BOXE

Cuba riscopre la nobile arte. Sessant’anni dopo

I pugili dello Stato caraibico possono tornare a prender parte alle competizioni professionistiche internazionali. Non accadeva dal 1962.

Julio Cesar La Cruz
(Keystone)
5 aprile 2022
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I pugili cubani possono tornare a prende parte alle competizioni professionistiche per la prima volta dal 1962. «Sono tre anni e mezzo che lavoriamo a un contratto che corrisponda davvero alla filosofia dello sport cubano, per quanto riguarda l’inserimento dei nostri pugili nella boxe professionistica», ha detto il presidente della Federazione cubana di pugilato Alberto Puig alla televisione di Stato. La federazione ha firmato un contratto di promozione con una società messicana, la Golden Ring, con i primi incontri previsti per maggio in Messico. «In una prima fase, coinvolgeremo una squadra di cinque o sei pugili, in Europa o in America Latina, che poi torneranno alla scuola di boxe cubana» ha detto Puig, aggiungendo che quattro pugili cubani avevano già firmato contratti quadriennali. «È un privilegio aver raggiunto questo storico accordo con le autorità sportive cubane, che segnerà un prima e un dopo nel pugilato», dice invece dal canto suo Gerardo Saldivar, presidente di Golden Ring Promotions.

Sulla scia della rivoluzione guidata da Fidel Castro, Cuba aveva abolito lo sport professionistico nel 1962 prima di fare un timido passo indietro nel 2013 per sport come baseball, pallavolo e basket. Il pugilato era riuscito in parte ad avviare competizioni a livello professionistico nel 2014, tramite la squadra locale "Tamers of Cuba" che partecipa alle World Series of Boxing (WSB). Ha vinto tre delle cinque edizioni a cui ha partecipato, l’ultima delle quali nel 2018. Sul ring, l’isola caraibica è da tempo imbattibile tra gli amatori, con 80 titoli mondiali e 41 Olimpiadi in bacheca anche se, negli anni, ha assistito alla fuga di pugili partiti per cercare altrove un futuro migliore. «Partecipare ai campionati professionistici aumenterà il nostro livello di competitività, perché affronteremo pugili di alto livello, come noi, e questo ci permetterà di rimanere nell’élite della boxe», dice il pugile cubano Julio César La Cruz, doppio campione olimpico e cinque volte campione del mondo. L’annuncio arriva mentre il futuro della boxe alle Olimpiadi sembra essere in discussione, con il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach che ha annunciato a dicembre che la nobile arte potrebbe dover disertare le Olimpiadi 2028 a Los Angeles, dopo i numerosi scandali arbitrali.