Limitare le U23 alla Prima Lega permetterebbe forse l'emergere di altre società per incrementare la dimensione cestistica a livello nazionale
Le recenti final four di Prima Lega di Vacallo, giocate nel weekend nella palestra di Morbio, hanno avuto come protagoniste due compagini U23, quelle di Lugano e di Neuchâtel, che si sono affrontate poi in finale con il successo dei bianconeri, opposte a Vacallo e ad Aarau.
Promosso in serie B, il Lugano troverà altre tre U23 che hanno le squadre in A, Ginevra, Friborgo e Vevey, e da queste compagini di serie A provengono buona parte dei giocatori che disputano appunto il campionato di B. La stessa cosa è successa a Lugano, con i giocatori di Montini ad approdare in Prima Lega quando il calendario lo permetteva e, soprattutto, se gli stessi giocatori magari non erano nemmeno entrati in campo. Un “travaso” che ovviamente le altre squadre, come il Vacallo o l’Aarau, non possono attuare, per cui ci troviamo di fronte a due realtà diverse in un unico contesto. Da una parte giocatori in grado di allenarsi con la serie A, acquisendo ritmo e crescita tecnica, dall’altra giocatori, in generale, dalle caratteristiche diverse e con qualche fuori quota come è permesso dal regolamento. Se è apparso chiaro che l'esperienza, malgrado l’età, è certamente superiore per chi calca i parquet di A anche solo negli allenamenti, bisogna dire che il Vacallo ha reso dura la partita e solo qualche errore di troppo ha favorito la vittoria dei bianconeri, per cui si può evincere che la squadra momò non avrebbe demeritato la finale. Fra addetti ai lavori e appassionati vari, si è discusso dell’opportunità che una squadra di serie A abbia una U23 nella serie cadetta, visto e considerato che sia Lugano sia Neuchâtel hanno schierato un buon numero di giocatori abitualmente a referto in A, segno evidente che non ci sono abbastanza giocatori validi che potrebbero reggere il colpo nella U23. C’è chi dice che fare la serie B permette ai giovani che giocano poco di confrontarsi con squadre di un certo valore fisico e tecnico e di crescere più in fretta rispetto a quanto avviene contro gli avversari in Prima Lega: tutto vero, anche se, come sottolineava qualcuno, le differenze sono troppo elevate, perdere sempre di 20 o 30 punti, alla fine diventa poco motivante, allenamenti compresi. Perché è chiaro, come ci hanno confermato, che la prossima U23 bianconera attingerà all’altra categoria U21 o U18 per avere un numero adeguato di giocatori nel caso in cui il calendario dovesse escludere i giocatori di serie A.
Insomma, è un po’ una coperta corta che, alla fine, non ha una soluzione ottimale per nessuno. Forse, e ripeto forse, limitare l’accesso delle U23 alla sola Prima Lega, potrebbe dare maggiori spazi ad altre società, come le due finaliste Aarau e Vacallo, per fare in modo che si incrementi la dimensione cestistica a livello svizzero e, nel tempo, magari favorire un ulteriore salto di categoria, visto come, purtroppo, chi vince in serie B non vuole salire in A perché non ne ha i mezzi.
Punti di riflessione non mancano, occorre solo che qualcuno si metta all’opera per analizzare tutto l’insieme e favorire lo sviluppo del basket.