La sprinter bernese soffre di un'infiammazione della fascia plantare ed è costretta a saltare i meeting di Diamond League di Rabat, Roma e Parigi
Un problema al piede ritarda il debutto a cielo aperto della stagione di Mujinga Kambundji, vittima di un'infiammazione della fascia plantare, che si trascinava già dal 2017, ma solo da dopo gli Europei in sala di Istanbul a inizio marzo (ai quali ha ottenuto l'oro nei 60 m) ha avuto il tempo per una completa guarigione. Ora la zona problematica della pianta del piede viene trattata con la terapia di autoemotrasfusione, ciò che tuttavia richiede un impegno fisico ridimensionato. Al momento sono infatti possibili solo sessioni sulla bici e in sala pesi. A occuparsi del trattamento è lo specialista Jörg P. Dunkel: «Il sangue viene prelevato, il plasma e le piastrine separate e attivate per centrifugazione e quindi iniettate con precisione nella fascia – spiega il medico –. Tuttavia ciò richiede tempo, poiché dopo l'iniezione non può applicare un carico completo».
Il ritorno alle competizioni avverrà così soltanto nella seconda metà di giugno al meeting di Oslo (15 giugno) e dovrebbe presentarsi a Losanna già in buona forma il 30 giugno. Nel frattempo però la 30enne dovrà rinunciare a prendere parte ai meeting di Rabat (28 maggio), Roma (2 giugno) e Parigi (9 giugno).
«Avrei ovviamente iniziare in maggio la mia stagione, ma questa, per fortuna, è ancora lunga e i Mondiali sono soltanto a fine agosto» commenta Kambundji.
Una seconda atleta elvetica è pure costretta a rimandare il debutto stagionale all'aperto. Trattasi della grigionese Annik Kälin, vittima di una frattura da stress alla tibia destra. La 23enne non ha annunciato quanto a lungo dovrà rimanere ferma, ma ha assicurato che «farò di tutto per tornare il più in fretta possibile, in piena forma e più forte di prima».