CICLISMO

Marc Hirschi, una stagione al di là di ogni aspettativa

Il 22.enne bernese analizza un 2020 foriero di grandi risultati: 'Non averi mai pensato di poter andare così forte'

(Davanti a tutti in cima al Mur de Huy)
5 novembre 2020
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Protagonista al Tour de France (corridore più combattivo, una vittoria di tappa e due podi), protagonista al Mondiale di Imola (medaglia di bronzo), protagonista alla Freccia vallone (vittoria), protagonista alla Liegi - Bastogne - Liegi (secondo solo perché irregolarmente ostacolato da Alaphilippe)... Marc Hirschi è stata la grande sorpresa del ciclismo svizzero a livello mondiale e da lui ci si aspetta molto per la prossima stagione. Per il momento, si sta riprendendo dalle fatiche di un'intensa fine estate… «Nelle ultime tre settimane non sono quasi mai uscito in bicicletta. In realtà non ho fatto molto, ma i giorni sono passati molto velocemente. Ho guardato con attenzione le ultime tappe del Giro, dove i miei compagni di squadra della Sunweb stavano andando molto bene. Per quanto riguarda la Vuelta, la mia attenzione è stata soltanto sporadica».

Un periodo di totale relax… «Sarebbe stato il momento ideale per uscire, incontrare gli amici e divertirsi. Purtroppo, la pandemia ci costringe a ridurre tutti i contatti. Comunque, adesso ho ricominciato gli allenamenti e ritroverò presto la mia routine».

Routine che prevede anche allenamenti all’estero, solitamente in compagnia di un paio di colleghi, dove il clima è migliore rispetto alla Svizzera tedesca… «Due anni fa siamo andati a Maiorca per le vacanze e per l’allenamento, mentre l’anno scorso ci siamo ritrovati a Malaga. Ci saremmo voluti andare anche quest’anno, ma attualmente la situazione non lo permette. Abbiamo comunque intenzione di affittare una casa a Gran Canaria a partire dalla prossima settimana e fino a Natale. La situazione con la pandemia è tutto sommato buona, così come le condizioni meteo».

Questo, a livello privato, ma poi vi saranno anche i campi d'allenamento con la Sunweb… «Il Covid-19 ha reso tutto molto più incerto. Sembra che il primo raduno avrà luogo a inizio anno anziché in dicembre. La sede sarà comunque in Spagna. La situazione è piuttosto complicata, a maggior ragione per una squadra come la nostra che conta nelle sue fila atleti provenienti da molte nazioni diverse».

March Hirschi è reduce da una stagione brillante, nel corso della quale ha ottenuto risultati che nessuno si aspettava. Ciò nonostante il 22.enne bernese non sente il peso della pressione… «Adesso so come allenarmi, so che quanto fatto finora dà dei risultati. Durante la preparazione, il chilometraggio rimarrà più o meno il medesimo degli altri anni. Dopo queste settimane di pausa sono molto motivato».

Dopo aver disputato il Tour de France e le classiche delle Ardenne in una stagione anomala, Hirschi non ha ben chiaro quale sarà il suo programma per il 2021… «In questo momento non è un tema sul quale mi voglio concentrare. Nel corso delle prossime settimane penserò soprattutto ad allenarmi nel migliore dei modi».

Nonostante gli indubbi successi conseguiti, Hirschi ha appena 22 anni e ancora sensibili margini di miglioramento… «In futuro porro maggiore attenzione sulle prove a cronometro. Quest’anno non era necessario, perché sapevo che ne avrei corsa una sola. Posso migliorare parecchio anche nelle lunghe salite. Con tutti i chilometri di allenamento che continuerò a macinare, la mia resistenza di base dovrebbe migliorare automaticamente con l’età. Questo significa che potrò recuperare più velocemente gli sforzi e, di conseguenza, trarne un beneficio nelle corse di tre settimane. È ciò che è successo, ad esempio, a Julian Alaphilippe».

‘Classifica generale? Un giorno, forse...’

Parole che lasciano supporre un certo interesse anche per la classifica generale dei grandi giri… «Sono rimasto sorpreso da come ho superato il mio primo Tour de France. Nel corso delle tre settimane sono stato in grado di godermi la competizione. Quando devi pedalare un giorno dopo l’altro, tutto assume una dimensione mentale e fisica molto diversa rispetto alle gare di un giorno. Nei prossimi anni non ho intenzione di prendere parte a un grande giro con l’intenzione di curare la classifica generale, ma la mia attenzione si focalizzerà su corse un po’ più brevi, come ad esempio un Tour de Suisse. La cosa bella è che sono ancora giovane e non devo per forza prendere delle decisioni immediate. Adesso non ci penso, ma non escludo l’ambizione di lottare un giorno per un grande giro: chi sa cosa può succedere tra cinque anni?».

Dal punto di vista sportivo, la pausa dovuta alla pandemia non ha avuto soltanto aspetti negativi… «Ho avuto la possibilità di concentrarmi sui miei problemi all’anca. Così, il fatto di non avere impegni agonistici mi ha permesso di non farmi dei rimorsi per il fatto di essere rimasto in palestra più che in bicicletta».

Quest’anno si sono messi in mostra molti giovani, anche con vittorie prestigiose (uno su tutti, Pogacar al Tour de France)... «Rispetto al passato, la formazione dei ciclisti è molto diversa. Esistono compagini giovanili con ottimi programmi e con un numero maggiore di corsi di formazione. I giovani possono iniziare ad allenarsi in modo professionale molto prima rispetto al passato. In particolare in Svizzera, dove impegni di studio e di lavoro hanno spesso posticipato il passaggio al professionismo».

Professionista da due anni, Hirschi ha conquistato il suo primo successo nella 12.ma tappa del Tour de France, sul traguardo di Sarran… «Ero già stato vicino alla vittoria in altre due circostanze, ma lo sprint non era stato dalla mia parte. A quel punto poteva nascere il dubbio che non ci sarebbe stata una terza opportunità. Ma verso Sarran la tattica di squadra ha funzionato a meraviglia e i compagni di squadra hanno lavorato per me. Sono esperienze che cementano il gruppo: la prossima volta forse sarò io a sacrificarmi a favore di un mio compagno. La vittoria è stata un sogno che si è avverato. Soltanto un paio di settimane prima non avrei mai pensato di poter andare così bene. Già all’inizio del Tour avevo capito di essere in forma, ma non credevo nella possibilità di vincere. Dopo le due sconfitte allo sprint avevo dei dubbi che il successo di Sarran ha spazzato via».

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