Al vaglio alcune ipotesi per la parte conclusiva e decisiva della stagione. Pandemia permettendo
Nei corridoi del basket tiene banco il futuro della stagione. Un sì alla terza fase e poi i playoff, ma con quale formula? Tutto è in sospeso. C’è chi vorrebbe i playoff al meglio delle cinque partite, chi al meglio delle tre, addirittura chi con sole gare di andata e ritorno e differenza canestri. Quest’ultima ipotesi è chiaramente un’assurdità perché toglierebbe qualsiasi senso alla posizione in classifica acquisita durante la stagione. Non avere il vantaggio del fattore campo esclude il senso stesso dei playoff e di tutto quanto si è fatto per cinque mesi per essere davanti alle altre.
In questa stagione ne abbiamo viste di tutte le sfumature (eufemismo) in fatto di calendari fatti e rifatti, partite saltate, squadre obbligate a recuperare con gare infrasettimanali, con i conseguenti infortuni legati alla mancanza di pause e allenamenti adeguati. La classifica attuale non fa una grinza, dal punto di vista del potenziale, ma la situazione pandemica ha ancor più penalizzato le squadre meno forti, perché le migliori dispongono di panchine lunghe e quindi in grado di assorbire meglio gli impegni ravvicinati. L’aver scelto una formula di Coppa Svizzera limitata alla Lega nazionale A ha per lo meno limitato un paio di turni assolutamente inutili fra squadre di categorie diverse, soprattutto perché senza pubblico e quindi per nulla promozionali in aree “depresse”. La Swiss Basketball League Cup, ex coppa della lega, avrà invece normale svolgimento fra poco più di un mese, ma vi saranno coinvolte solo le quattro migliori. Insomma, la stagione si annuncia assai complicata nel suo rush finale, augurandoci che tutto quanto fatto per salvare la stagione non venga vanificato da scelte assurde per giocarsi il titolo. Se poi sarà una ricrescita della pandemia a determinare scelte insane, ci adegueremo ma, fin che si può, facciamo in modo che il basket possa giocarsi al meglio.
Un altro aspetto di questa seconda parte della stagione sarà il mercato. La finestra di gennaio non ha portato nulla di eclatante in seno ai club. Ciò non significa che non ci saranno movimenti importanti nel finale di stagione. E se per le squadre di media e bassa classifica non ci saranno investimenti o sensibili cambiamenti, per le big siamo certi che la musica cambierà. La sconfitta sonante di Friburgo a Ginevra produrrà certamente un cambiamento, non necessariamente in panchina, ma a livello di stranieri. È stata chiara la differenza di potenziale fra gli stranieri di Ginevra e Olympic perché la dirigenza burgunda non si attivi. Per la Spinelli il discorso è diverso: ha ingaggiato Williams per avere maggiori alternative sui due fronti, dopo la rinuncia definitiva a Grüninger per infortunio. Resta il fattore pivot: Slokar è il secondo lungo ma il recente infortunio sarà valutato nelle prossime settimane. Non dovesse recuperare, l’approdo di un pivot di peso è in linea con le ambizioni della Sam, consapevole che nel finale di stagione il solo Chukwu, pur con i tanti progressi fatti, non può competere da solo contro i pezzi grossi delle avversarie. Affaire à suivre, senza dimenticare che c’è ancora Neuchâtel ben intenzionato a non fare da comparsa fra le prime quattro.