In Francia, il nipote di Raymond Poulidor eguaglia il primato di Eric De Vlaeminck, che durava da 52 anni
L'olandese Mathieu van der Poel compie un ulteriore passo verso la definitiva consacrazione come uno dei più grandi ciclisti non solo della propria epoca, ma della storia. Ancora imbattuto quest'anno nella specialità, il nipote di Raymond Poulidor domenica a Liévin, nel nord della Francia, ha infatti conquistato il suo settimo titolo mondiale, eguagliando il primato detenuto da 52 anni dal belga Eric De Vlaeminck.
Il dominio sulla corsa di Van der Poel è stato netto dall'inizio alla fine, e al traguardo il trentenne ha preceduto di 45 secondi il suo grande rivale, il belga Wout Van Aert, che era partito male, e di 1'06" l'altro belga Thibau Nys. «È davvero qualcosa di speciale», ha commentato il sette volte iridato. «Questo record durava da una vita, e non avrei mai immaginato di poterlo eguagliare».
Sul circuito della Val de Souchez, invaso da migliaia di entusiasti fiamminghi – vicini di casa – Van der Poel si è confermato il miglior interprete della disciplina. Preso il comando alla prima pedalata della giornata, l'olandese non l'ha più lasciato fino al termine: «Isolarsi immediatamente era la miglior cosa da fare, su un tracciato difficile come questo », ha raccontato il corridore della Alpecin-Deceuninck. Il duello con Wout Van Aert, tanto atteso dagli appassionati, non si è in realtà mai consumato, a causa di una partenza problematica del belga e della sua laboriosa rimonta.
Il migliore degli svizzeri è stato Kevin Kuhn: lo zurighese nato nel canton Ginevra, 26 anni, ha chiuso 16°, staccato di oltre 4 minuti. Gilles Mottier (31°), Lars Sommer (32°) e Loris Rouiller (36°) sono stati fermati, come prevedeva il regolamento, prima dell'inizio dell'ottava e ultima tornata. Luke Wiedmann, invece, è stato costretto al ritiro.