Presentata la 5ª tappa del Tour de Suisse in agenda il 16 giugno sulle strade che hanno già vissuto epiche battaglie. ‘Favorito Marc Hirschi’
Nel 1971 furono i Mondiali di Eddy Merckx e Felice Gimondi. Nel 2009 quelli di Cadel Evans (conosciuto anche come ‘l’australiano di Stabio’) e Fabian Cancellara. Dopo anni di attesa il Mendrisiotto è pronto ad accogliere nuovamente un grande appuntamento di ciclismo. L’occasione è la quinta tappa del Tour de Suisse, l’unica con l’arrivo in Ticino, in programma il 16 giugno. «Era tanto tempo che il Mendrisiotto non ospitava un evento ciclistico del genere. Troppi per una terra di ciclismo come la nostra», ha spiegato il presidente dell’associazione TdS22Novazzano Giorgio Montorfano, che si è occupata dell’organizzazione. L’incontro con i media avvenuto oggi è stata anche l’occasione, colta dai vertici del Tour, per parlare a Sud delle Alpi dell’intera manifestazione. «Il Ticino rappresenta una parte importante dell’edizione di quest’anno», ha spiegato il direttore sportivo del Tour de Suisse David Loosli. «Oltre alla tappa Ambrì-Novazzano sono previste infatti anche altre due partenze. Il 17 giugno i corridori prenderanno in via a Locarno in direzione passo della Novena per poi arrivare a Moosalp. Il giorno seguente invece percorreranno la tratta Ambrì-Malbun, passando dal Lucomagno». È però la quinta tappa, come detto, che mobiliterà il maggior numero di volontari e appassionati ticinesi. «L’idea di riportare il grande ciclismo così a sud ci è venuta un anno fa. Volevamo ricreare l’ambiente che si è vissuto nel 2009, quando molti di noi contribuirono all’organizzazione dei Mondiali, che poi si rivelarono un successo». L’auspicio ribadito da tutti è poi quello di poter godere di una giornata di sole. «Ma tanto in Ticino fa sempre bello», ha scherzato David Loosli scatenando una serie di gesti scaramantici tra i presenti in sala.
Proprio la volontà di riportare il Mendrisiotto al centro del palcoscenico ciclistico è stato tra le ragioni che hanno fatto ‘scattare’ Montorfano e gli altri organizzatori. «Il percorso è duro ma paesaggistico, per chi seguirà la gara in televisione. Vogliamo far vedere che il nostro distretto non è solo traffico». A descrivere i dettagli tecnici del tracciato è stato l’ex corridore Andrea Bellati, che l’ha disegnato. «Il primo tratto di gara, da Ambrì fino a Mendrisio, sarà molto rapido. Stimiamo una velocità media intorno ai 50 chilometri all’ora. Speriamo che il gruppo arrivi compatto, così da potersi dare battaglia durante i tre giri del circuito». I corridori percorreranno infatti tre volte un percorso che toccherà tutti gli angoli del distretto. «Non ci sarà un attimo di pausa. Sarà un continuo alternarsi tra salite e discese. La pianura non è in programma». Diversi i punti spettacolari dove i corridori avranno la possibilità di tentare l’allungo decisivo per battere la concorrenza: la salita che da Morbio Inferiore porta a Vacallo attraverso alcuni tornanti ‘nervosi’. Il pendio da Chiasso a Pedrinate, con tre gran premi della montagna (gpm) di categoria 3. E la mitica salita della Torraccia di Novazzano, che porterà verso l’arrivo (situato sopra il centro paese) ed è stata in passato teatro di fughe epiche. «È un tragitto che si presta davvero allo spettacolo. Alcuni corridori forse lo sottovaluteranno osservando la cartina al mattino. Ci saranno anche due traguardi volanti a Mendrisio», ha spiegato Bellati. In ogni caso a farla da padrone saranno le salite: «Arriveremo ad avere punte del 16 per cento di pendenza, e in ogni caso la media sarà di oltre il 10». Un percorso, ha affermato il direttore sportivo del Tour de Suisse David Loosli, «che vede lo svizzero Marc Hirschi, già vincitore di una tappa al Tour de France e della Freccia Vallone, come uno dei grandi favoriti. Sembra disegnato apposta per esaltare le sue qualità». Hirschi sarà parte di una nutrita schiera di corridori elvetici, alcuni dei quali con ambizioni di classifica. Su tutti Gino Mäder, che proprio nel Mendrisiotto ha il suo fan club. «Sarà una tappa molto importante anche per la vittoria finale. Leggendo il programma di quest’edizione potrebbe sembrare che non ci siano grandi dislivelli, ma non è così», ha spiegato il direttore sportivo del TdS. Già solo durante il circuito di Novazzano, lungo in totale 80 chilometri circa, i corridori saranno infatti confrontati con un dislivello di circa 2mila metri.
E se tanti sono i tifosi attesi ai bordi delle strade, visto anche che il 16 giugno sarà giorno di festa per il Corpus Domini, non è esiguo nemmeno il numero di ‘addetti ai lavori’ che renderanno possibile lo svolgimento della corsa. «La carovana del Tour è composta da circa mille persone tra squadre, organizzazione e collaboratori», ha illustrato Loosli. Un ruolo fondamentale è quello ricoperto dai volontari. «A Novazzano abbiamo voluto coinvolgere le società sportive e le associazioni del territorio. Sono oltre 250 le persone che si sono messe a disposizione», ha dichiarato il vicepresidente del TdS22Novazzano Athos Cereghetti, mostrando con orgoglio ai giornalisti presenti un grande cartellone con elencati turni e compiti di chi ha risposto ‘sì’ alla chiamata. «Un grande grazie va anche agli sponsor, molti dei quali locali. Senza di loro sarebbe stata una ‘mission impossible’». Una festa popolare, appunto, che verrà celebrata già la sera prima, quando è previsto un appuntamento a Novazzano a partire dalle 18.30, e il giorno stesso della gara quando a correre (prima di lasciare spazio ai più grandi) saranno i giovani delle categorie under 11, 13 e 15.
Tanti i campioni che hanno già confermato la loro presenza sulle strade svizzere e momò, per un’edizione che si presenta «tra le più dure degli ultimi anni». Si passa dal giovane fenomeno belga Remco Evenepoel al veterano slovacco (attualmente alle prese con il long Covid) Peter Sagan. Non è inoltre da escludere la partecipazione del campione del mondo Julien Alaphilippe, di rientro da un infortunio e che potrebbe sfruttare il Tour de Suisse per preparare al meglio il Tour de France. «La nostra è una manifestazione prestigiosa, siamo riconosciuti come World Tour e questo ci garantisce ogni anno la presenza delle squadre più forti che ci sono in circolazione, come la Jumbo-Visma e la Ineos Grenadiers. Si tratta del quarto giro nazionale per importanza, dopo quello di Francia, Italia e Spagna. Arriveremo ad avere oltre 1 milione di spettatori in totale sul posto e 30 milioni davanti alla televisione» ha concluso Loosli.