La sprinter ticinese guarda avanti dopo Eugene, per ritrovare le sensazioni del 2021, ‘l’anno più incredibile della mia vita’. Sulle note dei Pink Floyd
Dopo la delusione ai Mondiali di Eugene, sulla strada che porta ai Campionati europei di Monaco di Baviera – che scattano lunedì 15 agosto – Ajla Del Ponte torna a parlare di sé. Lo fa dall’Olanda, in una nota inviata ai suoi tifosi, intitolata ‘Pas de nouvelle, bonne nouvelle?’.
«È passato diverso tempo dall’ultima newsletter – scrive la ventiseienne sprinter ticinese –. Sono sicura di aver preso il computer almeno due volte, una in aprile in Sudafrica e una in maggio in Turchia, con l’intenzione di dare mie nuove, ma in un modo o nell’altro non sentivo che fosse il momento adatto. Con le cose che sono successe negli ultimi mesi, mi sono spesso detta "quando c’è qualcosa di positivo da dire, manderò la newsletter" ma quest’occasione che aspettavo, questo cambiamento in meglio non l’ho visto arrivare. Magari a Irvine, nel campo di allenamento di preparazione ai Mondiali, sarebbe stato un buon momento: sentivo di progredire ogni giorno, e mi sentivo fiduciosa per Eugene. Poi il tutto si è rivelato essere leggermente diverso. Una controprestazione che mi ha destabilizzata parecchio, mi ha fatto rimettere tutto in causa: cosa ho fatto di sbagliato? Cosa potevo fare meglio? Cosa dovevo fare meglio? Parlando con altri atleti che hanno vissuto una situazione simile (e sono tanti), mi sono resa conto che è un comportamento completamente normale. Una reazione umana nel mondo della performance, dove avere momenti in cui ci si sente deboli è più comune dei momenti in cui ci sente invincibili. Che lezione da imparare, per me che avevo vissuto l’anno più incredibile della mia vita nel 2021: c’è bisogno pazienza, di comprendere che il corpo con mesi di lavoro persi non possa fare magie, ma soprattutto realizzare che la mente deve essere un tempio con fondamenta a prova di terremoto».
«Come potete vedere – conclude la valmaggese, che agli Europei in Baviera dovrà giocarsi con Géraldine Frey il posto a disposizione nei 100 m –, questa è una newsletter un po’ diversa rispetto al solito. Non vi parlo di successi, di nuovi sponsor, novità importanti o gare in arrivo: vi parlo di quello che mi è passato per la testa ultimamente. Con lo sguardo verso Monaco, ho il desiderio di ritrovare il piacere della competizione, dell’allenamento e dell’atletica. Tutto quello che è contorno può aiutare, come quando per Berlino 2018 mi ero inventata la mia missione ‘The Wall’, ascoltando i Pink Floyd, immaginando i colori del Muro di Berlino per creare un viaggio tutto mio. Adesso più che mai, devo ritrovare il mio mantra nel floydiano ‘Learning To Fly’, che dal 2018 è il cuore della mia avventura all’esplorazione dei miei limiti personali.