Quarantun’anni, l’ex capitano del Galles vede il suo destino segnato da anni di colpi violenti in carriera. ’Il mio sport sta andando verso il baratro’
Paure e angoscia per una vita che, come dice lui, «sta cadendo a pezzi». Giorno dopo giorno, ineluttabilmente, a soli 41 anni. La drammatica confessione è dell’ex capitano della nazionale gallese di rugby, Ryan Jones, a cui pochi mesi fa è stata diagnosticata una forma di demenza allo stadio d’esordio. Solo l’ultima testimonianza di una lunga serie di ex rugbisti professionisti che, a seguito dei colpi violenti subiti nel corso della carriera, ha sviluppato forme più o meno aggressive della malattia neurodegenerativa dell’encefalo. «Sento che il mio mondo sta andando in pezzi – il racconto al Times di Jones –. Ho paura, perché ho tre figli e altri tre della mia compagna e voglio essere un papà fantastico. Ho vissuto 15 anni della mia vita come un supereroe, ma non lo sono. E non so cosa mi riserverà il futuro».
Un’incertezza esplosa lo scorso dicembre, quando Jones ha ricevuto la diagnosi di encefalopatia traumatica cronica, una malattia progressiva degenerativa del cervello che può verificarsi dopo un trauma cranico ripetuto. «Sono il prodotto di un ambiente tutto incentrato sulle prestazioni umane. Vorrei solo condurre una vita felice, sana e normale, ma sento che qualcosa mi è stato portato via, e non c’è nulla che possa fare. Non posso allenarmi più duramente, non posso fare l’arbitro, non so più quali siano le regole del gioco».
Ritiratosi nel 2015, negli ultimi anni Jones ha sofferto anche di depressione, prima di cominciare ad accusare problemi di memoria, sempre più gravi. «Sono terrorizzato perché non so come starò tra due o tre anni. Nessuno può dirmi se questi episodi di mancanza di memoria dureranno una o due settimane, o se invece saranno permanenti». Un declino inarrestabile, di fronte al quale Jones, come chiunque nelle sue condizioni, è impotente. Anche per questo l’ex capitano del Galles chiede maggiore responsabilità ai vertici del suo sport: «Il rugby sta andando verso il baratro a occhi chiusi: è una situazione catastrofica».
Il mese scorso, l’Alzheimer’s Society aveva avviato una partnership con l’associazione rugbisti professionisti, per fornire informazioni e sostegno a giocatori o manager del passato oppure del presente, a cui è stata diagnosticata la demenza.