europei di monaco

Gli European Championships, un successo su tutta la linea

Trascinata dall’atletica la Svizzera rientra con un ricco bottino di medaglie da Monaco. E chissà che non possa essere la sede della prossima edizione

Un bagno di folla anche per la mountain bike
22 agosto 2022
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Tre ori, cinque argenti e sei bronzi: è il bilancio raccolto dalla delegazione svizzera a Monaco di Baviera, ciò che vale il quindicesimo posto nel medagliere, guidato dai padroni di casa. Particolarmente pingue il bottino dell’atletica, sei medaglie, che rappresentano un record nazionale per la rassegna continentale. Risultato arrivato beninteso per delle ragioni ben precise, come spiega Adrian Rothenbühler, allenatore anche delle sorelle Kambundji: «In passato sono state prese due decisioni intelligenti. La prima è stata di copiare i limiti delle federazioni internazionali senza aumentarli (o diminuirli nel caso di lanci e salti, ndr) artificialmente, la seconda è stata chiarire che una partecipazione agli Europei è un primo obiettivo a cui vale la pena puntare, solo in seguito si potrà pensare ai Mondiali. Inoltre abbiamo avuto la fortuna che da questo approccio sono scaturiti degli esempi come Mujinga Kambundji, Kariem Hussein o Lea Sprunger».

Swiss Athletics ha infatti dovuto convincere Swiss Olympic del fatto che quello europeo fosse il primo palcoscenico importante su cui misurarsi e da cui formare un gruppo in grado di fare risultato anche a livello globale.

Marco Kälin, padre e allenatore di Annik Kälin, ha però sottolineato come sia necessario dare prova di grande dedizione e di spirito d’iniziativa. E per questo, secondo il capo del settore competitivo della federazione Philipp Bandi, non c’è una risposta facile. «Ma è un dato di fatto che mettiamo sempre maggiori mezzi a disposizione dello sport competitivo, per la professionalizzazione degli allenatori e che incoraggiamo gli scambi tra di loro e sosteniamo i nostri atleti individualmente o attraverso gruppi di allenamento». Inoltre ci sono discipline in cui la concorrenza sta iniziando a farsi sentire.

Karl Wyler, l’allenatore di Simon Ehammer sottolinea però che «nell’atletica svizzera il volontariato è ancora molto presente», il tecnico ha infatti dovuto prendere quattro settimane di vacanza per accompagnare il suo protetto ai Mondiali di Eugene e a Monaco. Mentre per Florian Clivaz, coach e compagno di Mujinga Kambundji, è importante l’esempio fornito dagli atleti di punta: «Mujinga e altri hanno dimostrato come sia possibile diventare atleti professionisti in Svizzera. E ciò ne ha ispirati molti altri».

Un evento apprezzato da pubblico e atleti

Ma al di là dei risultati agonistici, questa seconda edizione degli European Championships (la prima si era svolta quattro anni fa a Glasgow e Berlino) è stata una festa popolare. Anche gli sport più piccoli come la Bmx (seguita da 15’000 spettatori) hanno ottenuto, se non oltrepassato, il livello d’attenzione auspicato, grazie anche agli sforzi dell’organizzazione per far scoprire alla popolazione le più svariate discipline. E la scommessa è stata vinta, visto che i due ideatori dell’evento, lo svizzero Marc Jörg e il britannico Paul Bristow, hanno parlato di un bilancio positivo, oltre ogni aspettativa.

Il successo dell’evento è riscontrabile anche nelle recensioni entusiastiche degli sportivi. Come la biker Jolanda Neff che ha commentato: «Per la mountain bike e per tutte le altre discipline è stato un palcoscenico fantastico, spero che la rassegna continui a essere proposta con cadenza quadriennale». Le ha fatto eco il ciclista, vicecampione della cronometro, Stefan Küng: «Il valore della gara non cambia, ciò che è diverso è la percezione esterna, è sensato riunire tutto, in quanto è positivo per lo sport in sé».

L’Europeo multidisciplinare è però stato un esempio virtuoso anche a livello organizzativo, visto che la maggior parte delle nove discipline proposte si è svolta nel parco olimpico costruito per ospitare i Giochi del 1972, ciò che ha permesso di contenere i costi alla tutto sommato esigua somma di 130 milioni di euro. «Abbiamo dimostrato che il nostro concetto funziona – ha spiegato Jörg alla testata bavarese Abendzeitung –, oltre che è possibile organizzare un evento simile con mezzi economici limitati».

I prossimi "Giochi europei" sono previsti fra quattro anni, ma non è ancora stabilito dove si svolgeranno e quali discipline vi prenderanno parte. Le parti interessate sono molte e ovviamente le discipline già presenti a Monaco godranno di una priorità. Per quanto riguarda la località un’opzione potrebbe essere una città svizzera. E anche se Jörg non si sbilancia, a Srf ha ammesso che «ho incontrato alcune persone che parlano la mia stessa lingua».