La franchigia della Nfl da un anno e mezzo aveva abbandonato il termine Redskins, considerato razzista dalle organizzazioni dei nativi americani
Un anno e mezzo dopo aver rinunciato al soprannome di Redskins, ritenuto fortemente offensivo da parte dei membri delle tribù native, la squadra di Washington della Nfl ha deciso che in futuro si chiamerà Commanders. “Una sola eredità, un avvenire comune. Noi siamo i Commanders”, ha twittato la squadra della capitale. «È un nome che possiede il peso e il significato degni di una squadra vecchia di 90 anni», ha dichiarato Jason Wright, presidente della squadra, alla catena televisiva Nbc.
La scelta di Commanders, che sostituisce il generico Washington Football team adottato dopo l’abbandono di Redskins, è stata presa sulla base di consultazioni approfondite con i tifosi. Il nuovo logo sarà una W color oro su sfondo granata (colori invariati) che sul casco andrà a sostituire il numero di maglia dei giocatori. In un primo tempo, i tifosi avevano plebiscitato i “nicknames” Wolves o Redwolves, ma la franchigia aveva deciso di non incamminarsi su un terreno pericoloso e che avrebbe potuto portare a diatribe giuridiche: nella Nba, infatti, la squadra di Minnesota è soprannominata Timberwolves, spesso abbreviata in Wolves. Altri nomi presi in considerazione sono stati Admirals, Red Hogs, Sentinels, Defenders e Presidents.
Grazie al nome Commanders, la franchigia della capitale spera di lasciarsi alle spalle le polemiche nate già nel 1933 sulla scelta di Redskins, quando ancora la squadra aveva sede a Boston, prima del trasferimento a Washington nel 1937. Negli ultimi anni, gli Stati Uniti sono passati attraverso un profondo esame di coscienza sul loro passato razzista. Un vasto movimento popolare, ad esempio, ha portato una parte della popolazione a riconsiderare simboli ritenuti inappropriati come la bandiera sudista e le statue dei generali confederati, dei difensori della schiavitù e di Cristoforo Colombo.