Il domani comincia oggi, tra speranze e ambizioni alla vigilia di una nuova stagione carica di novità in casa Lugano. Con molti progetti in divenire
Il Basket Club Lugano è al via di una nuova stagione. Come leggete in cronaca nelle pagine di Lugano, la posa della prima pietra del nuovo palazzetto, attesa che durava del 1977 quando gli allora dirigenti di Federale e Viganello avevano ipotizzato questa nuova struttura, è stato il segnale che fra due anni a Lugano ci sarà un palazzetto dello sport. L’oggi del basket è una realtà viva, per quanto riguarda un settore giovanile, che non teme molti confronti, con oltre 300 fra ragazze e ragazzi di ogni età, e una U23 in Lnb, movimento che fa da serbatoio alla prima squadra.
Il Lugano di Lega nazionale A di oggi è una squadra in divenire perché la situazione finanziaria non permette più di fare le scelte, a volte anche faraoniche per il basket svizzero, del passato. Inoltre i giovani promettenti lasciano Lugano perché consapevoli che non sarà il basket svizzero a dare loro un futuro economico bensì una solida formazione universitaria. Gli svizzeri costano più di uno straniero, anche quelli discreti, e i giovani che escono dal vivaio hanno bisogno di campo per crescere. Quello che il Lugano vuole è avere una squadra di un certo livello proprio quando il palazzetto sarà pronto, per cui in questi due anni si focalizzeranno gli sforzi di tutti.
Altro fattore fondamentale è quello finanziario, che permetta di avere un budget dignitoso per il massimo campionato: qui sono chiamate in causa le aziende del luganese che potrebbero avere interesse a sostenere una società sportiva attiva in tutta la Svizzera. Finanziamenti che darebbero anche un’immagine positiva e soprattutto coerente con gli investimenti per il palazzetto. Ecco perché crediamo che si possa guardare al futuro con ottimismo solo se saranno recepite queste premesse. Montini e Petitpierre sono gli uomini scelti dal presidente Cedraschi per costruire il nuovo Lugano, mentre per l’aspetto economico l’augurio è che ci sia chi vede nel basket un veicolo adeguato a dare loro visibilità.
Presidente Alessandro Cedraschi, è difficile partire con tanti giovani in squadra, avendo perso i pezzi migliori?
È sempre difficile ripartire con cambiamenti di questo genere perché avere dei giovani senza esperienza è ancor più complicato. Però sono orgoglioso di quanto si fa, con la consapevolezza dei nostri mezzi e la responsabilità di mantenere una società sana sul piano finanziario: se i soldi sono pochi, gli acquisti non possono essere che di un certo tipo.
Gli aiuti non sono molti, eppure è un Ticino che ha imprese e società più che benestanti: poco attrattivo il basket?
Noi siamo confrontati con il Lugano calcio e con la squadra di hockey che calamitano una grande quantità di soldi degli sponsor, anche perché sono due sport che godono di molta visibilità e quindi appetibili sul piano mediatico. Io devo ringraziare i nostri sponsor che continuano a sostenerci da anni e quelli che hanno cominciato a darci qualche contributo.
Il nuovo palazzetto potrà essere un incentivo maggiore?
È quello che mi auguro succeda nei prossimi due anni: sarò il presidente più felice del mondo se potrò vedere una squadra competitiva e sostenuta da forti contributi che spinga i nostri tifosi a tornare in massa a riempire il nuovo palazzetto, come succedeva una decina di anni fa. Ma per realizzare questi desideri ci vorranno investimenti che al momento non siamo in grado di ottenere.
Il vostro settore giovanile è florido ed è importante...
È vero e lo dimostrano i risultati in campo cantonale e nazionale e anche i giocatori migliori che sono approdati in prima squadra. Poi, però, siamo sempre confrontati con quelli che vanno a studiare oltre San Gottardo, proprio nel momento in cui potrebbero entrare in prima squadra, oppure ricevono offerte che economicamente non siamo in grado di contrastare. Ma del settore giovanile siamo molto fieri e continueremo a investire. Lo dimostra la recente promozione in Lnb della U23 che permetterà a diversi giocatori di crescere agonisticamente più in fretta in un campionato competitivo.
Campionato di A che si annuncia di sofferenze?
Sappiamo che non sarà facile, che ci vorrà la grande disponibilità di tutti e si dovrà avere sempre la forza di voler fare il massimo in ogni gara. Ho fiducia negli allenatori e nei giocatori e spero che i nostri tifosi siano sempre pronti a sostenerci e capire quanti sforzi facciamo per avere una squadra in A a Lugano. Ringrazio tutti i nostri sponsor grandi e piccoli che ci danno contributi, in particolare Ail, Raiffeisen, Lugano’s Plan B, Mobiliare, Zurigo, Comune di Lugano, Lugano Region, Buffet della Stazione, Garzoni, Quadri, Galli Sa, Banca Stato, Galli Costruzioni Sa, Lisetti e Fit Lab 2.0.
Valter Montini, sempre in coppia con Andra Petitpierre, si appresta a iniziare una nuova stagione in bianconero e, ancora una volta, ricominciando da capo.
Infatti. Non solo sono stati cambiati i tre ottimi stranieri della passata stagione, ma sono partiti 4 svizzeri, tre da quintetto base: Massimiliano Dell’Acqua, approdato a Friborgo, Andrea Bracelli trasferitosi a Zurigo per lavoro, Hamish Warden andato nella B italiana, mentre Omar Ali è a Losanna per studio. Una vera rivoluzione che, ovviamente, non facilita il lavoro, visto che la costruzione di una squadra richiede mesi di lavoro.
E i nuovi?
Sono arrivati Javontae Hopkins, guardia di 183 cm, il pivot Bonke Maring, 208 cm, e una vecchia conoscenza: Antonio Ballard, sceso dalla collina massagnese.
Un trio come Hammond, Sampson e Battey lo sogna ancora Valter Montini?
Certamente sì, capita raramente di trovare tre giocatori di quello spessore, sia dal lato umano, sia da quello sportivo. Forse non eravamo la difesa migliore (eufemismo ndr), ma in attacco viaggiavamo attorno ai 90 punti, avendo anche Dell’Acqua che il canestro lo vedeva, e Bracelli. Adesso abbiamo le… ali, e non solo quelle, tarpate.
Si dice che bisogna fare di necessità virtù...
Infatti noi lo stiamo facendo, cercando di costruire una squadra che certamente avrà modo di crescere, per cui chiedo ai nostri tifosi di starci vicino e di avere pazienza.
Quali sono i potenziali dei tre stranieri?
Ballard lo si conosce, ha un bel carattere ed è uno che trascina, lotta sempre ed è un esempio per tutti. Gli altri due sono giovani con poca o nessuna esperienza al di fuori degli Stati Uniti, e quindi hanno bisogno di tempo per capire il nostro basket. Però la voglia non manca e quindi cerchiamo di essere ottimisti.
Una squadra leggera, verrebbe da dire...
È vero, Ali, che era quello fisicamente più forte, e Warden sono partiti e quindi ci manca un lungo svizzero, senza dimenticare che trovare un cecchino come Dell’Acqua non è scontato. Quindi dovremo cercare di essere il più tosti possibile in difesa per sopperire a una probabile ‘carestia’ in attacco.
Un Lugano che lotterà come sempre per arrivare il più in alto possibile. Poi il campo ci dirà come stanno veramente le avversarie, anche se è gia certo che non lotterà per il titolo.