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‘Mi sono tolta un peso dalle spalle’

Mujinga Kambundji si qualifica per la finale anche nei 200 m, con tanto di nuovo record nazionale. Per confermare il bronzo di Doha servirà un’impresa

Mujinga Kambundji ha portato in pista una nuova eccezionale prestazione, firmando il nuovo record svizzero (il precedente era già suo) nelle semifinali dei 200 metri. Kambundji ha firmato un tempo di 22"05 (con un vento a favore di 2,0 metri al secondo, la velocità ideale) di tredici centesimi più basso di quello realizzato appena lo scorso 14 giugno al Wankdorf di Berna. La 30enne si è qualificata con l’ultimo posto disponibile (come già successo sui 100 m), quello da seconda ripescata, avendo chiuso al terzo posto la sua semifinale, ma con il settimo tempo complessivo.

Per ripetere il quinto posto della gara regina Kambundji dovrà però migliorarsi ulteriormente, scendendo sotto la soglia dei 22 secondi. Sarà invece molto più complicato confermare la medaglia di bronzo dei Mondiali di Doha di tre anni fa. Allora infatti molte concorrenti di alto livello avevano rinunciato a prendere parte alla gara, permettendo all’elvetica di salire sul gradino più basso del podio con un tempo di 22"51.

Questa volta invece per salire sul podio sarà necessario proporre una gara stratosferica, poiché già al penultimo atto si sono visti riscontri cronometrici di tutto rispetto, come il 21"67 o il 21"82 delle giamaicane Shericka Jackson e Shelly-Ann Fraser-Pryce (vincitrice sui 100 m), il 21"95 della statunitense Tamara Clarke e il 21"96 della campionessa in carica, la britannica (e unica altra europea qualificata assieme a Kambundji) Dina Asher-Smith. Sotto i 22 secondi ha corso anche la terza campionessa giamaicana, Elaine Thompson-Herah in 21"97.

D’altro canto se queste avranno la pressione sulle loro spalle, Mujinga potrà invece correre libera, avendo raggiunto il suo obiettivo per le gare individuali, ovvero la qualificazione a entrambe le finali. C’era già riuscita alle Olimpiadi di Tokyo – aveva chiuso al sesto posto sui 100 m e al settimo sui 200 m – dimostrazione della grande regolarità della bernese e della sua capacità di esprimersi ai massimi livelli nelle occasioni più importanti. Quest’estate in particolare sta veleggiando costantemente al top, tanto da ritoccare tre volte dei record svizzeri: le due volte citate sui 200 m e ai Campionati svizzeri sui 100 m.

«La pressione era grande, sento di essermi tolta un peso dalle spalle» ha confermato Kambundji.

La notte ha regalato una seconda soddisfazione alla delegazione svizzera, ovvero la qualificazione alle semifinali dei 400 m ostacoli di Yasmin Giger. La 22enne turgoviese è riuscita così a ripetere il risultato delle ultime Olimpiadi, venendo ripescata grazie a un tempo di 55"90, da lei battuto in una sola circostanza in carriera (55"21, un anno fa a Tallinn).

Caster Semenya sarà al via dei 5000 m

La sudafricana Caster Semenya ha il diritto di prendere parte alla gara dei 5000 m, nonostante il suo iperandrogenismo. Lo ha confermato il presidente di World Athletics Sebastian Coe, in quanto questa distanza non sottostà a delle restrizioni, presenti invece nelle gare che vanno dai 400 m al miglio. Per partecipare alle gare su tali distanze Semenya (duplice campionessa olimpica nel doppio giro di pista) dovrebbe sottoporsi a un trattamento ormonale per ridurre la quantità di testosterone. Tuttavia Semenya lo ha sempre rifiutato, giudicando la regola "discriminatoria" (il suo ricorso al Tribunale arbitrale dello sport è però stato rigettato), sentendosi trattata "come un topo da laboratorio".

«Non voglio che questi atleti scompaiano – ha detto Coe –. Il mio approccio a questo tema è sempre stato improntato all’inclusione. Non sono coinvolto nel mondo dello sport per impedire alle persone di competere. Abbiamo sempre seguito la scienza, e la scienza è chiara: sappiamo che il testosterone è un fattore determinante per le prestazioni. Le distanze comprese nella regola non sono fissate nel marmo, se potremo provare un impatto su altre discipline, le prenderemo in considerazione. In ogni caso non si sta prendendo di mira un singolo atleta, paese o continente».

«Sono stanco di discutere con sociologi di seconda categoria che cercano di sollevare questioni con me o con la comunità scientifica. Non ci sono problemi, il testosterone è il fattore principale per le prestazioni», ha aggiunto Coe, replicando a chi contesta gli studi su cui si basa World Athletics.