Il Cio nega al sangallese di difendere i colori rossocrociati a Parigi. Il motivo? Non ha ancora il passaporto. Ma la Federazione non ci sta
Niente passaporto? Niente Olimpiadi. Il Comitato olimpico internazionale ha deciso di rifiutare a Dominic Lobalu la possibilità di difendere i colori rossocrociati ai Giochi di Parigi, questo nonostante il sangallese d'adozione, ex rifugiato sud-sudanese, negli scorsi giorni a Roma fosse salito per ben due volte sul podio con la tuta della Svizzera, in quella che era il primo grande evento a cui poteva rappresentare il suo nuovo Paese.
Tuttavia, per il momento Lobalu non può ancora disporre del passaporto rossocrociato, essendo in Svizzera soltanto dal 2019, ed è per questa ragione che il Cio ha deciso di impedirgli di prendere parte alle Olimpiadi con la delegazione elvetica. A far stato, infatti, è la Carta olimpica, secondo cui Lobalu non è atto a rappresentare la Svizzera, non essendo (ancora) cittadino svizzero. A ogni buon conto, avendo ottenuto i limiti richiesti per partecipare ai Giochi, il nuovo campione europeo dei 10'000 m potrà comunque prendervi parte, ma se lo vorrà fare dovrà gareggiare con la squadra dei cosiddetti Atleti rifugiati.
Tuttavia, nessuno dice che Lobalu accetterà. Anche perché Swiss Athletics annuncia battaglia: in un comunicato diffuso in tarda serata, la Federazione nazionale di atletica dice di aver preso conoscenza della decisione del Cio «con stupore e incomprensione». Infatti, secondo lei, il Comitato esecutivo del Cio avrebbe avuto la possibilità di autorizzare Dominic Lobalu a gareggiare per la Svizzera. Prima di discutere ulteriori sviluppi con l'atleta e il suo entourage, Swiss Athletics attende di ottenere ulteriori ragguagli dal Comitato olimpico internazionale: il suo obiettivo, e lo sottolinea, è consentire a Lobalu di partecipare ai Giochi, con successo.