Ciclismo

A Gino Mäder la tappa regina, ma il re è Carapaz

L'elvetico batte Woods allo sprint e sigla la frazione conclusiva del Tour de Suisse. Il successo finale è però dell'ecuadoriano

Il primo ecuadoriano a vincere il TdS (Keystone)
13 giugno 2021
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Lui, la Tremola, la conosce bene, per averla percorsa già da bambino. Ed è allora proprio per questo che Gino Mäder ha individuato il momento giusto per mettersi sulle tracce del fuggitivo Michael Woods lungo i ventiquattro tornanti di pavé che portano al Passo del San Gottardo per poi lanciarsi a rotta di collo verso il traguardo finale di questo ottantaquattresimo Tour de Suisse ad Andermatt. E poi qui, a una manciata di metri dallo striscione dell'arrivo, trovare anche il colpo di reni giusto per bruciare il canadese. Terzo nella cronometro del giorno prima, il 24enne scalatore bernese, che già al Giro d'Italia si era illustrato aggiudicandosi la sesta tappa, ha tagliato il traguardo quasi in souplesse, senza nemmeno dover spingere all'eccesso sui pedali. «Alla vigilia di questo Tour de Suisse volevo battermi per la classifica generale, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato – sottolinea l'eroe dell'ultima tappa –. Così ho ripiegato su una vittoria di tappa: quella che provo è una sensazione incredibile! Ci ho messo molta energia, ma mi sono detto che nel peggiore dei casi sarei arrivato secondo. E sentivo di avere le gambe giuste. Questa per me è una grande vittoria, ancor più apprezzata per il modo in cui è maturata».

A fare festa nell'ultima giornata è però anche e soprattutto il 28enne Richard Carapaz, che mette la sua firma sull'ottantaquattresima edizione del Tour de Suisse, divenendo il primo corridore ecuadoriano a vincere la gara. Nella classifica generale, Carapaz prevede di 17 secondi il colombiano Rigoberto Uran e di 1'15" Jakob Fuglsang. Uran ha tentato un ultimo sforzo sui tornanti finali della Tremola, ma a quel punto era ormai chiaro che Carapaz non si sarebbe lasciato sorprendere. L'ecuarodiano festeggia così il suo secondo grande Tour dopo il Giro 2019.