Parla Tonina, la madre del ciclista trovato morto 17 anni fa in un residence di Rimini. ‘Rabbia? Le promesse non mantenute. Promesse, solo promesse’
«Il mio sogno è di scoprire la verità, poi posso morire anche in pace». Sono le parole di Tonina, la mamma di Marco Pantani, in un’intervista su Rai Due in vista dell’uscita nei cinema italiani, già domani, del film sul ciclista italiano scomparso diciassette anni fa in un residence di Rimini, stroncato da un edema polmonare e cerebrale dopo aver fatto uso di cocaina. «Quando ho visto questo documentario - racconta Tonina Pantani, parlando della pellicola intitolata ‘Il migliore. Marco Pantani’ – mi è piaciuto perché è la vita di Marco, la gente capisce chi era. Cosa mi manca di più? Mi manca tutto di Marco, anche la sua confusione. Si è rialzato tante volte, solo che ogni volta che c’era una gara importante lo affossavano ancora, c’era una Procura che lo indagava questa è stata una grande schifezza italiana e penso che la gente lo abbia capito. Marco ne ha scritte tante di cose anche che quel giorno in cui l’hanno fregato la Madonna non c’era, questo l’ha scritto anche in camera sua. Lui non ha accettato una cosa non vera, è stato un inferno per noi, per lui e per tutti. Chiedo alla Madonna di dargli una mano, che faccia il suo lavoro, che legga le carte e che mi dica la verità senza illusioni. Io l’ho promesso a Marco questo davanti alla sua bara, Marco non me lo dà più nessuno indietro».
«Il ciclismo di oggi non mi piace – aggiunge la mamma di Pantani – e credo non piaccia neanche a lui. Quando passò professionista mi disse che c’era la mafia. Col tempo ho capito cosa voleva dire, ne abbiamo avuto la dimostrazione. I suoi ricordi sono tutti belli, eravamo poveri ma felici, potessi tornare indietro... Rabbia? Le promesse non mantenute, parlo di chi mi ha seguito per scoprire la verità. Promesse, solo promesse. Delusioni ne ho avute una marea, dicevo mollo tutto e poi ricominciavo. La forza di lottare me la dà Marco, ciao Marco ti voglio bene e spero una volta d’incontrarti di nuovo».