Il fulmine di Tokyo Karsten Warholm ad Athletissima avrà tutti gli occhi addosso, e con lui il ticinese Petrucciani. Ma senza le tv: 'Almeno non è mattina'
Karsten Warholm, Jakob Ingebrigtsen oppure ancora Armand Duplantis. Quella Scandinavia un tempo famosa soprattutto per l'hockey oggi si riscopre superpotenza dell'atletica, e domani alla Pontaise di Losanna sfiderà il resto del mondo. Sono finiti i tempi in cui erano i nordamericani i motori dei meeting: dopo l'ondata caraibica, o sarebbe meglio dire giamaicana, ora i campioni più attesi sono gli eredi dei vichinghi, e il loro condottiero è quel Karsten Warholm autore di quello stratosferico 45''94 sui 400 ostacolo ai Giochi pandemici di Tokyo, ma che ad Athletissima sarà ai blocchi di partenza dei 400 piani, a fianco di un onsernonese Ricky Petrucciani che, probabilmente, tratterrà a stento l'emozione.
Warholm, venticinquenne longilineo ostacolista nato a Ulsteinvik, nella Norvegia meridionale (si fa per dire), possiede tutto il carisma necessario per diventare uno dei trascinatori di questo sport a livello planetario. Pur se, intelligentemente, del resto, lo scandinavo dà prova di grande saggezza prima di provare a destreggiarsi in una disciplina che, mancando gli ostacoli, non è la sua. «Il record del mondo? Siamo seri...» risponde Warholm, a chi gli chiede se per domani sera sulla pista vodese da lui bisognerà attendersi fuoco e fiamme. «Devo essere umile, perché ho molto rispetto: anzi, direi che sono nervoso, e mi piace questa cosa. Il fatto di non essere sugli ostacoli mi motiva, per me si tratta di una sfida diversa, per capire dove posso arrivare, a fianco di atleti che non conosco, o che conosco meno».
Tuttavia, non si tratta certo della prima volta che il norvegese si cimenta su questa distanza. «Nel 2018, a Berlino (agli Europei, ndr), ho provato a unire le due discipline, ma alla fine ho fatto incredibilmente fatica a finire i 400 piani, a causa della ripetizione dello sforzo. Stavolta vedremo come andrà. Magari, se fossi in una buona giornata, e tutto andasse nel migliore dei modi, potrei anche puntare al primato europeo...».
Curiosamente, però, lontano dai riflettori dell'Eurovisione. Infatti i 400 piani non fanno parte del programma ufficiale della Diamond League, così Warholm (e Petrucciani) inizieranno prima della diretta televisiva internazionale, prevista alle 20 in punto, mentre Warholm scatterà dalla corsia numero sette alle 19.54 precise. «A differenza di Tokyo, almeno non correremo al mattino – conclude –. Francamente ai Giochi è stato un qualcosa di miracoloso riuscire a fare una corsa del genere in mattinata...».
Il meeting di Losanna, tuttavia, non vivrà soltanto delle imprese dei campioni venuti da fuori. Anzi. Mai come quest'anno la presenza svizzera è qualificata. Qualitativamente e quantitativamente. A partire proprio dal già citato Petrucciani il quale, a maggior ragione dopo aver brillato nei 100 sabato a Berna, soprattutto pensando al fatto che ha soli 21 anni, sembra avere tutte le carte in regola per abbattere il record dei 400 m, stabilito proprio a Losanna nel 1996 da Matthias Rusterholz. L'attenzione degli appassionati sarà però anche focalizzata sul basilese Jason Joseph, con il suo record nazionale di 13''12 sui 110 ostacoli, in una stagione in cui nessuno al mondo è sceso sotto i 13 secondi, oppure ancora sul grigionese William Reais, astro nascente dei 200 m in salsa rossocrociata, che con il suo personale di 20''24 sarà in grado di dare fastidio agli sprinter americani.
Soprattutto, però, ci si attende un finale pirotecnico con la staffetta 4 x 100, dove il quartetto da sogno composto dalla nostra Ajla Del Ponte e da Riccarda Dietsche, Mujinga Kambundji e Salomé Kora punterà a ripetere il 42''04 che aveva portato le quattroo velociste a mancare di un niente il podio alle Olimpiadi nipponiche. Senza dimenticare la lacrimuccia che lo stadio vodese riserverà a Lea Sprunger, alla sua ultimissima apparizione nei 400 ostacoli sulla fascinosa pista della Pontaise.