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Lugano in ripresa, Massagno preoccupante

Dopo i primi cinque turni del massimo campionato maschile, tracciamo un primo bilancio delle due compagini ticinesi

5 novembre 2024
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Le situazioni delle nostre due squadre, Lugano Tigers e Spinelli Massagno, sono un po’ complesse: lo si evince chiaramente dopo queste prime cinque giornate, con il Lugano che ha vinto una sola gara, quella di sabato a Monthey, e con la Sam che ha vinto solo a Basilea e in casa contro il Losanna nella prima di campionato.

Maring deve fare di più

Per i bianconeri, la vittoria in terra vallesana ha il sapore della crescita, vale a dire a un costante miglioramento dei giocatori, in particolare dei ticinesi. I 26 punti realizzati da Donnelly, Sassella, Jurkovitz e Corda sono infatti stati decisivi ai fini del risultato. E se Ballard ha infilato la solita ‘doppia doppia’ – con 11 punti e 10 rimbalzi – e Hopkins si è stabilizzato oltre i 20 punti (sabato 27), bisogna dire che Maring rimane ancora un po’ una palla al piede. Vanno bene i 14 punti, ma solo 4 rimbalzi per uno di 208 centimetri sono una vera miseria. E il Lugano avrebbe invece veramente bisogno di un giocatore d’area che si faccia sentire, soprattutto in difesa e a rimbalzo, sui due lati.

Se uno Jurkovitz prende 9 rimbalzi offensivi, beneficerà sicuramente dei tagliafuori altrui, però senza dubbio va pure a cercarli, mentre Maring in area sta fermo come un palo. Il futuro ci saprà dire, ma un altro elemento forte farebbe la differenza proprio negli scontri diretti con le squadre potabili.

In casa Spinelli l’aria è decisamente pesante: quando nell'ultimo quarto si subiscono 34 punti dal Nyon – non dall’Olympic! – vuol dire che troppe cose non vanno per niente bene. Il trio americano, tanto per cominciare, si ritrova con le polveri bagnate e con un rifornimento da ‘minima sopravvivenza’: Humphrey ha tirato 10 volte, Morgan, il play, 11 volte, Robertson invece soltanto 5 in 30 o più minuti. Cifre che indicano chiaramente un coinvolgimento approssimativo nel gioco di squadra.

68 i tiri totali della Sam, 63 quelli del Nyon, con percentuali del 50% contro il 57% della squadra ospite. Insomma, Martino con 17 punti è stato il migliore, ma non è mai stato un terminale se non giocoforza, perché nessun altro si è preso rischi o ha visto palla: per Marko Mladjan 13 punti sono pochi, diciamolo. Segno evidente che qualcosa non funziona a livello di collettivo: perché, se Morgan ne mette 35 nella prima gara, come mai poi sparisce per un mese?

In collina serve un giro di vite

E Robertson, un pivot che a Neuchâtel si è fatto valere per diverse stagioni, è imbrocchito improvvisamente o si nasconde o non vede palla, se ha una media di 6-7 tiri a partita? I ticinesi sono tutti o quasi gente esperta, gli americani pure – e non certo dei rookie –, per cui bisogna capire quali sono i necessari cambiamenti da apportare prima che la stagione diventi irrecuperabile. Un quinto del torneo è ormai già andato agli archivi e non si può certamente continuare senza operare un adeguato giro di vite.

Il gioco di squadra ci sembra sparito, e quindi occorre che tutti si mettano di buzzo buono per ritrovare quell’amalgama – sia in attacco che in difesa – che è sempre stato un elemento di forza della Sam.