Nella sesta frazione, chiusa al culmine di una salita di 15 km, l'elvetico precede di 12” Bernal ed Evenepoel. Nuova maglia rosa, l'ungherese Attila Valter
Gino Mäder ha vinto la sesta tappa del Giro d'Italia, la Grotte di Frasassi - Ascoli Piceno (160 km). Il 24.enne bernese è giunto al traguardo, posto al termine di una salita di 15 km, in solitaria, ultimo superstite di una fuga a otto, e ha mantenuto una manciata di secondi sugli inseguitori, regolati allo sprint da Egan Bernal, davanti a Daniel Martin e Remco Evenepoel. Per l'elvetico si tratta del risultato più prestigioso della giovane carriera, il primo trionfo in una prova del World Tour.
Al termine di una tappa fustigata dal freddo e dalla pioggia, la maglia rosa è finita sulle spalle del 23.enne Attila Valter, primo ungherese al comando della classifica generale del Giro d'Italia. Il compagno di squadra degli svizzeri Badilatti e Reichenbach conta un vantaggio di 11” su Evenepoel e 16” su Bernal. Alessandro De Marchi, maglia rosa al via, ha ceduto a una sessantina di chilometri dall'arrivo e ha chiuso con un ritardo superiore alla mezz'ora.
A lungo, durante la giornata, Mäder è stato virtuale maglia rosa, grazie a un vantaggio massimo che ha superato i 5’. Nel finale, però, il margine è sceso in modo importante, anche perché i migliori si sono dati battagli lungo gli ultimi 15 km di salita verso San Giacomo. Davanti, rimasti in quattro (Mäder, Mollema, Mohoric e Cataldo) dopo il secondo Gpm della giornata, Forca di Presto, i battistrada hanno approfittato del grande lavoro di Mohoric, intenzionato a favorire le ambizioni del compagno di squadra elvetico. Ai piedi dell'ultima ascesa lo sloveno si è fatto da parte e a 3,3 km dall'arrivo Mäder ha piazzato l'allungo decisivo. L'argoviese è stato molto bravo a resistere al ritorno dei migliori, con Bernal che più volte ha provato l'allungo ed è riuscito a portare fuori un quartetto comprendente anche Evenepoel, Ciccone e Martin.
«Ieri abbiamo perso il nostro leader Mikel Landa (frattura della clavicola destra nella tappa di mercoledì, ndr) e sapevamo di dover trovare un altro modo per lasciare il segno – ha commentato Mäder –. Mohoric ha lavorato tantissimo a mio favore, ma all'inizio dell'ultima salita temevo uno scatto di Mollema. Invece, a un certo punto mi sono ritrovato da solo. Nell'ultimo chilometro avevo paura di farmi beffare come era successo alla Parigi - Nizza (ripreso e superato da Roglic a 50 metri dal traguardo, ndr)».