Dopo una buona partenza, l'elvetico cede nella seconda parte della finale dei 110 metri e chiude al settimo posto
Buona nella prima parte e sfortunata nel seguito la finale iridata dei 110 ostacoli per il rossocrociato Jason Joseph, che a Budapest coglie un settimo posto. Un risultato che non è ovviamente da buttare, ma sul quale si potrebbe recriminare qualcosa, visto che - se non avesse urtato il quinto ostacolo a circa metà gara, il giovane svizzero - campione continentale indoor sui 60 metri - avrebbe addirittura potuto piazzarsi meglio. Comunque, è lui il secondo miglior europeo al termine della gara nella capitale magiara, e ciò fa ben sperare per i Giochi parigini del 2024. Il ventiquattrenne basilese ha fermato il cronometro sui 13"28, mentre il vincitore della medaglia d'oro - lo statunitense Grant Holloway - ha chiuso in 12"96. L'argento è andato al giamaicano Hansle Parchment (13"07), mentre il bronzo è finito al collo dell'altro americano Daniel Roberts (13"09).
È stato comunque il disco lanciato a ben 71,46 metri da parte dello svedese Stahl - campione olimpico in carica - il pezzo forte della serata di lunedì alle gare iridate. Una misura che vale il record nella storia dei Mondiali e che va a infilarsi comodamente nella top-ten dei migliori lanci in assoluto. Il vichingo ha preceduto lo sloveno Kristjan Ceh, fermatosi a 70,02 metri e il lituano Mykolas Alekna con 68,85 metri. Record dei Campionati anche per l'americana Sha'Carri Richardson, 23 anni, che pur partendo non troppo bene è andata a conquistare la medaglia d'oro con un ottimo 10"65. La statunitense ha recuperato nei metri conclusivi, andando a superare le due giamaicane Shericka Jackson (10"72) e Shelly-Ann Fraser-Pryce (10"77), ben più esperte di lei.
L'altra finale della serata magiara era quella del salto triplo maschile, conclusasi col successo di Hugues Fabrcie Zango, atleta del Burundi, atterrato a una distanza dalla pedana di 17,64 metri. Argento per il cubano Lazaro Martinez (17,41 m) e bronzo per il suo connazionale Cristian Napoles, staccato di un solo centimetro.
L'elvetica Mujinga Kambundj, da parte sua, ha mancato l'accesso alla finale dei 100 metri per soli 4 centesimi di secondo: 11"04 il tempo fatto segnare in semifinale dalla bernese. La campionessa d'Europa in carica sui 60 m (indoor) ha comunque stabilito lunedì a Budapest il suo miglior crono stagionale. Autrice di una eccellente partenza, non ha però poi saputo accelerare ulteriormente nella seconda parte di gara. Le poche gare disputate quest'anno, evidentemente, hanno pesato sulla prestazione della rossocrociata all'appuntamento mondiale. In semifinale c'era anche un'altra velocista svizzera: si tratta do Géraldine Frey, che ha chiuso col 24° tempo in 11"28.
Si è fermata in semifinale anche l'avventura nei 400 ostacoli per Julien Bonvin, soltanto ottavo della sua batteria. Anche il vallesano ha avuto una buona partenza, è stato capace di tenere per la prima metà di gara, ma in seguito non ha avuto l'energia per chiudere fra i migliori e con un tempo utile per qualificarsi all'atto finale. Per riuscirci, avrebbe dovuto correre in almeno 48"38, un tempo decisamente difficile da ottenere per un atleta che, in carriera, non è mai sceso sotto i 49".
Angelica Moser si è invece qualificata per la finale del salto con l'asta, in programma mercoledì sera. La zurighese ha superato la misura di qualificazione di 4,65 metri già al primo tentativo, facendo segnare il suo record stagionale.