CICLISMO

Gino Mäder e una Vuelta che guarda al futuro

La corsa spagnola scatta sabato da Burgos. L'elvetico della Bahrain spera di capire se un giorno potrà essere protagonista nelle grandi corse a tappe

12 agosto 2021
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Scatta sabato da Burgos, su un percorso montagnoso, come da tradizione per la corsa spagnola, la Vuelta a España 2021. Un’edizione che proporrà il duello tra lo sloveno Primoz Roglic (già due volte vincitore e grande deluso del Tour de France, ma ripresosi con il titolo olimpico a cronometro) e il colombiano Egan Bernal, l’ultimo ad aver vestito la maglia rosa al Giro d’Italia. A spalleggiare il capitano della Ineos ci saranno anche Richard Carapaz (campione olimpico) e Tom Pidcock (pure lui trionfatore ai Giochi, ma nella mountain bike). Tra gli outsider vanno senz’altro citati gli spagnoli Mikel Landa e David de la Cruz, che avrà al suo fianco Damiano Caruso, i colombiani Miguel Angel Lopez e Rigoberto Uran, il russo Alexander Vlasov, il francese Guillaume Martin, l'australiano Lucas Hamilton.

A dare manforte a Mikel Landa, in maglia Bahrain ci sarà pure Gino Mäder. A 24 anni, l’elvetico intende testarsi su un grande giro per capire quali sono le sue reali possibilità di diventare protagonista nelle prove di tre settimane. Il percorso per trasformarsi da cacciatore di tappe in uomo da classifica nelle grandi corse a tappe è però lungo e denso di insidie. In primo luogo, occorre abituare il proprio corpo a sopportare (e recuperare) enormi sforzi prolungati sul lungo periodo. Mäder, però, ritiene di non essere molto lontano da un possibile cambiamento strategico della carriera… «Mi manca ancora la costanza – afferma il bernese –. Ci sono state situazioni nelle quali a giornate positive hanno fatto seguito altre negative e viceversa». Mäder se n’è accorto sulla sua pelle durante il Tour de Suisse, corsa nella quale sperava di recitare un ruolo da protagonista e, invece, aveva dovuto rinfoderare in fretta le armi, salvo poi aggiudicarsi la frazione conclusiva… «Una controprestazione che non riesco a spiegarmi».

Il presente di Mäder si chiama dunque Vuelta. Dopo le Olimpiadi, il bernese ha trascorso due settimane a Burgos per preparare al meglio l’appuntamento. Per lui sarà la terza partecipazione a una corsa di tre settimane. Lo scorso anno, sempre alla Vuelta, aveva centrato il secondo posto nella penultima frazione di montagna a La Covatilla, mentre quest’anno al Giro d’Italia ha conquistato la sua prima vittoria sul traguardo di Ascoli Piceno (San Giacomo), al termine della sesta tappa. Nel mese di giugno, inoltre, si è aggiudicato la frazione conclusiva del Tour de Suisse, il Circuito delle Alpi con partenza e arrivo ad Andermatt.

Bisognerà però capire con precisione quali saranno i compiti che la Bahrain gli vorrà affidare, soprattutto nell’ottica di una possibile vittoria finale di Landa. Soltanto un altro svizzero sarà al via della corsa, Johan Jacobs in maglia Movistar.

Come d’abitudine, gli organizzatori della Vuelta hanno deciso di non risparmiare ai partecipanti le fatiche della montagna. Saranno sei gli arrivi in quota, due dei quali inediti: il Pico Villuercas (quota 1580, 14ª tappa) e l’Altu d’El Gamoniteiru (1770 metri, 18ª tappa). Soltanto due le cronometro, la prima per aprire e la seconda per chiudere l’edizione 2021. La corsa scatterà con 8 km “contra el reloj” a Burgos e terminerà il 5 settembre con 33,7 km individuali a Santiago de Compostela. Per il resto, 8 saranno le frazioni pianeggianti, 4 quelle collinari, 7 quelle di montagna. Il primo appuntamento importante, al settimo giorno, con l’arrivo al Balcon de Alicante (8,4 km al 6,2%) dopo aver scalato altri 5 Gpm. Due giorni dopo, arrivo all’Alto de Velefique, un hors-catégorie da 13,2 km per 6,4% di pendenza media (punte massime del 15%). Il 28 agosto appuntamento con il Pico Villuercas (14,5 km al 6,2%), preceduto dal Puerto Collado de Ballesteros (appena 2,8 km ma al 14% di media con punte massime del 20%). Il primo giorno di settembre sarà caratterizzato dall’arrivo ai Laghi di Covadonga (12,5 km al 6,9% e 16% di massima), preceduto da altri due passi di prima categoria. Il giorno seguente, altro tappone con due colli di prima, uno di seconda e l’arrivo all’Alto d’El Gamoniteiru, addirittura 14,6 km al 9,8%, con massime costanti tra il 10 e il 14%. Sarà verosimilmente quella la frazione che deciderà la Vuelta, ma non va nemmeno scartata l’ipotesi che tutto possa essere rimandato agli ultimi 33, 8 km a cronometro a Santiago de Compostela.