Le momò, sfumata la finale di Coppa, puntano al quarto posto in campionato. Veri: ‘Non potevamo immaginare che saremmo arrivate a tanto’
Nella settimana di overdose di basket per il Riva – Coppa sabato, campionato domenica scorsa a Troistorrents, venerdì 15 ad Aarau e domenica 17 in casa contro il Nyon – facciamo il punto alla situazione con Giorgia Veri, pedina essenziale di questa squadra: è infatti la miglior rimbalzista svizzera del campionato con 8,8 rimbalzi a partita, sesta assoluta dopo le straniere. Giorgia è in una compagine in cui è quasi ‘anziana’ con i suoi 21 anni, al cospetto di sei compagne del 2005, due del 2006 e una del 2004. Solo Bell e Fontana (2000) e Lattuada (2001) oltre ad Hunter (1998) sono più esperte. Lo scorso anno in B, quest’anno in A, il Riva è per ora al sesto posto con i playoff nel mirino, e se non ci fossero state un paio di sconfitte evitabili, come quella contro il Baden, sarebbe al quarto posto, che è l'obiettivo da raggiungere.
Torniamo a sabato: con quanta emozione avete affrontato la semifinale di Coppa? «Forse troppa: inutile dirsi che fosse una gara come un’altra, c’era in ballo una finale che per noi era qualcosa di inimmaginabile cinque mesi fa. Era chiaro che qualcosa avremmo pagato a fronte di una squadra più esperta e fisicamente più forte».
Eppure ci siete arrivate vicine. «È vero, tuttavia ci sono mancate alcune conclusioni, dopo diversi recuperi, che avrebbero potuto darci forza. Ma abbiamo dato il massimo».
Le due straniere sono apparse un po’ sotto tono rispetto ad altre volte… «Penso che anche loro abbiano vissuto questa esperienza su un piano emotivo diverso da solito, di fronte alle aspettative di tutti. Ecco spiegato qualche errore di troppo e qualche palla persa».
Al debutto nella massima lega, avete mostrato una bella crescita: «Diciamo pure che eravamo partite con l’idea che sarebbe stata una stagione molto difficile e non potevamo immaginare che saremmo arrivate a tanto. Eravamo pronte a una stagione di sofferenza e di ‘cappotti’ subiti, invece abbiamo giocato alla pari con quasi tutte le avversarie».
Anche contro l’Elfic Friborgo, tre settimana fa, avete disputato una signora gara fino al 30’. «È vero, è stata una bella prestazione di gruppo e abbiamo giocato con molta testa, forse per il fatto che non avevamo nulla da perdere».
In questi mesi si è vista una bella crescita di tutte le svizzere. «È vero, anche se magari non riusciamo sempre a dare ciò che vorremmo. Ci sono ancora certe timidezze e paura di sbagliare, quando invece bisogna avere coraggio, anche azzardando qualche tiro».
Sotto le plance è dura? «Sì, mi trovo a lottare contro straniere dal fisico possente, ma credo di sapermela cavare, almeno sinora è stato così. Non ho paura di lottare, dare e prendere colpi fa parte del gioco».
Cosa hanno in più, in generale, le squadre che stanno davanti a voi? «Innanzitutto alcune hanno tre straniere, poi hanno giocatrici di esperienza e dalla buona forza fisica oltre che tecnica: noi magari tecnicamente siamo cresciute, ma i chili non li ‘metti su’ in allenamento e ci sono situazioni in cui rappresentano un grande vantaggio».
Riva è un ambiente ideale per crescere? «Direi di sì, è un’ottima società e abbiamo un buon clima di squadra. Con Hunter e Bell l’affiatamento è molto buono e c’è un bel rapporto anche con l’allenatore: a volte i suoi messaggi passano, altre meno, però c’è sintonia d’intenti e questo è fondamentale».
Il rush finale sarà decisivo ai fini della qualificazione ai playoff: siete pronte? «Fisicamente stiamo bene, i tre allenamenti alla settimana vanno bene. Si tratterà di giocare più assieme, parlarci in difesa, aiutarci in attacco e giocare senza paura».
L’invito di ‘Roccia’ Veri è chiaro e allora, via, tutte a lottare all’unisono.
Il Lugano anche domani sarà impegnato oltre Gottardo: dopo la trasferta di domenica a Neuchâtel, il viaggio a Nyon per la venticinquesima giornata mentre domenica ci sarà il derby per la ventiquattresima. Un calendario, come si sa, stravolto da scelte assurde che non fanno bene a nessuno, né alle casse né tantomeno al basket, ma ciascuno è poi causa del suo male: si è voluto dare una mano al 3x3, e se ne pagano le conseguenze, senza nemmeno avere un aiuto finanziario da chi i pasticci li ha concessi.
In classifica il Nyon sta due punti sotto i bianconeri e quindi per i ragazzi di Montini si tratta di distaccare una rivale diretta per l’accesso ai playoff. Il Nyon visto a Massagno dieci giorni fa è una squadra tosta che ha nel 44enne Ndoye la sua arma letale dai tre punti. Inoltre Jordan Davis, il play, e Gates, il lungo, sono due pedine che si fanno rispettare. È una squadra da affrontare con intensità, ma sappiamo che, per motivi di falli, i bianconeri non sono asfissianti in difesa. Occorrerà, come al solito, far capo all’attacco per obbligare l’avversaria a correre e riuscire a realizzare. Si è visto contro il Neuchâtel, quando Battey è stato tenuto in panca per tre falli nel secondo quarto, il Lugano ha perso tutto l'immaginabile e anche la partita. Per Montini fare di necessità virtù è il credo che l’accompagna da questa estate: il fattore più importante è quello delle percentuali al tiro, soprattutto da tre, se queste funzionano possono essere decisive. Inoltre se il Lugano troverà un Warden un po’ più efficace in attacco rispetto alle recenti gare e anche Dell’Acqua e Bracelli sapranno supportare i compagni americani in attacco, la vittoria potrebbe arrivare. I playoff sono un obiettivo fondamentale per cui non sarà certamente la motivazione a mancare.