L’arresto cardiaco subito dal difensore di Buffalo rappresenta un evento inedito nella storia Nfl. Cause da stabilire, possibile concussione cardiaca
La corsa ai playoff, già conclusa per 11 squadre su 14, un’ultima giornata in grado di mutare il destino di otto squadre tutt’ora in lotta per un posto al sole (in ballo rimangono due biglietti nella Afc, uno della Nfc): tutto questo passa in secondo piano di fronte al dramma vissuto da Damar Hamlin, vittima di un arresto cardiaco nel corso del primo quarto del Monday Night tra Cincinnati e Buffalo. Il 24enne safety dei Bills rimane ricoverato in gravi (ma stabili) condizioni e negli Stati Uniti è subito scattata una catena della solidarietà tra veglie di preghiera di tifosi (ad esempio all’esterno dell’Highmark Stadium di Buffalo), messaggi di solidarietà da parte di compagni di squadra e avversari, e una raccolta fondi a favore della fondazione creata dal giocatore (con lo scopo di acquistare giocattoli per bambini disagiati) che in poche ore ha raggiunto i 4 milioni di dollari. E al di qua dell’Atlantico è divampata la polemica sulla pericolosità dello sport numero uno degli Usa.
In primo luogo, va precisato come ancora non vi sia una diagnosi precisa. Non si sa per quale motivo il cuore di Hamlin si sia fermato. Una delle ipotesi portate avanti è quella della concussione cardiaca, un evento comunque estremamente raro, mai successo nel football e che conta pochissime centinaia di casi nella letteratura medica. D’altra parte, per gli standard della Nfl, il placcaggio effettuato da Hamlin ai danni del receiver di Cincinnati Tee Higgins rientra assolutamente nella routine del gioco. Nulla di trascendentale, dunque, anche perché la protezione garantita dalle spalline scende fino a coprire il torace. Dalle prime ipotesi, sembra più sfortuna che altro, in quanto il colpo subito sarebbe avvenuto in un momento particolare del ciclo cardiaco (in un lasso di tempo di 20 millisecondi), ciò che ha dato vita a un’aritmia e all’arresto cardiaco. Un evento, quello che ha colpito il difensore di Buffalo, mai registrato nel football, né tra i professionisti, né a livello studentesco. Da questo punto di vista, dunque, il football non è più pericoloso del soccer, che negli ultimi 20 anni ha registrato almeno 10 decessi per problemi cardiaci, oltre a diversi casi risoltisi fortunatamente in modo positivo (ad esempio quello che aveva coinvolto agli Europei 2021 il centrocampista danese Christian Eriksen).
Resta il fatto che il football è inequivocabilmente uno sport violento (non è certo l’unico, basti pensare al pugilato o alle arti marziali miste), ma i problemi cardiaci non rappresentano una priorità per una Nfl impegnata negli ultimi anni a migliorare la sicurezza dei giocatori. Il cruccio numero uno, al di là di infortuni vari come fratture, rotture di legamenti, eccetera, rimangono le commozioni cerebrali, vera spada di Damocle su uno sport che, come un cane intento a mordersi la coda, è costretto a proteggere i suoi praticanti, con l’indesiderato effetto collaterale di assistere a un sempre crescente ingaggio fisico, dovuto proprio alle protezioni che rendono "invulnerabili" i giocatori. Le commozioni cerebrali e l’aumento di diagnosi di Cte su cervelli di ex giocatori deceduti, rappresentano un serio pericolo per la popolarità della palla ellittica, anche all’interno degli Stati Uniti. E la Nfl in questo campo si è impegnata in modo serio, pur nella difficoltà di uno sport nel quale il contatto fisico rappresenta il pane quotidiano. Il fatto di aver deciso il posticipo della partita dimostra progressi nell’approccio della Lega (in passato troppo spesso si era nascosta dietro il motto "The show must go on"), anche se va ribadito come eventi di questa gravità non ve ne siano mai stati, per cui è plausibile supporre che anche negli anni addietro la decisione sarebbe stata la medesima.
Diciassettesima giornata: Tennessee - Dallas 13-27. Atlanta - Arizona 20-19. Detroit - Chicago 41-10. Houston - Jacksonville 3-31. Kansas City - Denver 27-24. New England - Miami 23-21. NY Giants - Indianapolis 38-10. Philadelphia - New Orleans 10-20. Tampa Bay - Carolina 30-24. Washington - Cleveland 10-24. Las Vegas - San Francisco ot 34-37. Seattle - NY Jets 23-6. Green Bay - Minnesota 41-17. LA Chargers - LA Rams 31-10. Baltimore - Pittsburgh 13-10. Cincinnati - Buffalo rinviata.
Diciottesima e ultima giornata: Las Vegas (10-6) - Kansas City (13-3). Jacksonville (8-8) - Tennessee (7-9). Atlanta (6-10) - Tampa Bay (8-8). Buffalo (12-3). New England (8-8). Chicago (3-13) - Minnesota (12-4). Indianapolis (4-11-1) - Houston (2-13-1). Miami (8-8) - NY Jets (7-9). New Orleans (7-9) - Carolina (6-10). Pittsburgh (8-8) - Cleveland (7-9). Philadelphia (13-3) - NY Giants (9-6-1). Washington (7-8-1) - Dallas (12-4). Seattle (8-8) - LA Rams (5-11). Denver (4-12) - LA Chargers (10-6). San Francisco (12-4) - Arizona (4-21). Green Bay (8-8) - Detroit (8-8). Cincinnati (11-4) - Baltimore (10-6).