Il coach della Sam pretende massima applicazione dai suoi in vista di gara 2 della finale martedì a Nosedo
“Peggio non possiamo fare”, ha detto sabato Andjelkovic a fine gara, calcando la mano su rimbalzi e palle perse quali fattori determinanti. Una visione che si può condividere, certamente, ma l’Olympic di sabato è stato certamente questo ma anche molto di più. Sullo stesso calibro coach Gubitosa, che ribadisce alcuni concetti: «Loro ti mettono le mani addosso, si fanno sentire, mettono pressione e noi dobbiamo essere altrettanto forti a reagire in maniera costruttiva».
Sabato sono mancate troppe cose, come il movimento senza palla in attacco e gli aiuti in difesa. «Vero, proprio quello che dicevo prima: non siamo stati reattivi. Sono cose conosciute e da provare in allenamento, ma se non si applicano è chiaro che tutto si complica. Non è con l’uno contro uno che batti l’Olympic».
Già, anche perché la qualità dell’avversaria è tale che ha sempre almeno due soluzioni per ogni ruolo. Inoltre, con un Jordan in grande spolvero, un Kovac che fa il Kovac e non ti perdona i dieci centimetri che gli lasci, oltre all’intelligenza di Jankovic che apre varchi e prende o fa prendere rimbalzi, ben coadiuvato dai vari Gravet e Cotture, Alexic può contare su gente come Ballard, Mbala e Solcà che sono delle garanzie.
Gubitosa deve avere il massimo dai suoi in ogni angolo del campo se vuole riportare la sfida sui binari: è chiaro che, secondo me, la grossa lacuna di questa Spinelli rimane il ruolo di pivot, perché Galloway, anche sabato, ha avuto mani di burro (eufemismo) e si è reso inutile anche in attacco, dove ha preso tre rimbalzi senza mettere un secondo tiro!
Avesse il carattere e il dinamismo del compagno James, non sarebbe a Massagno. Quindi è chiaro che il gioco possa poggiare sugli esterni per i quali occorre che la palla arrivi per essere giocata. E qui sta la dinamica del gioco, il movimento giusto che ti dà gli spazi ed evita i raddoppi, tanto ferali sabato.
Il duello individuale non deve prevaricare le logiche delle scelte di squadra e reagire con determinazione è un’arma importante da far sentire all’avversario, tutte cose che sabato sono mancate e che in una finale dei playoff non possono mancare, come hanno messo in evidenza i burgundi. Domani sera a Nosedo non si può pensare ad altro che essere squadra e lottare, lasciando perdere i mugugni e, soprattutto evitare falli inutili quanto scemi, che alla fine pesano sull’economia della squadra.
«Dobbiamo reagire in maniera costruttiva e mostrare le nostre qualità a tutto campo: vogliamo vincere questa sfida», conclude Gubitosa.
Gli arbitraggi sono stati buoni e coerenti per l’insieme della sfida e quindi una garanzia per tutti. Alla Spinelli non rimane che tirar fuori l’orgoglio se vuole che questa “prima” non sia una meteora nella storia della stagione.