CICLISMO

Julian Alaphilippe si conferma campione del mondo

A Lovanio il francese se ne va a 20 km dall’arrivo e si impone in solitaria. Argento all’olandese Van Barle e bronzo al danese Valgren. Male gli svizzeri

26 settembre 2021
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Julian Alaphilippe si è confermato campione del mondo. A Lovanio (nelle Fiandre), come a Imola un anno fa, il francese si è imposto in solitaria. La medaglia d’argento è andata al collo dell’olandese Dylan van Baarle, mentre quella di bronzo ha premiato il danese Michael Valgren, lasciando così a bocca asciutta il belga Jasper Stuyven, il quale non è riuscito a regalare una soddisfazione a un Belgio che esce dai Mondiali casalinghi senza nemmeno un titolo. Anche perché, uno dei grandi favoriti della prova, Wout van Aert, nelle fasi decisive ha dimostrato di non avere la gamba giusta ed ha chiuso all’undicesimo posto, nel secondo gruppo di inseguitori, giunto a 1’18” dal vincitore. Con lui, pure altri due papabili alla maglia iridata, l’olandese Mathieu van der Poel e l’italiano Sonny Colbrelli (fresco campione d’Europa).

Sul fronte elvetico, è stato un Mondiale da dimenticare. A parte la buona iniziativa di Stefan Bissegger, inseritosi nelle prime fasi di gara in una fuga comprendente nomi importanti (tra gli altri quelli di Remco Evenepoel e Primoz Roglic) e che ha costretto l’Italia a un grande dispendio di energie per inseguire, il resto è andato a catafascio. Stefan Küng è stato l’ultimo a lasciare il gruppo dei migliori (a una cinquantina di chilometri dal traguardo) ed ha chiuso in 41ª posizione a 6’31” da Alaphilippe. Addirittura tragicomica la situazione capitata a Marc Hirschi che può ben essere letta quale simbolo di una stagione nata male e finita nello stesso modo. Il bernese è rimasto vittima di una caduta attorno a metà gara e si è procurato diverse escoriazioni a ginocchia e gomiti. Probabilmente, sarebbe potuto ripartire se solo l’ammiraglia rossocrociata l’avesse visto. Invece, è passata senza accorgersi che il suo corridore si trovava a bordo strada e così il 23enne non ha potuto riprendere la corsa in quanto la sua bicicletta era inservibile.

Alaphilippe ha vinto, proprio come a Imola, di prepotenza. Nel finale ha dimostrato di essere il più forte e a poco meno di 60 km dall’arrivo ha dinamitato il plotone, portando allo scoperto un gruppo comprendente i maggiori favoriti, eccezion fatta per il vincitore del Tour de France, Tadej Pogacar. La decisione, tra i -30 e i -20 km, quando il francese ha attaccato tre volte sugli strappi del penultimo giro. Ai primi due gli altri componenti del gruppetto di 17 corridori hanno risposto presente. Al terzo attacco, però, nessuno è stato in grado di controbattere e Alaphilippe è passato per l’ultima volta sotto lo striscione d’arrivo con un vantaggio già di una ventina di secondi. Alle sue spalle gli unici a muoversi sono stati lo statunitense Powless, Stuyven, Van Baarle e Valgren, i quali non sono però mai riusciti a trovare l’intesa necessaria per andare davvero alla caccia del battistrada. Il vantaggio non è esploso, ma ha comunque raggiunto i 40”, più che sufficienti per permettere al 29enne transalpino di controllare la situazione e iniziare a festeggiare appena superata la “flamme rouge”. Era dal 2017 che il campione del mondo in carica non riusciva a ripetersi (tra il 2015 e il 2017 Peter Sagan aveva addirittura fatto tripletta).