La ventunenne texana, sesta donna più veloce al mondo, per ora è stata sospesa un mese. Ma secondo l'Usada verrà stralciata dalle liste dei Trial
Sha'Carri Richardson, una delle grandi favorite per il podio ai Giochi di Tokyo dopo il 10''72 sui 100 piani nel mese di aprile, che l'ha portata a diventare la settima donna più veloce del mondo, può già sin d'ora mettere una croce sull'edizione 2021 dei Giochi olimpici. Le indiscrezioni dei media americani hanno infatti trovato conferma: la velocista è stata trovata positiva alla Cannabis ai Trial statunitensi, dove aveva staccato la qualificazione con il tempo di 10''86, ciò che ha costretto l'agenzia antidoping americana (Usada) a far scattare una sospensione di un mese in via cautelare, a partire dal 28 giugno. Le gare di atletica alle Olimpiadi di Tokyo cominciano il 30 luglio, quindi nel caso in cui l'Usada e l'Ama, l'agenzia mondiale antidoping, decidessero di non inasprire la pena, teoricamente la Richardson avrebbe ancora una chance. Tuttavia, stando a quanto riporta l'emittente statunitense Cnn, l'Usada afferma che «i risultati agonistici della Richardson ottenuti il 19 giugno, compresa la sua qualificazione olimpica, sono stati cancellati». In altre parole, essendo stata stralciata dalle liste dei Trial, la ventunenne texana può già sin d'ora considerarsi fuori dai Giochi. Al massimo, l'americana può sperare di poter comunque volare in Giappone, per scendere in pista con le altre ragazze della staffetta, ma senz'altro non era quello ciò a cui lei ambiva...
Dopo aver subito reagito su Twitter alle prime indiscrezioni dei media con un enigmatico «Sono umana», lasciando intendere che l'uso di Cannabis era evidentemente a fini personali e non di doping, la Richardson nel frattempo ha già esposto la sua tesi difensiva: avrebbe assunto stupefacenti «in uno stato psicologico di dolore» per la morte della madre.