La bernese difende il suo titolo continentale in una finale dei 200 m che è un testa a testa con Daryll Neita. E per la Svizzera è ancora oro
C’era la delusione da smaltire, quella di una domenica nera dapprima per colpa della falsa partenza che le era costato il cartellino giallo, in una finale dei 100 piani malinconicamente conclusa all’ottavo e ultimo posto. Nel martedì romano, penultima serata ai campionati continentali nella Città eterna, Mujinga Kambundji va a caccia del podio dei 200 m, e ci riesce. Al termine di una corsa sublime, che le permette di uscire in velocità dalla curva, lanciandosi in un interminabile sprint conclusivo che si trasforma in un accesissimo testa a testa con la britannica Daryll Neita, che alla fine è costretta alla resa per un piccolissimo centesimo di secondo, mentre la medaglia di bronzo finisce al collo della francese Hélène Parisot.
Un epilogo migliore non poteva esserci per l’elvetica, che nel giorno più importante di tutti, a conclusione di una primavera a dir poco difficile, piazza l’acuto al momento giusto, con un 22’’49 che è il suo miglior risultato stagionale sulla distanza, e che le permette di difendere il suo titolo europeo, impresa che soltanto fino a qualche tempo fa sembrava a dir poco difficile.
E il gradino più alto del podio conquistato a Roma non fa piacere soltanto alla sprinter bernese, bensì a tutta la delegazione rossocrociata, che in una settimana a dir poco spettacolare sale fino al quarto posto nel medagliere (provvisorio), con ben otto medaglie in tasca, di cui tre d'oro.