Atletica

Polveri bagnate al Weltklasse: nessuno svizzero decolla

Simon Ehammer, terzo nel salto in lungo, ‘salva’ la serata rossocrociata altrimenti avara di soddisfazioni

L’appenzellese in azione
(Keystone)
5 settembre 2024
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In un Letzigrund bagnato dall’acqua, l’unico atleta svizzero a lottare per il podio del Weltklasse è stato Simon Ehammer: l’appenzellese, terzo nella gara di salto in lungo, ha salvato una serata altrimenti avara di soddisfazioni per i colori rossocrociati.

La voglia di agguantare il gradino più alto del podio con l’ultimo salto nel concorso di ‘casa sua’ si leggeva tutta negli occhi di Simon Ehammer. Ma non è bastata per fare il colpaccio: ha chiuso la gara con un balzo di 7,94 m, quattro centimetri in meno di come aveva cominciato la serata. Per vincere avrebbe dovuto superare gli 8 metri, e di gran lunga, visto che davanti a lui il giamaicano Wayne Pinnock è atterrato a quota 8,18 m e Miltiadis Tentoglu a 8,02 m. A ogni buon conto il terzo posto colto a Zurigo equivale comunque a una buona iniezione di morale e fiducia per l’appenzellese in vista delle finali di Diamond League di Bruxelles.

Per gli altri atleti svizzeri di primo piano in scena al Weltklasse, come detto, è invece stata una serata complicata. Segno evidente che dopo i Giochi di Parigi la pressione sia andata un po’ scemando. E, in fin dei conti, è anche giusto che sia così.

Nei 100 m femminili, Sha’Carri Richardson è riuscita a vincere in 10”84, davanti alla campionessa olimpica Julien Alfred (10”88). E Mujinga Kambundji? La bernese si è dovuta accontentare dell’ottavo posto in 11”14: a giudicare dalle ultime uscite di colei che a Parigi 2024 aveva chiuso al sesto posto, l’impressione che se ne ricava è che la bernese stia accusando un certo affaticamento in questo finale di stagione.

E non è andata bene nemmeno alla sorellina Ditaji, tolta dalla scena dei 100 ostacoli per una falsa partenza. Ha potuto ugualmente prendere il via, sotto protesto, senza però una classifica. A vincere è stata Jasmine Camacho-Quinn, impostasi nel tempo di 12”36.

Tebogo striglia gli americani

I 200 m maschili hanno dato una buona indicazione dell’attuale fiducia di Letsile Tebogo. Battuto da Kenneth Bednarek per i primi 180 m, il nativo del Botswana ha sfruttato le sue capacità di rifinitura per vincere in 19’55”. Bednarek ha chiuso la sua gara in 19”57, davanti ai connazionali Knighton e Kerley. Il campione europeo Timothé Mumenthaler si è dal canto suo classificato ottavo in 20”72.

In chiusura di serata, a risollevare il morale al pubblico del Letzigrund è stata la 4 x 100 femminile, con il quartetto rossocrociato Kora, Atcho-Jaquier, Pointet e Kambundji capace di andare a prendersi il successo in 42”55.

Negli 800 m femminili, le tre svizzere impegnate hanno faticato a mettersi in luce. Solo Rachel Pellaud è riuscita a scendere sotto i 2’ con un tempo di 1’59”85, ma si è comunque dovuta accontentare del nono posto. Valentina Rosamilia ha chiuso 11esima in 2’00”17 e Audrey Werro ha perso il ritmo, arrivando al traguardo in 2’06”17, 12esima. La vittoria è andata alla keniana Mary Moraa in 1’57”08.

Niente da fare per Chebet

E non è riuscito a Beatrice Chebet il tentativo di andare a prendersi il record mondiale dei 5’000 metri. Sebbene la keniana abbia tenuto duro per i primi tre chilometri, nel finale ha ceduto troppo tempo. Si è comunque consolata con la migliore prestazione mondiale dell’anno, in 14’09”52.

Brillanti nel prologo sui 100 m alla vigilia, Karten Warholm e Armand Duplantis hanno conosciuto fortune alterne nelle rispettive gare ‘vere’. Il primo ha infatti dovuto dare forfait per la gara dei 400 ostacoli di cui era il favorito a causa di un infortunio muscolare, mentre lo svedese si è imposto in una gara di salto con l’asta che non ha comunque raggiunto le aspettative. A Duplantis sono bastati 5,82 m per imporsi.