalla Challenge e dalla Promotion League e solo una possibile recessione da Super e Challenge (attraverso lo spareggio con la 3ª classificata di CL e PL). Per diventare effettive le modifiche richiedono l’approvazione della maggioranza di due terzi in seno alla Sfl, inoltre l’aumento a 12 squadre va avallato dalle altre sezioni dell’Associazione svizzera di calcio (Prima Lega e Lega amatori), il cui consiglio si riunirà il giorno seguente (23 novembre). Come si legge nel comunicato, la proposta della Sfl – che richiama la cosiddetta formula Rumo (dal nome dell’avvocato neocastellano ex presidente dell’Asf che la mise in atto dall’87-88), che rimase in vigore fino al 2003, quando si passò a quella attuale – è frutto “di un processo ampio e trasparente di revisione delle sue due leghe professionali” partito due anni fa dopo che i club avevano deciso di mantenere la formula attuale, reintroducendo solo lo spareggio tra la penultima di Super e la seconda di Challenge. La scorsa primavera la maggioranza dei club ha però chiesto di riavviare le discussioni e così è stato, con la proposta della Sfl possibile anche per il fatto che la Sfl stessa sarà libera di scegliere formato e modalità del campionato, poiché un’eventuale modifica coinciderebbe con l’inizio della nuova fase contrattuale dei diritti tv.