Negli ottavi di Coppa Svizzera, l'ultimo retaggio della pallacanestro che fu, le ticinesi affronteranno Neuchâtel e Monthey
Ci sono gli ottavi di Coppa Svizzera, ora chiamata Patrick Baumann Swiss Cup, che rimane l’ultimo retaggio di un basket che fu. Ciò in quanto si continua imperterriti a voler fare sorteggi liberi e non mirati allo spettacolo o, perlomeno, a qualcosa di interessante. Quante persone seguono gli incontri fra squadre che militano in Prima divisione opposte a quelle del massimo campionato? Forse cinquanta, a dir tanto cento, senza quell’interesse mediatico che i più vogliono farci credere. Così abbiamo sfide di alto livello, come quella di Monthey dove sarà di scena la Spinelli, o una gara senz’altro attesa dai neocastellani a Lugano, memori della sconfitta sulla sirena di quattro settimane fa. Poi ci sono altri match fra squadre di A, fra quelle di A e divisioni inferiori e via dicendo. Delle partite scontate al 99,99%: è quello 0,01% che crea interesse in un sorteggio libero? Ma, per favore!
Veniamo alle sfide che riguardano le ticinesi. Il Lugano, dopo la scoppola presa sabato contro Vevey, riceva il Neuchâtel. Il colpaccio di un mese fa è ripetibile? Lo chiediamo a coach Valter Montini: «Ripeterci sarebbe più che bello, non impossibile, vero, ma molto difficile. Il perché è presto detto: i neocastellani hanno recuperato De la Fuente, hanno battuto la Spinelli e messo alle corde l’Olympic. È quindi una squadra diversa rispetto all’ultima sfida». I Tigers segnano molto, oltre l'80 di media, ma ne ‘prendono’ una barca. «Già, la nostra difesa è il tallone d’Achille: continuiamo a ripetere gli stessi errori, mancano aiuti e rotazioni difensiva, giriamo le spalle alla palla, non facciamo i tagliafuori come si dovrebbe. Un colabrodo, insomma. Ed è un peccato perché potremmo certamente fare di più e rendere più difficile la vita agli avversari». Senza continuare i falli degli stranieri. «Anche questo è un aspetto sul quale lavoriamo da mesi, devono smettere di commettere stupide irregolarità che ci penalizzano. Ne abbiamo quasi sempre uno in meno rispetto ai nostri rivali e quindi abbiamo meno falli da spendere. Occorre un po’ di buon senso onde evitare quelli inutili». Con una buona difesa è possibile fermare il Neuchâtel? «Questa è un'arma che permette di mettere in difficoltà quasi tutte le squadre: cercheremo di essere sul pezzo e giocarcela a viso aperto. A difesa chiusa».
Dopo la bella prova contro Ginevra, la Spinelli torna dal canto suo in Vallese con uno spirito diverso e con l’intenzione di ribadire il risultato ottenuto in campionato, quando s'impose 82-72. Il sostituto di Robbi Gubitosa, sempre assente a causa della squalifica inflitta dalla Federazione, vede una nuova Sam? «Direi che siamo sulla strada giusta – afferma Salvatore Cabibbo –: sabato abbiamo finalmente difeso come basket comanda e abbiamo giocato di squadra anche in attacco. Le armi che ci hanno sempre dato soddisfazioni». Una gara di Coppa è sempre particolare? «È una partita senza ritorno ed è per questo che va affrontata come una finale. Tutta la rassegna è così. Occorre determinazione in ogni frangente della partita e sui due fronti». Fra le mura di casa il Monthey è tosto, con il pubblico dalla sua. «In campionato abbiamo vinto, ma non è un fattore che ci fa abbassare la concentrazione, anzi, dobbiamo essere pronti sin da subito». Sabato avete avuto un grande Clanton che con stoppate, rimbalzi e difesa ha fatto un’ottima prestazione a favore della squadra. «È stato un mattatore, con uno come lui anche gli altri ne beneficiano. Ma contro Ginevra tutti hanno portato le loro qualità, come dobbiamo fare sempre». La Coppa Svizzera è l'obiettivo stagionale? «Come sempre, noi ci teniamo molto e vogliamo arrivare sino in fondo. Lo abbiamo detto a inizio stagione e questi ottavi devono essere il primo step verso quel traguardo».