tiri liberi

In Svizzera stravolgere i luoghi di potere è utopia

Le finali di Coppa Svizzera si disputeranno nuovamente a Friborgo, solo gli sponsor più facoltosi, infatti, sono in grado di cambiare quest'abitudine

Elfic e Olympic spesso favorite dal fattore casalingo

Con il basket ci proiettiamo verso la finale di Coppa Svizzera che si giocherà sabato alle 18 nella tana dell’Olympic a Friborgo, dove sarà ospite la Spinelli Massagno.

Una scelta, quella della sede, che oramai fa parte della tradizione per cui le finali di Coppa sono a Friborgo, il che diventa anche un “fattore campo” non indifferente per i burgundi, spesso proprio tra le due finaliste e, ovviamente, per le burgunde che non hanno rivali da oltre un lustro. Ma in Elvezia le cose vanno in una certa direzione, e non da oggi, e pensare di stravolgere i luoghi di potere è pura utopia: a meno che ci siano interessi superiori, come Tissot che ha portato le finali a Bienne e, qualche decennio fa, Bellinzona, ai tempi del dominio delle squadre della capitale con la presidenza Ponzio. Insomma, volendo si può anche cambiare, basta avere gli argomenti da… Paperon de’ Paperoni: gli stessi argomenti che han portato, con i dovuti rapporti spaziali ed economici, le Olimpiadi del centenario non in Grecia come tutti auspicavano ma ad Atlanta dove, guarda caso, c’è una nota fabbrica di bevande che qualche miliardo l’ha pur versato al derelitto (si fa per dire) Cio. Soprassediamo sui recenti Mondiali in Qatar, dove la scelta non è certamente stata imposta dalla geopolitica calcistica quanto dalla petrolpolitica: gli introiti miliardari lo dicono a chiare lettere, quindi nessun prurito per favore.

Se poi a qualcuno può dare fastidio che si torni a parlare di queste cose non ci perdo il sonno, perché ci vorrebbe un atteggiamento diverso dei club nei confronti del sistema basket. Fino a prova contraria si fa una stagione di basket perché ci sono i club che mettono in piedi delle squadre, alcuni dei quali investendo non poco, magari anche al minimo degli investimenti in altri, ma siamo sempre in una forchetta dai 350'000 franchi al milione e oltre, mica bruscolini insomma, in una società che fatica a tutti i livelli e dove gli sponsor sono merce rara, soprattutto se parliamo di cifre a cinque zeri. Occorre quindi che ci sia una maggior presa di responsabilità in chi investe per fare in modo che il prodotto sia consono alla resa, in particolare nel coinvolgimento del pubblico che farebbe da traino anche agli sponsor stessi.

Se ritorniamo, per l’ennesima volta, sull’assurda griglia della terza fase, stabilita su una classifica dell’anno prima, vediamo squadre che devono giocarsi le gare quasi tutti i mercoledì in trasferta anziché in casa e viceversa, ovviamente. Fattore iniquo a prescindere: eppure nessuno dice nulla o, perlomeno, non ha detto nulla quando è arrivata l’insana proposta. Segno evidente che qualcosa non funziona ed è quindi importante, per il basket ovviamente, che qualcuno ci rifletta e ponga le basi per una migliore gestione del basket elvetico.